L’espressione parola macedonia, introdotto nella linguistica italiana da Bruno Migliorini (1949: 89), denota formazioni che risultano da «una o più parole maciullate», le quali «sono state messe insieme [...] due scompartimenti.
Per evitare confusioni con l’impiego di amalgama (e port-manteau) per indicare il caso di un morfema che contiene più di un significato morfologico (➔ affissi), si preferisce adottare il termine proposto da Migliorini, mentre in ...
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Tradizionalmente prosodia è un termine della metrica classica, dove designa lo studio del verso (gr. prosōidía «accento, modulazione della voce», comp. di prós «accanto» e ōidḗ «canto»). Inizialmente indicante [...] cui ha posizione fissa (come polacco e francese), l’accento non svolge funzione distintiva ma demarcativa, indicando la fine di un morfema o di un costituente di ordine superiore (per es., in francese). L’accento può anche essere, in alcuni casi e in ...
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Si chiama comunemente genere neutro uno dei valori che la categoria del ➔ genere assume in varie lingue del mondo, segnatamente nelle lingue indoeuropee, antiche e moderne, accanto ai due valori, più stabili [...] no (come perlopiù per l’italiano) lo statuto di genere e il valore di neutro.
Un primo gruppo comprende i derivati dal morfema latino di neutro plurale -a. Per limitarsi a esempi italiani, in questo gruppo rientrano i plurali le braccia, le dita, le ...
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Il raddoppiamento sintattico è un fenomeno di ➔ sandhi esterno (o di ➔ fonetica sintattica), di natura assimilatoria (almeno in origine: cfr. § 3; ➔ assimilazione), che si verifica nell’➔italiano standard [...] ): ad es., andrò [pː]iano, farà [tː]utto, mangerò [tː]utto, va [fː]orte, re [lː]atino, tre [kː]ani;
(b) dopo una serie di morfemi monosillabici (per es., e, o, ho, è, se) o bisillabici (come, dove, sopra, qualche): ad es., io e [tː]e, ho [fː]ame.
Il ...
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La formazione delle parole riguarda l’insieme dei meccanismi e dei procedimenti di cui una lingua si serve per costruire parole (dette più tecnicamente lessemi), e permette quindi il continuo arricchimento [...] prive di struttura derivazionale o compositiva, che possono essere definite parole semplici. Queste ultime sono formate da un solo morfema lessicale e di norma da affissi flessivi, ma non contengono affissi derivazionali (presto, cas-a, bar, giall-o ...
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Gli impersonali sono verbi caratterizzati dalle seguenti proprietà:
(a) appaiono in costrutti privi di soggetto esplicito;
(b) nei tempi semplici il verbo è alla III persona singolare (piove, bisogna);
(c) [...] non marcata, o femminile, cioè forma marcata), con accordo a senso (➔ accordo) con il partecipante implicato logicamente, segnalato dal morfema si.
La presenza o assenza di accordo del participio passato riflette il tipo di verbo e di costrutto. Il ...
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L’accento è uno dei tratti prosodici di una lingua (➔ prosodia) e può svolgere più funzioni: far risaltare una sillaba all’interno della parola (funzione culminativa) o indicare i confini di unità morfologiche [...] polacco o il francese, l’accento non può avere funzione distintiva, ma piuttosto funzione demarcativa, indicando la fine di un morfema o di un costituente di ordine superiore (per es., in francese, dove la posizione dell’accento svolge una funzione ...
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Il dittongo è una sequenza di suoni formata da due vocali appartenenti alla stessa ➔ sillaba (tecnicamente, tautosillabiche): contengono dittonghi, ad es. le parole piede, fuoco, fiato, euro, baita, pausa. [...] è sempre facile, nel caso dei dittonghi discendenti, specialmente se finali di enunciato o in presenza di un confine di morfema, come in mangiai, mai, poi, o nei derivati come co-incidenza, auto-ipnosi.
La frequenza delle due diverse strutture nel ...
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La composizione è un procedimento morfologico che permette di formare parole nuove (➔ neologismi) combinando insieme due (o più) morfemi lessicali invece che una parola e un affisso (➔ affissi), come accade [...] composti e costruzioni di origine sintattica è relativamente agevole nel caso di morfemi grammaticali o per formazioni in cui vi sia un solo morfema lessicale: eccome, invece, piuttosto, semmai, tuttavia, addosso, apposta, infatti, peraltro, perché ...
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Nel linguaggio comune si dice che una frase, un discorso, una lingua hanno una propria ‘musicalità’. Naturalmente, questa è un’affermazione tutt’altro che chiara e rigorosa. Probabilmente, è ispirata da [...] indica un abbassamento di tono), in quanto la distribuzione degli AT è regolata dalla lunghezza dell’enunciato, dal tipo di morfema interrogativo e da segnali di forza illocutiva, come la presenza di un elemento della frase focalizzato. Ad es., a ...
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morfema
morfèma s. m. [der. del gr. μορϕή «forma», sul modello di fonema] (pl. -i). – In linguistica, elemento formale che conferisce aspetto e funzionalità alle parole e alle radici, definendone la categoria grammaticale e la funzione sintattica....
morfemica
morfèmica s. f. [dall’ingl. morphemics, der. di morpheme «morfema»]. – Settore della linguistica strutturale che studia i morfemi sia in quanto elementi lessicali, unità minime significative (m. lessicale, corrispondente approssimativamente...