Melchiorre Cesarotti (Padova, 1730 - Selvazzano, presso Padova, 1808) fu uno dei maggiori rappresentanti dell’Illuminismo italiano in campo linguistico. Nacque e studiò a Padova, dove divenne insegnante [...] di storia della lingua italiana, Roma, Studium, pp. 91-132.
Simone, Raffaele (2002), Esiste il genio delle lingue? Riflessioni di un linguista con l’aiuto di Cesarotti e Leopardi, in La parola al testo. Scritti per Bice Mortara Garavelli, a cura di G ...
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alfabeto
Francesco De Renzo
Comunicare facilmente e con rapidità
L'alfabeto consiste in una serie di segni grafici, le lettere, che usiamo per rappresentare in forma scritta le parole e i suoni di una [...] 'alfabeto è tale che esso è diventato sinonimo di conoscenza, e non conoscerlo sinonimo di ignoranza. Molte espressioni linguistiche ricordano questi aspetti: "tizio non sa nemmeno l'alfabeto" significa che "tizio è del tutto ignorante"; oppure "non ...
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L’inquadramento e la descrizione del linguaggio economico (o, meglio, della lingua dell’economia e della finanza; Dardano 1998: 65-69; Rainer 2006: 2148-2149) come linguaggio settoriale (➔ linguaggi settoriali) [...] tra lingua e letteratura, a cura di I. Domenighetti, Bellinzona, Casagrande, pp. 65-88.
De Mauro, Tullio (1994), Nota linguistica aggiuntiva, in Scrittori italiani di economia, a cura di R. Bocciarelli & P. Ciocca, Roma - Bari, Laterza, pp. 407 ...
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Sicilia Regione a statuto speciale dell’Italia insulare (25.832 km2 con 4.875.290 ab. nel 2020, ripartiti in 390 Comuni; densità 189 ab./km2), costituita dall’isola omonima, la più estesa del Mediterraneo, [...] sono conseguenza del fatto che, quando i canzonieri dei poeti siciliani furono ‘toscanizzati’, alcune particolarità linguistiche (spesso per motivi inerenti alla versificazione) rimasero inalterate. I principali sicilianismi sono: i tipi aggio ...
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Lingua e dialetti italiani
Luca Serianni
Seguendo una tendenza già affermatasi nettamente nel secondo dopoguerra, negli anni Ottanta e Novanta l'uso dell'italiano si è consolidato, erodendo l'area dei [...] tratti del genere "non si presenta tanto come una novità, quanto piuttosto segna la legittimazione di caratteri e di usi linguistici già esistenti, ma considerati fino a poco tempo fa del tutto marginali e quindi colpiti da stigma" (Dardano 1993-94 ...
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Il lessico è l’insieme dei lessemi (o, con termine non tecnico, delle parole) di una lingua. Come altre lingue nazionali, che vengono usate da secoli per molte delle principali funzioni comunicative, anche [...] e in secondo luogo dal punto di vista cronologico, collocando nel tempo l’apporto di quelle fonti.
Dal punto di vista linguistico, il lessico dell’italiano può essere diviso in quattro grandi sezioni:
(a) le parole ereditate dal latino per tradizione ...
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Il linguaggio dei segni
William C. Stokoe
Gli animali comunicano in molti modi assai complessi. Per esempio, i nostri parenti più vicini nel regno animale, gli scimpanzé, in alcuni momenti gesticolano [...] dai Primati, ma il pregiudizio antropocentrico secondo il quale gli esseri umani sono unici nella loro diversità ha portato molti linguisti a ritenere che la nostra lingua non possa avere avuto origine in qualcosa che venga o che veniva fatto dagli ...
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Il vocabolario è uno dei pochi prodotti culturali che si siano sviluppati in autonomia in epoca moderna (cfr. Auroux 1992: 33). È vero che dizionari e glossari esistevano già in epoca classica, simili [...] Handbuch zur Lexikographie, edited by F.J. Hausmann et al.), pp. 1844-1863.
Pfister, Max (1992), Lessicologia e lessicografia, in La linguistica italiana degli anni 1976-1986, a cura di A.M. Mioni & M.A. Cortelazzo, Roma, Bulzoni, pp. 293-308 ...
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BERTONI, Giulio
Aurelio Roncaglia
Nacque a Modena da Giuseppe e da Adele Baroni il 26 ag. 1878. Nella città natale cominciò gli studi secondari, terminati poi al liceo Gioberti di Torino (1897). Ad [...] G. Mazzoni ed E. G. Parodi. Nel 1903 una borsa di, studio gli consentì un soggiorno a Parigi, dove frequentò filologi e linguisti quali P. Meyer, A. Jeanroy, J. Gilliéron, A. Thomas. Oltre a cose minori, pubblicò in quell'anno due opere di notevole e ...
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Si chiama dislocazione (cioè «spostamento») un tipo di costruzione tipica della lingua parlata (ma riscontrabile, fin dall’italiano antico, anche in alcune varietà di quella scritta: vedi oltre; ➔ lingue [...] XVII)
(85) Il coraggio, uno non se lo può dare (cap. XXV)
Passato «da fatto stilistico» a «fatto linguistico» (Ferrari 2003: 224), la dislocazione è ricorrente nella prosa contemporanea, non solo per raggiungere effetti mimetici del parlato (come in ...
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linguista
s. m. e f. [der. di lingua, sull’esempio del fr. linguiste] (pl. m. -i). – 1. Chi si dedica allo studio delle lingue (o anche soltanto, o in modo specifico, della propria lingua), soprattutto da un punto di vista teorico, sistematico...
linguistica
linguìstica s. f. [dal fr. linguistique, der. di linguiste «linguista»]. – Scienza che studia sistematicamente il linguaggio umano nella totalità delle sue manifestazioni, e quindi le lingue come istituti storici e sociali, la...