Filosofia
Dapprima disciplina riguardante la conoscenza sensibile o la percezione, dalla metà del 18° sec. il suo significato prevalente è di disciplina riguardante il bello (naturale e in particolare [...] a quello hegeliano il circolo tra ‘arte’ e ‘opera d’arte’, e lo si considera esplicitamente come ‘vizioso’ solo per il cosiddetto ‘intelletto comune’. Il circolo è però assunto ancora una volta non come esito del pensiero, ma come lo sfondo su cui il ...
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Umanista, medico e filosofo (n. Verona 1476 0 1478 - m. Incaffi 1553). Studiò a Padova con Giovanni Aquila, Gabriele Zerbo, Pietro Trampolino e con Girolamo e Marcantonio della Torre. Negli anni [...] poetica, il ruolo della logica nella strutturazione e organizzazione del sapere e la fisiologia delle attività dell'intelletto, dall'altro, il ruolo di F. nella trasformazione cinquecentesca dell'aristotelismo attraverso la conciliazione con altre ...
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Intuizione e rappresentazione della modalità con cui i singoli eventi si susseguono e sono in rapporto l’uno con l’altro (per cui essi avvengono prima, dopo o durante altri eventi), vista o come fattore [...] solo al movimento ma a qualsiasi ordine costante e ripetibile proprio perché è, come per G. Berkeley, misura della successione (o durata) delle idee nell’intelletto. L’idea di t. si costruisce proprio sulla base del fluire uniforme delle idee nell ...
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Pensatore e medico greco (fine del secolo 2º d. C. e inizî del 3º), africano (pare) di nascita. Dei suoi scritti, abbiamo gli undici libri raccolti sotto il titolo πρὸς μαϑηματικούς (Adversus mathematicos); [...] "dogmatiche". Questi modi sono tre: dal quale (l'uomo), per mezzo del quale (gli strumenti della conoscenza: senso e intelletto), secondo il quale (l'impressione della fantasia). Nell'ambito dell'esame critico di questi mezzi o modi di conoscenza si ...
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ZANOTTI, Francesco Maria
Giulio Natali
Letterato e filosofo, nato a Bologna il 6 gennaio 1692, morto ivi il 25 dicembre 1777. Professore di filosofia, dal 1718, nella patria università, fu ivi dei primi [...] A istanza d'una nobildonna, scrisse il trattato Dell'arte poetica, che ebbe molta fortuna anche tra i classicisti dell'Ottocento. Intelletto versatile e acuto, lo Z. fu scrittore italianissimo di lingua e di stile, ma non esente da prolissità. Il suo ...
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La civilta islamica: condizioni materiali e intellettuali. Scienza e filosofia
Thérèse-Anne Druart
Scienza e filosofia
Nella cultura islamica medievale manca una netta distinzione tanto tra filosofia [...] della musica è analogo a quello dei metafisici che trattano di oggetti inaccessibili ai sensi, come l'anima, l'intelletto, la materia prima e le sostanze separate dalla materia.
La preoccupazione di precisare le relazioni esistenti tra la teoria ...
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GIACOMO da Pistoia (Iacobus de Pistorio)
Alessandro Ottaviani
Molto scarni sono i dati relativi alla vita di G., che operò presumibilmente tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo. Il nome del [...] varianti (pp. 536 s.). Il trattato è stato poi tradotto in italiano da F. Bottin, in Id., Ricerca della felicità e piaceri dell'intelletto: … G. da P., La felicità suprema, Firenze 1989, pp. 63-93.
Fonti e Bibl.: G. Cavalcanti, Rime, a cura di D. De ...
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BALDI, Giovanni dei Tambeni
Riccardo Capasso
Nato nella seconda metà del sec. XIV dai Tambeni di Faenza, è tuttavia esplicitamente ricordato come cittadino di Firenze e comunemente noto sotto il cognome [...] la scienza, poi, non può essere contraria alla fede cattolica, poiché la religione non può volere che sia negato l'intelletto, ma esige invece la negazione della volontà. Il B. aggiunge che i canoni della medicina non possono essere sconvolti, perché ...
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Nelle religioni monoteistiche, essere supremo, concepito e spesso adorato universalmente come eterno, creatore e ordinatore dell’Universo. Nelle religioni politeistiche, ciascuno degli esseri venerati [...] (e in pari tempo ontologica), per cui D. è oggetto di un’apprensione immediata dell’intelletto, e quella agnostica o dell’inconoscibilità di D. per l’intelletto umano: onde le correnti fideistiche o pragmatistiche, e simili, che insistono tutte sul ...
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Filosofo greco (n. Licopoli, Egitto, 203-206 - m. in Campania 269-270), massimo rappresentante del neoplatonismo antico. P. è autore delle Enneadi, cioè di sei gruppi di nove scritti ciascuno, raccolti [...] anzi apparire quale primo momento derivato, nel processo dell'emanazione. Dalla suprema trascendente e ineffabile Unità discende così l'intelletto (νούς) in cui essa si sdoppia nella duplicità del pensante e del pensato, concetto in cui confluisce la ...
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intelletto1
intellètto1 part. pass. [dal lat. intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»], letter. ant. – Inteso, conosciuto dalla mente: O luce etterna che sola in te sidi, Sola t’intendi, e da te intelletta E intendente te ami e...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...