Il gerundio è un modo verbale non finito invariabile, formato con i suffissi -ando (prima coniugazione) e -endo (seconda e terza). Ha una forma semplice (cantando) e una forma composta (avendo cantato).
Il [...] come cercando una cosa (Buzzati, Il segreto del bosco vecchio, p. 125)
(24) sino a seicento versi delle Georgiche di Virgilio d’un fiato, senza sbagliare una sillaba , Il giardino dei Finzi-Contini).
Boccaccio, Giovanni (1985), Decameron, a cura di V ...
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Il verbo volgarizzare (attestato dal 1268) significa, in senso stretto, volgere un testo latino in lingua volgare (secondo un processo di traduzione ‘verticale’, dalla lingua più prestigiosa a una meno); [...] vari, anche a seconda della perizia del volgarizzatore (§ 2.3), e soprattutto Virgilio, Ovidio, Lucano, Seneca), la storiografia (Sallustio, Tito Livio, Valerio Massimo), la trattatistica tardoantica e mediolatina (Orosio, Vegezio, Giovanni ...
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Il termine classicismo, che appare all’inizio dell’Ottocento, deriva dell’aggettivo sostantivato classico, a sua volta prosecuzione del lat. classicus, nell’accezione di «autore eccellente, da imitare». [...] , il migliore (nel caso specifico del latino, Cicerone per la prosa, e Virgilio per la poesia), da studiare con Sette secoli di dibattiti sull’italiano, Roma, Carocci.
Nencioni, Giovanni (1983), La “Sintassi italiana dell’uso moderno” di Raffaello ...
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Pietro Bembo nacque a Venezia il 20 maggio 1470 da una grande famiglia patrizia. Studiò greco dal 1492 al 1494 a Messina alla scuola di Costantino Lascaris, quindi filosofia a Padova e a Ferrara. A Ferrara [...] stessa collana con Virgilio e Orazio, accreditandoli , praticamente coincidenti col testo della princeps del 1525, e il terzo libro invece integrato Roma, Salerno Editrice, 2 voll.
Fortunio, Giovanni Francesco (1999), Regole grammaticali della volgar ...
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Torquato Tasso (Sorrento 1544 - Roma 1595) affrontò nella sua opera il più ampio ventaglio di generi testuali, sia in prosa che in versi. Sono in prosa i ventisei Dialoghi di vario argomento (la nobiltà, [...] alla prosa illustre codificata sul modello di ➔ Giovanni Boccaccio e del ➔ Pietro Bembo degli Asolani. Il che comporta condonare», e molti dei quali «appresi della continua lettion di Virgilio» (Tasso 1995: 224) – che fecero torcere il grifo ai ...
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La prima poesia macaronica nasce come ‘genere’ a Padova alla fine del XV secolo, caratterizzata dallo scontro di elementi linguistico-culturali popolareggianti e rusticali con la tradizione latino-umanistica; [...] accreditare la visione di un nuovo Virgiliodel macaronico. Un tale parallelismo era del resto già stato avanzato da (1959), Il latino maccheronico, Firenze, Le Monnier.
Petrolini, Giovanni (2008), Gnocchi, gnocche e maccheroni. Nuove letture, in ...
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Il termine persona (dal lat. persona(m), dall’etrusco phersu «maschera», a sua volta ricalcato sul gr. prósōpon «faccia, volto») è una creazione della cultura occidentale, in cui ha avuto uso assai ampio: [...] Virgilio: il possessivo mio non indica qui un possesso (eventualmente indicherebbe la conoscenza approfondita dell’opera del Gibellini, note di M. Salvini, Roma, Newton Compton.
Verga, Giovanni (1979), Tutte le novelle, a cura di C. Riccardi, Milano ...
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L’espressione accusativo con l’infinito si riferisce propriamente a una costruzione della grammatica latina classica in cui un verbo di dire (o di pensare, giudicare, sentire, ecc.) regge una proposizione [...] E. Mazzali, Milano, Rizzoli.
Boccaccio, Giovanni (1985), Decameron, a cura di V. Compagni e la sua Cronica, a cura di I. Del Lungo, Firenze, Le Monnier, 3 voll., vol. 1 volgarizzata. Compilazione della Eneide di Virgilio fatta volgare per Ser Andrea ...
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La sinestesia (dal gr. sýn «con, assieme» e aisthánomai «percepisco, comprendo»; quindi «percepisco assieme») è un procedimento retorico (➔ retorica), per lo più con effetto metaforico (➔ metafora), che [...] gli «sguardi silenziosi») di Virgilio.
La sinestesia penetra presto presso ad es. nel primo verso de “La sera del dì di festa”, dove riprende l’aggettivo dolce (« vini»: “San Martino”, v. 7), ➔ Giovanni Pascoli («La Chioccetta per l’aia azzurra / ...
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VENEZIE, TRE
Roberto ALMAGIA
Claudia MERLO
Giuseppe CARACI
Raffaello BATTAGLIA
Giuseppe FIOCCU
Carlo BATTISTI
Arnaldo FERRIGUTTO
Alfredo BONACCORSI
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M. T. D.
. L'espressione Tre Venezie è [...] : continuata dopo la morte di Andriolo dal figlio Giovanni), elaboratrice del linguaggio di Nino pisano in forme venete; la anche Gilda Amoroso Steinbach, Felice di Giuseppe Venezian, Virgilio Giotti, Morello Torrespini; Maria Gianni fu carcerata per ...
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mito
s. m. [dal gr. μῦϑος «parola, discorso, racconto, favola, leggenda»]. – 1. Narrazione fantastica tramandata oralmente o in forma scritta, con valore spesso religioso e comunque simbolico, di gesta compiute da figure divine o da antenati...
uomo
uòmo (ant. o pop. òmo) s. m. [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini [lat. hŏmĭnes]). – 1. a. Essere cosciente e responsabile dei proprî atti, capace di distaccarsi dal mondo organico oggettivandolo e servendosene per i proprî fini, e come tale...