L’italiano di oggi ha ancora in gran parte la stessa grammatica e usa ancora lo stesso lessico del fiorentino letterario del Trecento. Nella Divina Commedia, a cominciare dal I canto dell’Inferno, un italiano [...] in -iamo e «se semo e avemo» usarono Petrarca e Boccaccio, non sono però della lingua, ma straniere ancorché «già naturate»; , a cura di F. Bruni, Bologna, il Mulino.
Patota, Giuseppe (1987), L’Ortis e la prosa del secondo Settecento, Firenze, ...
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Luigi Accattoli
Giubileo
Annus centenus Romae semper est iubileus
Il Giubileo di Giovanni Paolo II
di Luigi Accattoli
24 dicembre 1999 - 6 gennaio 2001
II Giubileo ha dominato, come fatto religioso, l'anno [...] in varie lettere ad amici, fra cui Giovanni Boccaccio.
Poesie celebrative del Giubileo furono composte da Gabriello vanno ricordati, come esemplari, i quattro sonetti che Giuseppe Gioachino Belli compose in occasione del Giubileo straordinario indetto ...
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I primi testi volgari d’area italiana sono tradizionalmente considerati i Placiti capuani (marzo 960 - ottobre 963): un debutto tardo rispetto a quello francese (i Giuramenti di Strasburgo, primo documento [...] qua Ioseph tenebatur «le pareti della cella in cui era tenuto Giuseppe» (Gregorio di Tours, Hist. Franc. 21)
Per quanto riguarda ’altro, la struttura latineggiante appare nel Novellino come nel Boccaccio e resta una costante nei secoli:
(29) affermava ...
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* La voce enciclopedica Lingua scritta è stata ripubblicata da Treccani Libri con il titolo Italiano, parlare, scrivere, arricchita e aggiornata da un contributo di Giuseppe Antonelli.
La scrittura è [...] corone», ➔ Dante, ➔ Francesco Petrarca e ➔ Giovanni Boccaccio (precocissima nel caso di Dante, un sonetto del quale filologici e linguistici siciliani» 11, pp. 7-47.
Patota, Giuseppe (1999), Lingua e linguistica in Leon Battista Alberti, Roma, ...
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Sebbene con italiano si alluda qui alla lingua, non a chi la parla, la diffusione della lingua italiana fuori d’Italia può spesso essere desunta solo dal contatto con la civiltà italiana. Questa considerazione [...] , fossero quelle scritte in latino, per es. di ➔ Boccaccio e ➔ Petrarca. A volte anche le opere in volgare (1a ed. Wolfenbüttel, Elias Holwein, 1619).
Antonelli, Giuseppe (2001), L’influsso della letteratura italiana sulle letterature straniere, ...
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Agricoltura
P. Mane
M. Bernardini
Dal punto di vista storico-artistico, lo studio dell'a. medievale può avvalersi di testimonianze iconografiche dalle diverse e numerose tipologie. Esse costituiscono [...] Gn. 30, 32-43) introducono nel mondo dei pastori, come il sogno di Giuseppe che lega i covoni (Gn. 37, 7) evoca la mietitura. Sansone, nella per es., del De mulieribus claris (1360-1374) di Boccaccio, ove Cerere, domati i buoi e inventato l'aratro, ...
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L’enigma (dal gr. áinigma «discorso coperto») è una forma letteraria tradizionale nella quale un testo, normalmente in versi, fa allusione in modo più o meno criptico a un tema nascosto che il destinatario [...] nelle raccolte di indovinelli che dal Seicento – lo ha notato Giuseppe Pitrè (1897) – portano titoli come Opera molto piacevole et bella del gioco. Si tratta di un cenno che ➔ Giovanni Boccaccio fa, nel Corbaccio, alla trecentesca Canzone (o Novella) ...
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Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] che prescrivono l’imitazione di Petrarca in poesia e di Boccaccio in prosa (Tavoni 1992: 227-249, 311-331).
Le und Wissenschaft im Zeitalter der Renaissance in Italien).
Patota, Giuseppe (1993), I percorsi grammaticali, in Serianni & Trifone ...
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Il Settecento fu un secolo decisivo per le sorti della lingua italiana, investita dalle grandi innovazioni culturali del periodo, che mettono in moto il processo destinato a modernizzarne le strutture, [...] segg.). Interprete massimo di questa concezione della poesia è Giuseppe Parini, con il suo poemetto di critica sociale e fantesche ciò che altrove si mendica dal Bembo, dal Boccaccio o dalla Crusca medesima»; invece Vittorio Alfieri stabilisce la sua ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] ). Et volemo tucto il tusco idioma imitare per havere Dante, Boccaccio et Pulci non dico da imitare, ma robare? Cosa de imbecillo Roma, Salerno Editrice, pp. 129-171.
Antonelli, Giuseppe (2003), Tipologia linguistica del genere epistolare nel primo ...
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famìglia s. f. [lat. famĭlia, che (come famŭlus «servitore, domestico», da cui deriva) è voce italica, forse prestito osco, e indicò dapprima l’insieme degli schiavi e dei servi viventi sotto uno stesso tetto, e successivamente la famiglia nel...
sapere2
sapére2 (ant. o dial. savére) v. tr. [lat. volg. *sapēre, per il lat. class. sapĕre «aver sapore; esser saggio, capire», che in epoca tarda ha sostituito nel sign. il lat. class. e letter. scire] (pres. indic. so 〈sò〉 [radd. sint.;...