Nell’antropologia della fine del 19° sec., raggruppamento umano (dal gr. ἔθνος «razza, popolo») distinto da altri sulla base di criteri razziali, linguistici e culturali.
Tale definizione, tuttora impropriamente ma correntemente usata, è stata sottoposta a radicale revisione dall’antropologia contemporanea. In un primo momento (anni 1940 e 1960) si sono date definizioni puramente culturali (quelli etnici sono gruppi concreti, locali, che elaborano rappresentazioni di una comune identità storica e sociale), che presupponevano comunque l’esistenza di gruppi reali. Negli anni 1970 sono state elaborate definizioni che hanno indagato i processi di interazione storica, sociale e simbolica, attraverso cui i gruppi umani percepiscono e rappresentano la propria diversità da altri gruppi umani. In particolare, F. Barth ha sostenuto che, all’interno dell’adattamento dei gruppi umani a ecosistemi differenti, centrale per la comprensione delle identità etniche è la nozione di confine etnico. Da punti di vista socioeconomici si è evidenziata invece l’importanza di fenomeni di etnicità che sorgono dall’interazione reattiva tra gruppi che occupano settori diversi del sistema economico.
Negli anni 1980 è emersa l’importanza dei rapporti intercorrenti fra processi storico-economici globali e dinamiche locali, in base ai quali i gruppi umani definiscono la propria identità (J.L. Amselle ed E. M’Boloko, 1985). Si è esplicitato come il concetto di e. sia espressione di una grammatica ideologica che, attraverso i codici simbolici del sangue, dello sperma, della razza, del rapporto sessuale e riproduttivo, della lingua, esprime precisi processi storici e rappresenta livelli di identità socioculturale, a loro volta espressione di concreti rapporti di potere e di forza.
Espressioni quali arte etnica, musica etnica, cucina etnica indicano forme di espressioni caratteristiche, ‘autentiche’, tipiche di un popolo.
Il gruppo etnico viene percepito nell’immaginario collettivo come un aggregato sociale omogeneo, i cui membri condividono una cultura, una storia, una lingua, un territorio, una religione ecc. e rivendicano per questo una identità comune. Molti studiosi (principalmente antropologi culturali e storici) hanno viceversa sottolineato il carattere arbitrario e costruito delle appartenenze etniche, evidenziando i fenomeni politici che sono alla base della nascita dei gruppi etnici. Più che una comune ‘sostanza’, gli appartenenti a un gruppo etnico condividerebbero una contrapposizione con altri gruppi etnici o nazionali.