Linguista (Ginevra 1857 - Vufflens 1913). Nipote di Nicolas-Théodore, pronipote di Horace-Benedict, in un ambiente di fine e antica cultura S. sviluppò un'intelligenza precoce, spesso applicata a fatti [...] unione di significati e significanti in segni; la delimitazione reciproca deisegni previsti dal sistema (la langue, nel caso del linguaggio); la natura di esecuzione, di realizzazione contingente propria dei singoli atti comunicativi (la parole, nel ...
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Logico e filosofo del linguaggio (Vienna 1889 - Cambridge, Inghilterra, 1951). Interruppe gli studî d'ingegneria iniziati all'univ. di Manchester, per dedicarsi alla matematica e ai suoi fondamenti logici; [...] fondamentale l'indagine sulla natura del linguaggio e sulla sua capacità di raffigurare la realtà. Il linguaggio considerato da W. è quello proposizioni", e risulterebbero dalla trasformazione deisegni linguistici. Le proposizioni della filosofia ...
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significato Il contenuto espressivo di qualsiasi mezzo di comunicazione (parole o frasi, gesti, segni grafici ecc.).
In linguistica, ciò che si vuol dire pronunciando una frase o una parola, il messaggio [...] .: sulla base di un approccio empirico-comportamentistico al linguaggio ha posto in luce, mediante la descrizione del il cambiamento come il funzionamento dei s. alla loro natura relazionale. Nella dottrina saussuriana il segno è un’entità bifacciale ...
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Biologia
In biologia molecolare, la produzione, mediata dai ribosomi, di un polipeptide la cui sequenza di amminoacidi è derivata dalla sequenza di codoni di una molecola di RNAm (➔ proteine).
Informatica
Conversione [...] soprattutto la semiotica, la linguistica, la filosofia del linguaggio, la teoria della letteratura e, successivamente, la dei medesimi valori presenti nei segni che compongono l’originale. Si è però obiettato, opportunamente, che se dal piano dei ...
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PROSSEMICA
Amedeo De Dominicis
Il termine ''prossemica'' (dall'ingl. proxemics, neol. da prox- del lat. proximus, ed −emics come in phonemics), coniato da E. T. Hall (1963), designa una branca della [...] senso, tuttavia, occorre tenere distinta la particolare posizione delle lingue dei gesti dei sordomuti (lingua deisegni, American Sign Language, ecc.). Si tratta di linguaggi fortemente codificati e ritualizzati che, proprio a causa di questa loro ...
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GLOSSEMATICA
Rita D'AVINO
. Dottrina linguistica elaborata, a partire dal 1931, in seno al Cercle linguistique di Copenaghen, e formulata nei suoi principî costitutivi teorici e metodologici da L. Hjemslev, [...] , dal numero praticamente illimitato dei periodi, proposizioni, parole, cioè deisegni, al numero limitato e generalmente ciò permetterà di stabilire, dal confronto di ogni particolare linguaggio col sistema generale, quali "forme" di questo si ...
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Il linguaggio degli SMS
Giuseppe Antonelli
La scrittura del Duemila
La scrittura di messaggi attraverso il telefono cellulare (SMS, Short Message Service) ha iniziato a diffondersi di pari passo con [...] iconica di vocali e consonanti sia la proliferazione deisegni di punteggiatura contraddicono il presunto rapporto tra piuttosto stretta tra linguaggio degli SMS e linguaggio giovanile (v. E. Pistolesi, Internet e il linguaggiodei giovani, in Forme ...
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Lingua e lingue
Luisa Mattia
Le parole dei bambini
Tutti i bambini imparano a comunicare. Molto rapidamente arrivano a capire e a usare il linguaggio del proprio gruppo sociale attraverso diverse fasi [...] voce, impara anche a usare i suoni come un vero e proprio linguaggio.
Le mamme, quando i bambini hanno circa un anno, sanno distinguere e l'espressione verbale e dopo la forma dei simboli e deisegni che ne hanno costituito l'alfabeto. Alcune lingue ...
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Medioevo: la scienza siriaca. Le scienze del linguaggio
Riccardo Contini
Le scienze del linguaggio
La grammatica
Gli inizi
Come per altre tradizioni linguistiche, l'origine, nella cultura siriaca, [...] grammatica erano collocati sulla stessa riga di scrittura deisegni consonantici: risultati inaccettabili per il senso di settore dello scibile. Nell'ambito delle scienze del linguaggio, la grammatica siriaca tradizionale che dipendeva dal modello ...
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LESSI, Giovanni
Fabrizio Vannini
Nacque a Firenze il 4 ag. 1743, primo dei tre figli di Agostino di Giovanni, computista, e Teresa Guelfi. Un fratello, Bernardo, fu auditore di Consulta e avvocato regio; [...] "biblioteca viva ed aperta" (Sarchiani), che lo avvicinò alla lettura dei philosophes. Dopo la laurea in utroque iure fece pratica legale a La logique) e all'evoluzione naturale del linguaggio, dei suoni e deisegni atti a nominarli (J.-J. Rousseau, ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono...