MelchiorreCesarotti (Padova, 1730 - Selvazzano, presso Padova, 1808) fu uno dei maggiori rappresentanti dell’Illuminismo italiano in campo linguistico. Nacque e studiò a Padova, dove divenne insegnante [...] II ricorretta ed accresciuta del restante dei componimenti dello stesso, 4 tt., Padova, presso Giuseppe Comino.
Cesarotti, Melchiorre (1800-1813), Opere, Pisa, Tipografia della Società letteraria; Firenze, Molini e Landi; Pisa, Capurro, 40 voll ...
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L’Italia può vantare il maggior trattato di linguistica dell’Europa medievale, il De vulgari eloquentia di ➔ Dante Alighieri, scritto in latino per definire i caratteri del volgare illustre, in cui, per [...] si ritrova nelle relazioni e negli studi dei missionari, e ve n’è un cenno persino in un filosofo razionalista come ➔ MelchiorreCesarotti, che fa riferimento alla lingua degli indiani d’America, divisa in modo tale da non costituire la lingua di un ...
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Il termine ortografia (dal gr. ortographía, comp. di orthós «retto, corretto» e -graphía «scrittura») identifica l’insieme delle convenzioni normative che regolano il modo di scrivere una lingua considerato [...] si concentrano su riflessioni linguistico-filosofiche più che pratiche (il Saggio sulla filosofia delle lingue di ➔ MelchiorreCesarotti è la massima espressione di questa tendenza). In un simile contesto, l’ortografia è raramente considerata ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] erano basate sul gusto (in tali casi «non si può […] val quanto: non mi piace»). Alla fine del Settecento ➔ MelchiorreCesarotti distinse gli errori contro le parti logico-grammaticali della lingua, che vanno assolutamente evitati, e gli errori «di ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] nella questione della lingua, estranea al radicalismo un po’ superficiale di Verri, è senz’altro quella di ➔ MelchiorreCesarotti nel Saggio sulla filosofia delle lingue, che si conclude con la proposta di un Consiglio nazionale della lingua da ...
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Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 dalla figlia di Cesare Beccaria, Giulia, moglie presto separata del ricco possidente Pietro Manzoni. Dopo un decennio trascorso in collegio dai padri somaschi [...] sul carattere dell’uso linguistico e sulla sua interpretazione nei vari «sistemi» teorici – in particolare quelli di Melchiorre ➔ Cesarotti e di Vincenzo ➔ Monti – sistemi tutti orientati a «un fine non sociale, ma letterario». Manzoni invece ...
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La produzione in prosa e in poesia del XVII secolo è concepita all’insegna del barocco, ispirata cioè all’abnorme e tendente all’iperbole e alla ‘maraviglia’. Il senso dispregiativo del termine si estese [...] efficacemente a tale pregiudizio denigratorio. Solo nel XVIII secolo personalità del calibro di ➔ Ludovico Antonio Muratori e ➔ MelchiorreCesarotti ripristinarono, almeno sul piano teorico, la parità di stato e di diritti tra le lingue. Al ‘buon ...
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In linguistica il termine europeismo ha vari significati. Possono essere definiti europeismi tratti comuni a più lingue d’Europa, ma anche elementi formativi di parole (come prefissi e suffissi), locuzioni [...] forma evropeizm; Peruzzi 1958: 25, nota). Se non il termine, la nozione s’incontra del resto già presso ➔ MelchiorreCesarotti (Nencioni 1983). Nel Novecento l’idea della convergenza delle lingue europee e della formazione di un tipo linguistico ...
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Il Settecento fu un secolo decisivo per le sorti della lingua italiana, investita dalle grandi innovazioni culturali del periodo, che mettono in moto il processo destinato a modernizzarne le strutture, [...] con i suffissi -ismo, -ista, -aggio (fanatismo, dispotismo, libertinaggio, ecc.). Un impulso valutato positivamente da ➔ MelchiorreCesarotti, che nel Saggio sulla filosofia delle lingue (1800) sostiene l’utilità delle traduzioni nel caso della ...
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Giacomo Leopardi (Recanati 1798 - Napoli 1837) ricevette nell’infanzia un’educazione tradizionale, affidata a istruttori ecclesiastici. L’analisi linguistica degli scritti del periodo 1809-1810 non a caso [...] o gallicismi (cioè francesismi), in nome di una concezione antipuristica della lingua (comune, per es., a quella di ➔ MelchiorreCesarotti) che ha salde radici nell’Illuminismo europeo.
In campo linguistico l’interesse teorico di Leopardi si coniuga ...
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