D. del prodotto Situazione caratteristica della strategia di mercato attuata dalle imprese che operano in regime di concorrenza monopolistica; queste, infatti, diversamente da quanto si verifica in regime di concorrenza perfetta, producono e offrono sul mercato beni che, pur essendo idonei a soddisfare lo stesso tipo di bisogno e quindi dotati di un buon grado di sostituibilità, non sono completamente omogenei. Ogni imprenditore, infatti, differenzia il proprio prodotto da quello degli altri modificandone la forma, mutando i servizi che esso fornisce o anche, soltanto, ricorrendo a d. artificiose quali la marca, l’immagine, la confezione, la pubblicità ecc.
In petrografia, d. magmatica è la variazione nelle concentrazioni dei componenti presenti in una massa magmatica. Il fenomeno si manifesta in piccola e grande scala e può essere messo in evidenza: a) dalla maggiore concentrazione, in alcune zone della roccia, di determinati componenti mineralogici che costituiscono nuclei di composizione anomala; b) da zonature, in letti alternati più chiari e più scuri (fenomeni frequenti nei gabbri); c) dal graduale passaggio da una famiglia di rocce a un’altra nell’ambito di uno stesso massiccio eruttivo; d) dalle apofisi filoniane che si distaccano sensibilmente dalla composizione media (chimica e mineralogica) della massa d’origine.
Queste differenze possono risalire a cause diverse, spesso multiple. La più importante e generale è la cristallizzazione frazionata. Tale processo è caratterizzato da due tipi di reazioni che avvengono indipendentemente l’una dall’altra, ma con andamento termico pressoché parallelo. La prima avviene tra i diversi termini di una soluzione solida per cui i cristalli formati cambiano continuamente composizione reagendo con il liquido. La reazione discontinua si ha quando una fase solida, già formata a una certa temperatura, reagisce, a temperatura più bassa, con il liquido, dando luogo a una fase mineralogica differente (fusione incongruente). Le due serie, pur procedendo separatamente, realizzano comunque la costruzione di fusi residuali sempre più ricchi in silice e alcali, di cui il feldspato potassico, la muscovite e il quarzo rappresentano i termini di convergenza. A questa d. possono sovrapporsi ulteriori processi: la concentrazione di minerali più pesanti verso il basso e più leggeri verso l’alto ( d. gravitativa); la spremitura della parte ancora fluida del magma nelle rocce incassanti ( d. per spremitura); la concentrazione dei minerali primi segregati nelle parti periferiche ( d. per termodiffusione); fenomeni di smistamento ( d. per immiscibilità); la separazione più o meno violenta dei gas disciolti ( d. pneumatolitica).
Per d. sociale si intende il processo attraverso il quale le componenti di un organismo collettivo acquisiscono autonomia e identità distinta, ovvero diventano reciprocamente differenti, prevedendo spesso un passaggio dall’omogeneità all’eterogeneità; si intende inoltre l’esito del processo stesso.
In senso generale, parlando di d. sociale, si fa quindi riferimento al delinearsi, all’interno di un determinato contesto sociale, di settori o collettività che si distinguono per una o più caratteristiche possedute dagli individui che li compongono. Non tutte le differenze tra individui sviluppano tuttavia forme di d. sociale: da un lato vi sono infatti caratteri individuali che distinguono il singolo da tutti gli altri, e non costituiscono quindi elementi di distinzione collettiva; dall’altro vi sono caratteri che accomunano insiemi di individui e non altri, e che tuttavia non hanno un consistente significato sociale. Solo quando a tali elementi di distinzione collettiva viene assegnato un significato sociale, ovvero solo quando gli individui che ne sono caratterizzati vengono individuati quali appartenenti a una specifica categoria o gruppo, si può sviluppare un processo di d. sociale.
All’interno delle scienze sociali, nel corso del tempo, il concetto di d. sociale è stato sviluppato secondo diversi approcci. In alcuni casi, a partire da A. Ferguson, il termine è stato utilizzato come sinonimo di divisione del lavoro (sottolineando soprattutto gli aspetti sociali del processo piuttosto che quelli tecnici). In altri casi, a partire da H. Spencer, il termine è stato invece utilizzato per indicare in senso più ampio l’incremento della complessità all’interno di un’organizzazione sociale, sia tale complessità di tipo orizzontale o verticale. Più in generale, nella prospettiva evoluzionistica, identificando la d. degli organi quale modalità essenziale dell’evoluzione degli organismi viventi (siano essi organismi biologici o organismi sociali), con il termine d. sociale si è inteso indicare il risultato dell’applicazione di tale legge universale alla società umana.
Nella prospettiva sistemica invece la d. è stata considerata come una caratteristica intrinseca di ogni sistema sociale, che rimanda al processo attraverso il quale all’interno di tale sistema tendono a svilupparsi sottosistemi almeno parzialmente autonomi, tra loro distinti per segmentazione (distinzione non gerarchica), stratificazione (distinzione gerarchica) o funzione (divisione dell’attività complessiva tra molteplici settori specializzati in compiti specifici che ne rappresentano delle componenti).
Una d. sociale di tipo orizzontale fa riferimento allo sviluppo dei diversi campi sociali (politica, economia, diritto, religione ecc.) come sistemi distinti sebbene reciprocamente connessi, mentre una di tipo verticale fa riferimento alla complessificazione della stratificazione sociale e della gerarchia di autorità presenti all’interno della società.
La d. intragruppo rappresenta la divisione di un gruppo sociale in componenti che assolvono differenti funzioni (anche al di fuori di una chiara organizzazione gerarchica), mentre la d. intergruppo rappresenta la coesistenza di tale gruppo a fianco di altri simili, i quali nel loro complesso costituiscono un sistema sociale.
Le basi della d. rappresentano le proprietà distribuite in modo differenziato all’interno di una popolazione alle quali corrisponde una d. della stessa. Secondo la classificazione originariamente introdotta da C.C. North in Social differentiation (1926) le differenze significative alla base delle diverse modalità di d. sociale sarebbero identificabili in differenze di funzione (relative alla divisione del lavoro), differenze di rango (relative alla distribuzione delle risorse), differenze di cultura e di interesse.
Successivamente è stata introdotta una distinzione tra basi naturali e basi socioculturali di differenziazione. Le principali basi naturali di d. sociale sarebbero identificabili nel genere, nell’età, nella razza; le principali basi socioculturali di d. sociale sarebbero invece identificabili nell’etnia-nazionalità, nella lingua, nella classe sociale. Se questi sono gli elementi principali, bisogna tuttavia tenere conto di come le basi socioculturali di d. sociale siano molto più numerose, poiché ogni differenza di cultura, religione, appartenenza politica ecc. può dare a sua volta origine a ulteriori forme di d. sociale, sebbene all’interno dell’organizzazione della società tali forme non posseggano tutte la medesima rilevanza.