Filosofo francese (El Biar, Algeri, 1930 - Parigi 2004). Di formazione fenomenologica, studioso di Nietzsche, Heidegger e Levinas, della psicoanalisi e dello strutturalismo, D. fu uno dei protagonisti [...] una "presenza" da cogliere nella sua pienezza, o come quell'orizzonte che avvolge i singoli enti, restando loro irriducibile (Heidegger), ma come un qualcosa di inafferrabile nella sua totalità, privo di qualsiasi forma di identità, perché già in sé ...
Leggi Tutto
fenomenologìa Descrizione dei fenomeni, ossia del modo in cui si manifesta una realtà. In filosofia, il termine ha avuto fortuna a partire dalla Fenomenologia dello spirito (1807), in cui G.W.F. Hegel [...] che si danno alla coscienza e possono essere colti nella loro 'essenza' logica, universale e necessaria. Per M. Heidegger, allievo di Husserl, f. significa così "lasciar vedere in sé stesso ciò che si manifesta", liberandolo dall'occultamento ...
Leggi Tutto
Termine filosofico usato per la prima volta al principio del 17° sec. da J. Lorhard (1606) e R. Goclenio (1613) e divulgato soprattutto da C. Wolff (1730) per designare la scienza dei caratteri universali [...] ripreso da E. Husserl per indicare la scienza che studia le strutture essenziali proprie delle varie scienze, e da M. Heidegger per designare la scienza del fondamento dell’essere.
Una posizione autonoma occupa l’o. di N. Hartmann. Influenzato dalla ...
Leggi Tutto
Mancanza del nome.
Filosofia
Il termine designa uno dei temi fondamentali dell’esistenzialismo. M. Heidegger lo descrive come lo stato dell’esistenza ‘inautentica’ (Uneigentlichkeit), per cui l’uomo, [...] gettato nel mondo tra le cose e gli altri, perderebbe ogni carattere originale ed eccezionale, vivendo la vita del si (ted. man, fr. on) impersonale e neutro. Da questo stato di dispersione il singolo ...
Leggi Tutto
Dal localismo alle piattaforme produttive
Aldo Bonomi
Il territorio nell’epoca dei flussi
Martin Heidegger in Sein und Zeit (1927) si domanda se l’essere «prima abita e poi pensa il territorio o se [...] prima lo pensa e poi lo abita». Nell’insinuante interrogativo formulato dal filosofo tedesco c’è tutta l’ambivalenza e l’ambiguità di una parola, territorio, avvolta in un sincretismo che giunge fino all’oggi. ...
Leggi Tutto
Filosofia
Nel linguaggio della filosofia contemporanea, il termine d., come traduzione del tedesco Verfallenheit, si è diffuso a partire dagli anni 1930 con l’esistenzialismo e in particolare con l’uso [...] che ne ha fatto M. Heidegger in Sein und Zeit (1927). Nel quadro complessivo dell’analisi delle forme e strutture dell’esistenza, la d. indica il modo d’essere inautentico proprio dell’uomo in quanto ‘è gettato’ nel mondo, è preso nella quotidianità ...
Leggi Tutto
anonimia
Dal gr. ἀνωνυμία «mancanza di nome». Designa uno dei termini fondamentali dell’esistenzialismo, particolarmente di Heidegger (➔). Questi lo descrive come lo stato dell’esistenza «inautentica» [...] (Uneigentlichkeit), per cui l’uomo, «gettato» nel mondo tra le cose e gli altri, perderebbe ogni carattere originale ed eccezionale, vivendo la vita del si (ted. man; fr. on) impersonale e neutro. Da questo ...
Leggi Tutto
Filosofo e storico tedesco della filosofia (Monaco di Baviera 1897 - Heidelberg 1973). Critico nei confronti del relativismo dello storicismo, vi contrappose un recupero della natura intesa come fonte [...] di Weltgeschichte und Heilsgeschichte, 1953).
Vita
Studiò all'università di Friburgo, dove fu allievo di H. Husserl e M. Heidegger; dal 1928 al 1934 insegnò all'università di Marburgo. Di origine ebraica, fu costretto a lasciare il paese a causa ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Esistenzialismo e fenomenologia
Costantino Esposito
La crisi dell’idealismo e l’arrivo dell’esistenzialismo in Italia
Per una storia della formazione e dello sviluppo del ‘pensiero civile’ nell’Italia [...] volumi: nel 1936 uscì a Firenze Il mito del realismo di A. Carlini (in cui si sosteneva che il pensiero di Heidegger poteva essere, sì, utilizzato in funzione antihegeliana per pensare la persona nella sua corporeità, ma non per pensare la persona in ...
Leggi Tutto
Filosofa e studiosa di teoria della politica (Hannover 1906 - New York 1975). Allieva di E. Husserl, K. Jaspers e M. Heidegger, fu costretta a emigrare per motivi razziali dapprima in Francia, poi negli [...] saggi apparsa in Italia (1985) con il titolo Politica e menzogna. Il volume di A. Grunenberg Hannah Arendt und Martin Heidegger (2006; trad. it. 2009) ha ricostruito attraverso carteggi privati e altre fonti a oggi inedite la complessa relazione tra ...
Leggi Tutto
anonimia
anonimìa s. f. [dal gr. ἀνωνυμία; v. anonimo]. – 1. Mancanza del nome, il non portar nome. 2. Nella filosofia esistenzialista e in partic. nel pensiero di Martin Heidegger, la condizione di impersonalità in cui viene a trovarsi l’uomo,...
esistenzialismo
eṡistenzialismo s. m. [der. di esistenziale]. – Orientamento filosofico contemporaneo, sviluppatosi nella cultura europea nel periodo tra le due guerre mondiali, e incentrato su temi strettamente legati a un’analisi dell’esistenza...