Donna che ha concepito e partorito. Il concetto assume un carattere eminentemente culturale e sociale, distinto da quello di genitrice, nei casi di m. non genitrici (per es., nell’adozione) in cui risulti preminente la funzione di cura della prole.
Per estensione, matrice, oggetto che ne contiene un altro, o strumento che serve a dare forma particolare a un pezzo o a una serie di pezzi uguali.
Acqua m. Liquido residuo, saturo, che rimane dopo la parziale cristallizzazione del soluto presente in una data soluzione; per es., acque m. delle saline (➔ salina). M. dell’aceto Pellicola più o meno consistente, formata dagli acetobatteri, che galleggia sulla superficie dei liquidi in corso di acetificazione; e analogamente m. del vino è il velo biancastro che certi lieviti formano alla superficie di esso.
Roccia m. In giacimentologia, sedimento nel quale è avvenuta la trasformazione della materia organica in petrolio. I diversi criteri utilizzati per riconoscere e caratterizzare una roccia m. sono: l’ambiente riducente; l’assenza o la scarsità di fauna bentonica nel sedimento; la granulometria fine della roccia; la presenza di sostanze bituminose; la vicinanza di sorgenti salate o sulfuree o ferruginose. Su questa base vengono considerate rocce m. tutte quelle rocce particolarmente ricche di materia organica e di colore scuro, che si sono deposte in ambienti poveri in ossigeno (condizioni anaerobiche), tra cui i calcari e le dolomie organogene e nerastre, le argille e le marne. Più rare come rocce m. sono quelle silicee (scisti silicei, costituiti da diatomee) e quelle carboniose dove abbondano i depositi lignitiferi e bituminosi.
Chiesa m. (o matrice, lat. ecclesia matrix) Nei primi secoli del cristianesimo, quella da cui la predicazione cristiana si è diffusa nelle zone vicine; successivamente il termine è servito a indicare ogni Chiesa da cui sono derivate altre.
Gran M. Epiteto (gr. Μεγάλη Μήτηρ, lat. Magna Mater) con cui nella letteratura storico-religiosa vengono designate le grandi divinità femminili che si presentano come madri originarie degli dei; in particolare la dea Cibele o Cibebe, il cui culto passò anticamente dai Frigi alla Grecia e dalla Grecia a Roma; analoghe figure sono diffuse anche in culture extraeuropee.
M. nobile Nelle compagnie del teatro drammatico (dalla fine del 18° sec.), ruolo di attrice con parti relativamente importanti di donna matura e di alta condizione che poteva venire ad assumere l’importanza di una parte di prima attrice (gli corrispondeva il ruolo maschile di padre nobile).
In zootecnia, m. artificiale, attrezzatura atta a sostituire, nello svezzamento degli animali, funzioni proprie della m.; negli allevamenti bovini o ovi-caprini le m. artificiali sono allattatrici automatiche, ovvero apparecchi che provvedono al riscaldamento e termostatazione del latte e alla sua distribuzione mediante apposite tettarelle; negli allevamenti avicoli le m. artificiali sono cappe, destinate al riscaldamento localizzato degli ambienti.