fecondità Attitudine a procreare.
A tutti i livelli culturali, dalle civiltà di cacciatori e raccoglitori preistorici (Paleolitico) e odierni, alle civiltà cerealicole, il produrre naturale ha interessato l’esperienza religiosa dell’uomo. L’insieme delle istituzioni religiose, mitiche, rituali manifesta la tendenza a mantenere distinto questo ‘produrre’ naturale dal ‘creare’ artificialmente (‘arte’) e ad avvertire, nel produrre stesso, la simultaneità del suo essere possibile, dell’essere necessario e del poter non realizzarsi: la prospettiva del poter non realizzarsi sta alla base di tutti i riti di f. e, per contro, di tutti i sistemi mitico-rituali volti a scongiurare la sterilità. Di qui l’universale diffusione di riti, gesti cerimoniali, e, nel folclore, di stereotipie rituali volte a promuovere la f. degli uomini, degli animali e della terra.
Secondo l’uso statistico-demografico prevalente in Italia, si denomina f. la manifestazione concreta, e quindi misurabile, dell’attitudine alla procreazione. Vi sono tuttavia demografi che usano sistematicamente il termine fertilità per questo concetto, impiegando, di contro, il vocabolo f. per designare la capacità di generare, destinata a restare allo stato potenziale in un certo numero di casi.
Nel genere umano vi sono dei periodi fisiologicamente fecondi, che nella donna sono conosciuti con maggior precisione e vanno dai 10-15 (menarca) ai 45-50 anni circa (climaterio). Tale periodo fecondo viene interrotto dalle fasi di sterilità fisiologica connesse con il ciclo mestruale e anche dai periodi di gravidanza e di eventuale allattamento. La f. gioca un ruolo preponderante nel disegnare la struttura della popolazione: un calo della f. conduce nel tempo a un invecchiamento della struttura demografica, mentre un suo aumento la fa ringiovanire. Le tendenze attuali della f. determinano così, in gran parte, la struttura futura della popolazione. La precisa determinazione delle tendenze del comportamento procreativo e dei relativi fattori sottostanti si rivela, dunque, indispensabile ai fini dell’organizzazione della società futura a tutti i livelli e sotto ogni aspetto.
Vari indici possono essere costruiti per le misure della f.: il quoziente di f. generale, dato dal rapporto fra il numero totale di nati vivi in un preciso intervallo di tempo e il valore medio della popolazione in età atta a procreare. In questo rapporto, ponendo al denominatore il numero medio di donne in età fisiologicamente feconda nell’intervallo considerato si ottiene il quoziente di f. generale della donna. Quest’ultimo indice oscilla intorno a valori compresi fra il 50 e il 70‰ in Europa. Le cause più importanti di differenziazione sono: l’effettiva incidenza delle pratiche contraccettive per la limitazione volontaria delle nascite; fattori economici, biologici, sanitari, etnici; costumi sessuali; precocità nella nuzialità e sua intensità.