Poiché il Risorgimento ebbe come esito l’Unità nazionale, la connessione con i fatti linguistici risulta immediata, in quanto gli eventi politici, conclusi con la formazione del Regno nel 1861 e con lo [...] di rado ricorre nel linguaggio giornalistico (cfr. ad es. «Corriere della Sera» 4 luglio 2010: «Dal ghe pensi mi al tiremm innanz, dal ci pensoio all’andiamo avanti. Silvio Berlusconi lo dice al direttore del Tg4, Emilio Fede»; ma è presente anche ...
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È difficile ricondurre la lingua dei mezzi di comunicazione di massa (o mass media) a un unico tipo, nonostante alcuni fenomeni comuni. Prendendo in prestito l’abitudine dell’Accademia della Crusca di [...] , asperità lessicali, indicativi al posto di congiuntivi (penso che è meglio, se lo sapevo ci venivo), supereroe; superman; superstar; the show must go on; topolino; vengo anch’io, no tu no; uomo ragno; vincere la serata; wonderwoman.
È noto ...
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Luigi Pirandello (Girgenti [Agrigento] 1867 - Roma 1936) è uno scrittore nutrito di cultura glottologica, dialettologica e filologica (Spampinato 1996; Sgroi 2009a). Si laureò infatti a Bonn nel 1891 con [...] può precedere una causale aperta da perché col valore di «infatti»:
(14) Ma il tormento per me è che io lo possa pensare! E senza potermene nemmeno adontare! Perché non avrebbero nessuna colpa, loro, nessuna! nessun rimorso di coscienza! (ivi, p. 715 ...
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Il discorso indiretto è una delle forme tradizionalmente riconosciute del ➔ discorso riportato, cioè uno dei modi che offre la lingua per riprodurre enunciati appartenenti a un atto di enunciazione diverso [...] , p. 74)
o pensati, come in (4):
(4) Annotò quello che aveva detto Martinelli, e mentre scriveva pensò che stava solo cercando di piena responsabilità di quanto riporta, in un movimento ‘positivo’ quale io asserisco che X ha detto che … (dove X è il ...
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La commutazione di codice (ingl. code-switching) è il passaggio da una lingua a un’altra all’interno del discorso di uno stesso parlante. Non va confusa con l’alternanza di codice, che è invece la scelta [...] da un ambiente lavorativo deludente:
(8) Purtroppo è questa la situazione e:: e andrà, penso, sempre a peggiorare. Infatti ormai io non … non lo so, boh! […] Com’è che io prima appena sto per en/ per arrivare all’università, già … comincio a … ca mi ...
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I segnali discorsivi (detti anche marcatori di discorso) sono elementi linguistici (parole, espressioni, frasi), di natura tipicamente pragmatica, diffusi in specie nella ➔ lingua parlata, che, a partire [...] 235):
(8) Più tardi, però, cioè, non so, il terzo giorno penso che qualche mulo, mah anche lì, il mulo può andare bene non so come richiesta di attenzione (tab. 1, I):
(11) ma guardi, io eh quello che posso dire è questo
(b) catene: sequenze di due o ...
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Il termine catafora si applica ai sintagmi la cui interpretazione è mediata dall’interpretazione di un altro specifico costituente che compare nel co-testo successivo (➔ contesto). Nel brano seguente – [...] un capitolo imperniato proprio su Nadia:
(18) Io me l’abbraccio bella stretta e penso che ci sono stati dei giorni che [ del cuore, la Nadia, e anche se non ci vediamo quasi più penso che forse lo è ancora (Rossana Campo, Mai sentita così bene, ...
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Gli allofoni (o varianti) sono le diverse realizzazioni concrete che un fonema ha nella catena parlata. Per es., a due pronunce della parola pane, di cui la prima contiene una [a] e la seconda una [æ], [...] poliˈsia] per [poliˈʦia] polizia, [ˈzio] per [ˈʦio] zio (Berruto 1987: 558).
Inoltre c’è anche grande compresa la Calabria settentrionale, si sonorizza se preceduta da nasale: penso [ˈpɛnʣo].
Allofoni geografici molto noti sono la ➔ gorgia ...
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Le cosiddette forme colloquiali (o colloquialismi) caratterizzano il dialogo informale e spontaneo, ovvero condizioni comunicative proprie del parlato (➔ colloquiale, lingua; ➔ lingua parlata). Esse sono [...] subito portato all’ospedale), il tu generico (tu non ci pensi più, e invece poi te lo ritrovi davanti; ➔ / colpa tua (Giovanni Giudici, “Tanto giovane”, in Giudici 1965: 40)
(10) io c’ho duecento trenini (Benni 2002: 76)
(11) non ci ho più voglia di ...
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Il condizionale è uno dei modi del verbo (➔ modi del verbo; ➔ coniugazione verbale). Spesso considerato in relazione con il congiuntivo dalla grammaticografia italiana ed europea (Sgroi 2004), può essere [...] in PT)
(17) Oh sí! per quanto mi sarebbe piaciuto d’esser io al posto di Carmela [...] e per quanto avrei preferito che ci si desse Carlo 1982, in PT)
(24) Quando sarebbe stato vecchio, pensava di lasciare il posto a suo figlio (Giovanni Comisso 1955, ...
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pensare
v. tr. e intr. [dal lat. pensare, intens. di pendĕre «pensare»; cfr. pesare] (io pènso, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. Con uso assol., e sign. generico, esercitare l’attività del pensiero, cioè l’attività psichica per cui l’uomo...
io
(ant. éo; ant. o pop. tosc. 'e’, i’', solo in posizione proclitica) pron. pers. sing. [lat. volg. *ĕo, lat. class. ĕgo]. – 1. È il pronome di 1a persona, usato cioè dalla persona (o cosa personificata) che parla quando si riferisce a sé...