In filosofia, termine usato per la prima volta dai pitagorici per indicare i primi elementi, matematici, dell’universo. Platone chiamò m. anche le idee, per designare il loro carattere di unità indipendenti. [...] , principio di attività e di forza appetitiva, percettiva e razionale, che si svolge chiusa in sé stessa, indipendentemente, e tuttavia in armonia, con lo sviluppo delle infinite altre m. create da Dio, ‘m. delle monadi’, all’atto della creazione. ...
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monadicomonàdico [agg. (pl.m. -ci) Der. di monade] [ALG] [FAF] Algebra m.: il sistema (B,c) costituito da un'algebra di Boole B e da un'operazione c unaria su B che verifica certi assiomi, compresi [...] quelli di chiusura; è tale, per es., uno spazio topologico nel quale ogni insieme risulti contemporaneamente aperto e chiuso. ◆ [ALG] [FAF] Attributo, o predicato, m.: nella logica matematica, predicato ...
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Termine usato da Aristotele in contrapposto a «potenza» (δύναμις), per designare la realtà che ha raggiunto il pieno grado del suo sviluppo. Il termine fu ripreso da G. Leibniz per indicare la monade, [...] in quanto ha in sé il perfetto fine organico del suo sviluppo.
Nel campo delle scienze biologiche il termine è stato usato per definire il principio dirigente dello sviluppo di ogni organismo. In questa ...
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Filosofo ispano-romano del sec. 1º d. C., seguace dell'indirizzo neopitagorico, in cui sono sensibili influssi platonizzanti, che preannunciano il neoplatonismo e le sue "ipostasi". Nelle sue Lezioni pitagoriche, [...] cui restano alcuni frammenti, dette un significato simbolico alle concezioni pitagoriche dei numeri, vedendo significate, per es., nell'uno (la "monade") l'unità, l'identità e l'armonia, nel due (la "diade") l'alterità, la divisione e la mutazione, e ...
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Naturalista e filosofo olandese (Vilvoorde, Bruxelles, 1614 - Berlino 1699), figlio di Jan Baptiste, condusse vita avventurosa ed errabonda. Sviluppando la dottrina paterna dell'archeus, H. costruì un [...] anticipazione di quello di G. W. Leibniz (che pare abbia tratto da H. l'uso del termine monade). Opere principali: Alphabeti veri naturalis Hebraici brevissima delineatio (1667); Opuscula philosophica (1690); Paradoxale discoursen (1693); Quaedam ...
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Filosofo e scienziato (Lipsia 1646 - Hannover 1716). Dopo aver studiato filosofia a Lipsia, matematica a Jena e diritto a Altdorf, entrato in rapporto con i Rosacroce conobbe Johann Christian barone di [...] come tutte le esistenze" e quindi porta con sé tutte le forme o idee in virtù dell'azione di Dio su ogni monade. Il concetto di sostanza individuale è anche alla base della dottrina della conoscenza, che si fonda, come L. spiega nei Nouveaux Essais ...
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Biologia
Espressione genica
In genetica, processo per cui la sequenza di nucleotidi di un gene viene trascritta in una sequenza corrispondente di acido ribonucleico messaggero (mRNA) e quindi tradotta [...] verso la seconda metà del 17° sec. e utilizzato, inizialmente, soprattutto da G. Leibniz, per indicare il carattere della ‘monade’ come e. o manifestazione di Dio e per designare in generale quel tipo di rapporto che lega insieme il simbolo al suo ...
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Filosofo greco (m. 315-14 a. C.), scolaro di Platone; successe (339-38) a Speusippo nello scolarcato dell'Accademia, che tenne fino alla morte. Ci restano delle sue opere solo frammenti. Nel suo pensiero, [...] il matematismo metafisico, come sviluppo della dottrina platonica delle idee-numeri. Egli considera come primo principio l'Unità, o Monade, e come secondo principio la Diade. Ma con questo matematismo si fonde, in S., un forte spirito religioso e ...
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Filosofo (Nola 1548 - Roma 1600). Filippo della famiglia dei Bruni, assunse il nome di Giordano entrando a 17 anni nel convento di S. Domenico a Napoli. Sospettato di eresia, riparò a Roma (1576), di qui, [...] passò nell'agosto del 1586 in Germania, e tra il 1590 e 1591 a Francoforte pubblicò i poemi latini De minimo, De monade, De immenso et innumerabilibus. Nel 1591 accogliendo l'invito di G. Mocenigo, si recò a Venezia dove, denunziato come eretico dal ...
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La Rivoluzione scientifica: i domini della conoscenza. La musica
Paolo Gozza
La musica
La musica e il Cosmo
Secondo la tradizione, l'istituzione del termine Cosmo (kosmos, mundus) risale a Pitagora. [...] non è il prodotto del caso, ma di una divinità buona e saggia che i pitagorici identificano con la 'Monade' divina. La 'Monade' è il punto privo di dimensione, esistente concettualmente, da cui trae origine il continuo spazio-temporale dell'Universo ...
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monade
mònade s. f. [dal lat. tardo monas -ădis, gr. μονάς -άδος «unità», der. di μόνος «solo»]. – 1. In filosofia, termine usato per indicare l’unità in quanto principio di molteplicità o le unità costitutive del reale; in questo senso il...
monadico
monàdico agg. [der. di monade] (pl. m. -ci). – Relativo a una monade, a un unico individuo; in partic., in logica matematica, predicato (o attributo) m., predicato riferibile a singoli individui.