Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] che prescrivono l’imitazione di Petrarca in poesia e di Boccaccio in prosa (Tavoni 1992: 227-249, 311-331).
Le und Wissenschaft im Zeitalter der Renaissance in Italien).
Patota, Giuseppe (1993), I percorsi grammaticali, in Serianni & Trifone ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Elisabetta Bartoli
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La produzione storico-critica ottocentesca è assai ampia ed eterogenea e raggiunge [...] ed a vergini, ed a chi no? onde in questo il Boccaccio è scrittore unico forse.
Ugo Foscolo, Saggi di letteratura italiana, a la storia e il romanzo. E ci manca il dramma. Da Giuseppe Giusti non è uscita ancora la commedia. E da Leopardi non ...
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Perugia
Attilio Bartoli Langeli
Pier Vincenzo Mengaldo
Tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento P. occupò una posizione di assoluto rilievo tra i comuni dell'Italia centrale e di egemonia incontrastata [...] del comune fiorentino nel 1300 circa (cfr. Le vite di D., Petrarca e Boccaccio, a c. di A. Solerti, Milano 1904, 184). Un viaggio a perugina. Dimorò qualche tempo nella città l'abate Giuseppe Di Costanzo, che mise in dubbio l'originalità della ...
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Il Settecento fu un secolo decisivo per le sorti della lingua italiana, investita dalle grandi innovazioni culturali del periodo, che mettono in moto il processo destinato a modernizzarne le strutture, [...] segg.). Interprete massimo di questa concezione della poesia è Giuseppe Parini, con il suo poemetto di critica sociale e fantesche ciò che altrove si mendica dal Bembo, dal Boccaccio o dalla Crusca medesima»; invece Vittorio Alfieri stabilisce la sua ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] ). Et volemo tucto il tusco idioma imitare per havere Dante, Boccaccio et Pulci non dico da imitare, ma robare? Cosa de imbecillo Roma, Salerno Editrice, pp. 129-171.
Antonelli, Giuseppe (2003), Tipologia linguistica del genere epistolare nel primo ...
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La predicazione è stata lo strumento di comunicazione di massa che più a lungo e capillarmente ha operato in Europa e in Italia, importante sia come veicolo di conoscenza religiosa e orientamento morale, [...] a divertire e distrarre, come denunciavano ➔ Dante e ➔ Giovanni Boccaccio), più che a spiegare e approfondire.
Sono dunque due tecniche commozione e poesia (raccomandata dal grande erudito don Giuseppe De Luca), invece che in teatralità e narrazione; ...
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TANSILLO, Luigi
Tobia R.Toscano
– Figlio di Vincenzo e di Laura Del Cappellano, nacque a Venosa probabilmente nel 1510.
Il padre, mai nominato nella documentazione superstite, fu identificato da Vincenzo [...] volgare, dai canonici Petrarca, Dante e Boccaccio ai moderni Sannazaro, Ariosto, Bembo, Castiglione apparve a Venezia nel 1847 nel IX volume del Parnaso italiano stampato da Giuseppe Antonelli, cfr. la citata edizione dell’Egloga e i poemetti di F ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] del Principe aveva avuto un certo effetto anche su Sedàra (Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, p. 92)
(7) le mura, Gli occhiali d’oro, Il giardino dei Finzi-Contini).
Boccaccio, Giovanni (1964), Commedia delle ninfe fiorentine, a cura di A.E ...
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La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] lettura e dallo studio delle opere di Dante, Petrarca e Boccaccio, che sono state scritte con esercizio di poetica e di (1932), Guida alla grammatica italiana, Firenze, Bemporad.
Patota, Giuseppe (1996), Introduzione, in Alberti 1996, pp. XI-LXXXVII ...
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di Bruno Moretti
Il termine mistilinguismo è usato correntemente come sinonimo di plurilinguismo sia per i casi in cui in una comunità sono presenti due o più lingue, sia per i discorsi prodotti da un [...] aveva ormai optato per il toscano). Anche ➔ Giovanni Boccaccio, già nell’Epistola napoletana (diretta a Franceschino de’ Casella, G. Ronchi & E. Varasi, Milano, Mondadori.
Belli, Giuseppe Gioachino (1952), I sonetti, a cura di G. Vigolo, Milano, ...
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famìglia s. f. [lat. famĭlia, che (come famŭlus «servitore, domestico», da cui deriva) è voce italica, forse prestito osco, e indicò dapprima l’insieme degli schiavi e dei servi viventi sotto uno stesso tetto, e successivamente la famiglia nel...
sapere2
sapére2 (ant. o dial. savére) v. tr. [lat. volg. *sapēre, per il lat. class. sapĕre «aver sapore; esser saggio, capire», che in epoca tarda ha sostituito nel sign. il lat. class. e letter. scire] (pres. indic. so 〈sò〉 [radd. sint.;...