CANTONI, Carlo
**
Nacque a Gropello Cairoli, in Lomellina, il 20 nov. 1840, da Giovanni e da Giuditta Magnaghi. Fin dagli anni degli studi liceali compiuti a Casale Monferrato ebbe in Luigi Ferri un [...] , prima a Berlino poi a Gottinga, dove seguì le lezioni del Lotze, il rinnovatore della metafisica di Leibniz, subendone l'influenza, tanto che i successivi svolgimenti teoretici del suo pensiero partiranno proprio dalle posizioni monadologiche ...
Leggi Tutto
ADAMI, Francesco Raimondo
Giovanni Miccoli
Di famiglia fiorentina, nacque a Livorno nel 1711. Studiò sotto i gesuiti e gli scolopi; a diciotto anni si fece frate servita nel monastero dell'Annunziata [...] di Dio ed all'Immortalità dello Spirito umano). È interessante notare come l'A. si richiami al principio di ragion sufficiente del Leibniz per sostenere che Dio ha creato l'ottimo dei mondi possibili. Nel frattempo il Lami aveva pubblicato a parte ...
Leggi Tutto
individuazione, principio di
Criterio o elemento della determinazione ontologica dell’ente singolo che rende ragione della sua unità e indivisibilità e quindi della differenziazione di due cose l’una [...] e le sue scelte di fronte all’eterno ripetersi dell’identico, fanno dell’individuo quello che è. In logica, da Leibniz in poi, la questione è legata a quella dell’identità degli indiscernibili, ma le riflessioni sull’individuazione nella filosofia ...
Leggi Tutto
BERNARDO da Venezia (al secolo Bernardo Baffo)
Giuseppe Pignatelli
Nacque il 22 apr. 1712 da nobile famiglia veneziana. Nel 1729 indossò l'abito dei padri riformati di stretta osservanza dell'Ordine [...] , accanto agli antichi Arnobio, Lattanzio e Minucio Felice, sono Bergier, A. Valsecchi, ed anche Gauchat, Gerdil, Grozio, Leibniz (Confessio naturae contra atheos), Pascal (Pensées sur la religion), Concina e Patuzzi, che consiglia di leggere ai ...
Leggi Tutto
Il termine criticismo, o filosofia critica, designa la teoria della conoscenza (➔) sostenuta da Kant nella Critica della ragion pura. La tesi fondamentale esposta da Kant in tale opera è che la nostra [...] casi gli elementi di differenziazione non sono marginali. Nella Scuola di Marburgo, per es., la lettura di Kant attraverso Leibniz, offerta in particolare da Cassirer, finisce per offuscare l’influenza di Hume su Kant e attenuare la distinzione fra ...
Leggi Tutto
In senso generale, errore o incertezza che risulta dall’uso di termini equivoci. In questa accezione il termine viene usato da Aristotele (Elenchi sofistici, cap. 4) per segnalare specificamente l’ambiguità [...] o mancata distinzione, all’interno dei concetti della riflessione, fra gli oggetti puri dell’intelletto e i fenomeni, che spinse Leibniz a edificare un «sistema intellettuale del mondo», raffrontando tutti gli oggetti esclusivamente nell’intelletto. ...
Leggi Tutto
Dottore della Chiesa (Aosta 1033 o 1034 - Canterbury 1109). Entrato attorno al 1059 nell'abbazia di Bec in Normandia, nel 1063 succedette al suo maestro Lanfranco di Pavia nella carica di priore e nel [...] 'altra parte, la dimostrazione ha avuto anche entusiastici consensi, come quelli di s. Bonaventura, Duns Scoto, Cartesio, Leibniz. L'Epistola de incarnatione verbi, in polemica con il nominalista Roscellino, contiene essenzialmente una dottrina della ...
Leggi Tutto
Ramo della matematica che si occupa delle tematiche legate al calcolo delle variazioni, affrontando problemi nei quali non sono direttamente applicabili i metodi classici dell'analisi lineare.
Abstract [...] dallo stesso Johann Bernoulli – e indipendentemente da suo fratello Jakob, anch'egli matematico di fama – oltre che da Gottfried Leibniz e Isaac Newton: la traiettoria cercata è un arco di cicloide. In seguito furono posti e risolti diversi problemi ...
Leggi Tutto
Con questo nome si suol designare quell'atteggiamento del pensiero che, considerando unilaterali i diversi sistemi filosofici, cerca di armonizzarli, scegliendone gli elementi veri e coordinandoli insieme. [...] , d'altra parte, era la concezione dell'eclettismo quale, già nella seconda metà del Seicento, era stata difesa da Leibniz. Grande spirito di conciliatore e sistematore, egli diceva di trovare qualche ragione in tutto e in tutti e osservava come ...
Leggi Tutto
L'a. l. costituisce uno strumento matematico di importanza fondamentale in ogni disciplina scientifica. Essa costituisce sia un efficace linguaggio comune con cui formulare problemi di natura diversa, [...] sviluppava in modo indipendente il suo concetto di determinante. Sembra che sia nel lavoro di Kowa sia in quello di Leibniz fosse contenuta quella che poi venne chiamata la regola di Cramer per risolvere i sistemi di equazioni. Tra il 1750 e il ...
Leggi Tutto
leibniziano
‹laib-› agg. e s. m. – 1. agg. Che si riferisce al filosofo e scienziato ted. G. W. von Leibniz (1646-1716), alle sue dottrine, ai suoi principî: il sistema monadologico l.; l’opera matematica leibniziana. 2. s. m. Fautore, seguace,...
monade
mònade s. f. [dal lat. tardo monas -ădis, gr. μονάς -άδος «unità», der. di μόνος «solo»]. – 1. In filosofia, termine usato per indicare l’unità in quanto principio di molteplicità o le unità costitutive del reale; in questo senso il...