Filosofia
In generale, conoscenza diretta, personalmente acquisita, di una sfera particolare della realtà.
J. Locke e l’empirismo distinguono l’ e. esterna, o percezione dei fatti a noi esterni (sensazioni), [...] e l’ e. interna, o percezione dei moti interni alla coscienza (riflessione). E. esterna ed e. interna costituiscono il presupposto di quell’ulteriore riflessione intellettuale che ne elabora i dati.
I. ...
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Contrattualismo
John Dunn
Introduzione
L'idea di contratto o accordo ha avuto un ruolo centrale nel pensiero politico occidentale in due importanti momenti storici e in relazione a due questioni fondamentali. [...] ha rotto il patto (pactum) in virtù del quale era stato designato". In queste condizioni, come avrebbe affermato John Locke seicento anni dopo (v. Locke, 1960, II, pp. 226-227), è il governante, non i suoi sudditi, a non aver tenuto fede al patto ...
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Filosofia
L’azione di considerare pensando e ripensando con attenzione e scrupolo. Nel linguaggio filosofico, il termine è andato storicamente caratterizzandosi in accezioni più specifiche. In J. Locke [...] la r. designa una delle due fonti della conoscenza (l’altra è la sensazione, che le fornisce il materiale); essa dà origine alle cosiddette idee di r., non ottenibili mediante i sensi (percezione, pensiero, ...
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Ogni concezione che identifica il contenuto della conoscenza con stati mentali. In questo senso nel 20° sec. è stata considerata una forma di m. la gnoseologia di J. Locke, G. Berkeley e D. Hume, e così [...] anche la filosofia di J.S. Mill e l’atomismo logico di G.E. Moore e di B. Russell. L’etichetta di m. è stata abitualmente usata in senso critico per riferirsi alle teorie psicologiche che fanno ricorso ...
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Termine filosofico con cui talora fu designata la teoria idealistica risolvente nell’esperienza conoscitiva ogni presupposto di realtà oggettiva e ‘materiale’. Con tale nome fu designata da G. Berkeley [...] la propria dottrina, in quanto negava l’esistenza oggettiva non solo delle ‘qualità secondarie’ (Locke), ma anche delle ‘qualità primarie’ e di ogni loro possibile ‘sostrato materiale’. ...
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Indirizzo filosofico che pone nell’esperienza la fonte della conoscenza. Si oppone a ‘innatismo’ e a ‘razionalismo’, che fanno derivare la conoscenza per deduzione da principi razionali evidenti a priori, [...] , in modo particolare dagli epicurei, dagli stoici e dagli scettici; per l’età moderna, specialmente da F. Bacone, J. Locke, D. Hume. Ha conosciuto notevoli sviluppi nell’età del positivismo, soprattutto in logica e psicologia, a opera di J.S ...
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sensismo In filosofia, la dottrina gnoseologica che considera ogni contenuto di conoscenza, non esclusi quelli tradizionalmente fatti procedere da superiori facoltà conoscitive, come derivato, o direttamente [...] .
La vera fioritura del s. si ha quando la tradizione dell’empirismo inglese assume con T. Hobbes e J. Locke un carattere spiccatamente sensistico, per l’esigenza di combattere ogni forma di innatismo, dimostrando come anche la cosiddetta conoscenza ...
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Stato di coscienza in quanto sia avvertito come prodotto da uno stimolo esterno o interno al soggetto. filosofia L’interpretazione della natura della s. costituisce uno dei temi principali della teoria [...] di conoscenza, l’empirismo inglese, innanzitutto con J. Locke, indicò nella conoscenza sensibile la fonte di ogni Mill) avrebbe ripreso e sviluppato i motivi associazionistici di Locke e Hume, mentre nel pensiero contemporaneo un ruolo fondamentale ...
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Per I. si intende sia l’età della storia d’Europa compresa tra la conclusione delle guerre di religione del 17° sec. o la rivoluzione inglese del 1688 da un lato e la Rivoluzione francese del 1789 dall’altro, [...] Voltaire, É. Bonnot de Condillac, Helvétius condussero in nome di Locke una serrata critica dello ‘spirito di sistema’ che aveva dominato . D’altra parte Diderot si rifece, oltre Locke e la sintesi newtoniana, al grande progetto baconiano ...
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Pronome di 1ª persona, usato cioè dalla persona (o cosa personificata) che parla quando si riferisce a sé stessa. Sia nel linguaggio della filosofia e psicologia sia nell’uso corrente, designa la personalità [...] , ma anche res cogitans, sostanza pensante. Dalla critica alla concezione sostanzialistica cartesiana prende avvio la riflessione di J. Locke per cui l’Io è la semplice coscienza del molteplice sensibile, e di D.Hume che, più radicalmente, lo ...
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lock
‹lòk› s. ingl. [propr. «blocco, chiusura», der. di (to) lock «chiudere, bloccare»], usato in ital. al masch. – In informatica, operazione automatica di bloccaggio di zone di memoria o di dischi interi (in quest’ultimo caso il comando...
lockiano
‹lokià-› (o lochiano) agg. – Che si riferisce al filosofo ingl. John Locke (1632-1704), al suo pensiero e alla sua opera: l’empirismo l.; le idee semplici e le idee complesse del pensiero lockiano.