L’accento grafico è il segno diacritico che si pone sopra le vocali per evidenziarne la maggiore intensità fonica e, talvolta, il grado di apertura (➔ vocali). L’italiano ha tre tipi di accento grafico: [...] , questa tradizione viene ereditata e trasformata per rappresentare la fonetica delle nuove lingue. Per i secoli che precedono la codificazione grammaticale del volgare è impossibile dare un quadro omogeneo dell’uso degli accenti grafici dato che ...
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Il passato remoto è un tempo semplice (➔ tempi semplici; ➔ coniugazione verbale) dell’➔indicativo, che esprime un evento avvenuto nel passato senza che ci sia relazione tra il momento dell’enunciazione [...] prossimo nei testi di cronaca giornalistica (➔ giornali, lingua dei), per passati sia lontani che vicinissimi. Successivamente passato lontano (Bonomi 2002).
Sin dai primi testi in volgare il passato remoto appare con la funzione aoristica del ...
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Il trapassato prossimo (chiamato anche, più raramente, piuccheperfetto) è uno dei ➔ tempi composti dell’➔indicativo, il cui principale significato consiste nell’indicare un evento compiuto prima di un [...] (Deledda 1979: 91).
Il trapassato prossimo appare in latino volgare quando si crea la nuova perifrasi con l’imperfetto di habēre , 1970-1978, 6 voll., vol. 6° (Appendice. Biografia, lingua e stile, opere), pp. 222-233.
Bertinetto, Pier Marco (1986 ...
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La classe delle parole interrogative comprende aggettivi (tecnicamente, determinanti) e pronomi (tecnicamente, sostituti del nome) usati nelle interrogazioni dirette e indirette.
Le domande parziali o [...] e che possono esser rafforzati da mai e, nel linguaggio colloquiale (o volgare), da diamine, diavolo, cavolo, cazzo, ecc.:
(25) chi/ l’interrogativo e indefinito neutro latino quid.
Nella lingua antica si usava anche la forma obliqua cui nel ...
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gorgia toscana
La gorgia è un fenomeno fonetico diffuso nei dialetti toscani (noto anche come spirantizzazione o aspirazione toscana). È un processo di ➔ indebolimento che coinvolge le consonanti ➔ occlusive [...] sia un fenomeno romanzo originatosi all’interno del volgare toscano nel basso medioevo. Secondo questo filone di .
Rohlfs, Gerhard (1966), Fonetica, in Id., Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, Torino, Einaudi, 3 voll., vol. ...
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L’imperativo è un modo verbale, adoperato solo in frasi principali, che – come dice lo stesso nome, dal lat. imperatīvus (modus) – serve per esprimere un ordine, un comando o una preghiera.
In italiano [...] -are e in -ire (coniugazioni più ricche e produttive nel latino volgare) viene a corrispondere, nel singolare, all’infinito: amaverim > non dicere ille secreta a bboce (➔ origini, lingua delle). Per quanto riguarda il passaggio dalla negazione ...
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Le affricate sono articolazioni consonantiche, sorde o sonore (➔ consonanti). Dal punto di vista fonetico, sono considerate come occlusive nelle quali il rilascio dell’occlusione sia particolarmente lento [...] e quando le affricate palatoalveolari penetrarono nel volgare italiano fu necessario modificare anche la grafia. Press.
Maraschio, Nicoletta (1993), Grafia e ortografia, in Storia della lingua italiana, a cura di L. Serianni & P. Trifone, Torino ...
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Al termine grafia (dal gr. graphḗ «scrittura») corrispondono, in realtà, due accezioni diverse: la prima si riferisce al ductus, cioè alle peculiarità dei caratteri della scrittura (tipologia, collegamenti [...] dell’idea che gli scriventi colti hanno e vogliono dare di quella lingua. Se, da un lato, la scrittura ha una funzione pratica per Le soluzioni adottate per rendere i nuovi suoni del volgare erano principalmente tre: combinazione di due o più lettere ...
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Sotto il nome di intensificatori sono riunite tutte quelle espressioni (nomi, avverbi, aggettivi, sintagmi) che contribuiscono all’amplificazione di un aggettivo, di un nome, di un verbo, di un avverbio, [...] vanno / ritte negli alti occhi alteramente; / e la turba volgare che si prostra / non badan punto» (Manzoni).
Riguardo mica tanto – disse il curato ridendo» (Antonio Fogazzaro).
Nella lingua antica troviamo anche la particella fiore: «uom che non ha ...
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I foni velari sono così chiamati in quanto, per produrli, la parte posteriore (postdorso) della lingua crea un diaframma con il palato molle o velo palatino (da qui il termine velare). Tale termine si [...] indicata con ‹k, qu, ch›. Un es. si trova nel Placito di Capua del 960 (considerato il primo documento di volgare italiano: ➔ origini, lingua delle) in cui si legge la famosa formula «Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene» e nel Libro ...
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volgare1
volgare1 (ant. vulgare) agg. [dal lat. vulgaris, der. di vulgus «volgo»]. – 1. non com. Del volgo, degli strati socialmente, culturalmente ed economicamente inferiori della popolazione: usi, tradizioni, pregiudizî v.; nell’uso ant.,...
lingua
lìngua s. f. [lat. lĭngua (con i sign. 1 e 2), lat. ant. dingua]. – 1. a. Organo della cavità orale dei vertebrati, con funzione tattile e gustativa, che ha anche parte importante nel processo della masticazione e della deglutizione...