Filosofo (Königsberg 1724 - ivi 1804). Di genitori pietisti, K. ricevette, specie dalla madre, una severa educazione etico-religiosa: frequentò il Collegium Fridericianum, diretto dal pastore F. A. Schultz, [...] , dunque passiva (la sensibilità), e una facoltà spontanea e attiva (l'intelletto). Affiora inoltre un'altra fondamentale posizione del pensiero kantiano: la distinzione cioè tra ciò che è oggetto della nostra esperienza (fenomeno) e ciò che è per sé ...
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In filosofia, termine usato specialmente da I. Kant per indicare ciò che non dipende dall’esperienza, opposto a ciò che si definisce a posteriori. Ha origine in Aristotele, che aveva distinto l’universale [...] . Sul significato logico e metodologico dei termini a priori e a posteriori è prevalso nella filosofia moderna quello gnoseologico. Kant distingue nell’esperienza gli elementi a priori (ossia ciò che non dipende dall’esperienza, ma è unito a essa ...
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Filosofo italiano (Trieste 1858 - Messina 1908); studioso di Kant (Storia e dottrına del criticismo: cenni, 1884; La dottrina kantiana dell'a-priori, 1885), tentò un'integrazione della gnoseologia kantiana [...] con una dottrina dell'azione (La religione morale dell'umanità, 1902; La filosofia della vita, 1903; La filosofia dell'azione, 1907) ...
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Termine filosofico usato da Platone e ripreso da I. Kant. Per il primo, n. significa ciò che è pensato o pensabile dal puro intelletto, indipendentemente dall’esperienza sensibile, ossia le idee, in quanto [...] Quindi il n., come ciò che pensiamo esistente ma non conosciamo, si pone come limite della conoscenza umana. Ma Kant adopera il termine anche in senso positivo, come il sovrasensibile, l’incondizionato, posto fuori dell’esperienza; escluso dal campo ...
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Filosofo (Marienburg, Prussia, 1761 - Rostock 1840). Fu scolaro di Kant e subì l'influsso di Fichte e di Salomone Maimon. Dal 1799 insegnò nell'univ. di Rostock. Nella sua più importante opera: Einzig [...] möglicher Standpunkt, aus welchem die kritische Philosophie beurteilt werden muss (1796), sostenne contro Kant che il molteplice sensibile (materia della sensazione) è, non meno dell'unità dell'oggetto, creazione dell'io. ...
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Filosofo (Radis, Wittenberg, 1770 - Lipsia 1842). Nel 1805 successe a Kant nell'univ. di Königsberg. Fu un volgarizzatore delle dottrine kantiane, vivacemente criticato da Hegel. Fra le opere: System der [...] theoretischen Philosophie (1806-10) ...
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Termine con cui si suole indicare la dottrina di I. Kant, com’è espressa soprattutto nella Critica della ragion pura. C. significa qui sottoporre la ragione a rigoroso esame, perché si chiariscano le sue [...] pretese ‘legittime’ e si condannino quelle prive di fondamento. Si fissano così i limiti della conoscenza umana, rifiutando nel contempo la possibilità di una metafisica come scienza sul modello della ...
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Filosofia
Ogni sistema di morale (tipicamente rappresentato da quello di I. Kant) che contrapponga rigidamente a ogni interesse o affetto l’obbligo di seguire il comando morale.
Religione
Come termine [...] teologico, il sistema morale che ritiene lecito scostarsi da ciò che prescrive la legge morale solo quando si hanno ragioni tali da togliere ogni valore alla prescrizione. Nella storia della teologia cattolica ...
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Filosofo (Berlino 1798 - ivi 1854). Movendo dalla critica del trascendentalismo di Kant e influenzato dall'empirismo, considerò come dottrina filosofica fondamentale la psicologia, concepita come scienza [...] dell'esperienza interna, pensando che solo attraverso il suo metodo si potesse giungere alla metafisica, alla morale, alla filosofia della religione, alla pedagogia. Tra le sue opere: Grundlegung zur Physik ...
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Termine usato nella filosofia tedesca per indicare l’esistenza (così in Kant, per es. nella tavola delle categorie). In Hegel assume un diverso significato indicando «l’essere determinato», l’alcunché [...] finito, una delle prime categorie della logica, successiva e in opposizione a quella del divenire, sintesi d’essere e nulla; come tale il D., appartenente alla sfera dell’essere e cioè dell’immediato, ...
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kantiano
agg. – 1. Relativo al filosofo ted. Immanuel Kant (1724-1804), alle sue dottrine, ai suoi principî e indirizzi: gli scritti k.; la morale k.; il metodo kantiano. 2. Fautore, seguace, continuatore o studioso di Kant e delle sue dottrine:...
postkantiano
agg. [comp. di post- e del nome del filosofo ted. I. Kant (v. kantiano)]. – Che è posteriore alla filosofia, alle dottrine e ai principî di Kant: filosofia, critica p.; come sost., filosofo che, venuto poco dopo Kant, ne continua...