NOME (fr. nom; sp. nombre; ted. Name; ingl. noun)
Giacomo DEVOTO
Giancarlo FRE'
Nicola Turchi
Categoria di parole che indicano una cosa o una qualità; una delle due categorie di parole fornite di semantema [...] l'elemento morfologico fa sentire la sua influenza, perché, anche quando si tratta d'indicare rapporti identici, i nomi hanno morfemi peculiari, esigono costruzioni peculiari, estranee a quelle del verbo: amo la patria, amiamo la patria non hanno lo ...
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Con modo di dire o, più tecnicamente, locuzione o espressione idiomatica si indica generalmente un’espressione convenzionale, caratterizzata dall’abbinamento di un significante fisso (poco o niente affatto [...] di modo di dire / espressione idiomatica «a ogni caso di non letterarietà o predicibilità semantica, dai singoli morfemi ai detti/proverbi, dalle parole complesse lessicalizzate agli atti linguistici indiretti». Si sono quindi raggruppati quasi ...
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Scienza del linguaggio. Secondo F. de Saussure i compiti primari della l. sono: a) descrivere il maggior numero possibile di lingue storico-naturali e famiglie di lingue sia nella loro funzionalità in [...] , che sviluppano un’analisi in termini di regole ordinate dei fenomeni morfofonologici, dovuti alla composizione ciclica dei morfemi in costituenti più ampi. Più significativo appare il trattamento del rapporto tra morfologia e sintassi.
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Metz, Christian
Giorgio De Vincenti
Teorico del cinema francese, nato a Béziers il 12 dicembre 1931 e morto suicida a Parigi il 7 settembre 1993. È considerato il padre della semiologia del cinema e [...] vi sono rintracciabili le unità minime provviste di significato che nelle lingue dei linguisti sono costituite dai morfemi. In particolare, al contrario di quanto comunemente ritenuto, alle parole non equivalgono le inquadrature, unità minime della ...
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I verbi modali (tradizionalmente detti verbi servili) sono quei verbi che fanno parte dell’ampia classe dei verbi ausiliari (➔ ausiliari, verbi) e che, collegandosi direttamente a un verbo all’infinito, [...] legami morfologici tra questi due verbi modali, legami non solo riscontrabili a livello di morfemi grammaticali (desinenze), ma anche nei morfemi lessicali (radici). Si ha, infatti, «un parallelismo quasi perfetto» nella «distribuzione delle varianti ...
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Pittrice, nata a Trapani il 9 ottobre 1924. Frequenta saltuariamente l'Accademia delle Belle Arti a Palermo e a Firenze; nel 1946 si trasferisce a Roma. Alla fine dell'anno compie con A. Sanfilippo, G. [...] distributivi, addensati o rarefatti, o anche a settori circoscritti. Le forme disegnate dal colore si articolano gradualmente in morfemi più minuti, in un rapporto cromatico dualistico di netta evidenza ottica, ma al di là di rigidi schemi optical ...
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HJELMSLEV, Louis Trolle
Amedeo De Dominicis
Linguista danese, nato a Copenaghen il 3 ottobre 1899, morto ivi il 30 maggio 1965. Studiò la linguistica comparativa indoeuropea con H. Pedersen all'università [...] dell'espressione e forma del contenuto. Ciò permette di concepire la lingua non più come un semplice sistema di ''segni'' (parole, morfemi, ecc.), ma come un sistema di regole di associazione tra unità di espressione (per es. i fonemi) e unità di ...
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La lingua della scienza è il linguaggio settoriale (➔ linguaggi settoriali) di cui sono tipicamente costituiti i testi prodotti nell’ambito della ricerca scientifica e della sua diffusione nella società. [...] del termine è prevedibile a partire dalle parti che lo compongono.
Nella derivazione possono essere utilizzati morfemi derivativi della lingua comune (per es., -oso: angiomatoso, acciaioso; -are: polmonare, papillare, reticolare, tentacolare; -ale ...
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Chimica
Reazione che si svolge fino all’equivalenza, tra un acido e una base con formazione della base e dell’acido coniugati. Per es.:
HCl + C2H5ONa → NaCl + C2H5OH.
All’equivalenza si ottiene cloruro [...] sviluppi compensatori della rallentata attività economica interna.
Linguistica
Stato in cui si trovano due unità linguistiche (fonemi, morfemi, strutture sintattiche ecc.) normalmente distinte, nel caso in cui la loro distinzione venga meno (per es ...
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I diminutivi sono un tipo di alterati (➔ alterazione) per derivazione il cui significato è genericamente attenuativo. L’attenuazione ha esiti diversi a seconda della base di derivazione. Rainer (1990: [...] dell’alterazione, che permette di marcare in modo esplicito una situazione comunicativa attraverso l’uso dei morfemi alterativi.
Le procedure morfologiche impiegate per realizzare effetti diminutivi sono varie. La suffissazione (➔ suffissi) è di ...
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morfema
morfèma s. m. [der. del gr. μορϕή «forma», sul modello di fonema] (pl. -i). – In linguistica, elemento formale che conferisce aspetto e funzionalità alle parole e alle radici, definendone la categoria grammaticale e la funzione sintattica....
morfemica
morfèmica s. f. [dall’ingl. morphemics, der. di morpheme «morfema»]. – Settore della linguistica strutturale che studia i morfemi sia in quanto elementi lessicali, unità minime significative (m. lessicale, corrispondente approssimativamente...