I diminutivi sono un tipo di alterati (➔ alterazione) per derivazione il cui significato è genericamente attenuativo. L’attenuazione ha esiti diversi a seconda della base di derivazione. Rainer (1990: [...] dell’alterazione, che permette di marcare in modo esplicito una situazione comunicativa attraverso l’uso dei morfemi alterativi.
Le procedure morfologiche impiegate per realizzare effetti diminutivi sono varie. La suffissazione (➔ suffissi) è di ...
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Si definisce trittongo una sequenza di tre suoni vocalici (➔ vocali) tautosillabici (appartenenti cioè alla stessa ➔ sillaba), in cui un solo segmento è associato con la posizione strutturale del nucleo [...] ] + vocale risulta vincolata alla presenza di una consonante velare precedente (per es., quiete, colloquio), oppure ad alcuni morfemi della flessione verbale che iniziano con [j-] (ad es., seguiamo, seguiate, annuiamo). L’altra possibile combinazione ...
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Tradizionalmente prosodia è un termine della metrica classica, dove designa lo studio del verso (gr. prosōidía «accento, modulazione della voce», comp. di prós «accanto» e ōidḗ «canto»). Inizialmente indicante [...] cui ha posizione fissa (come polacco e francese), l’accento non svolge funzione distintiva ma demarcativa, indicando la fine di un morfema o di un costituente di ordine superiore (per es., in francese). L’accento può anche essere, in alcuni casi e in ...
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Il termine interferenza si riferisce all’azione di un sistema linguistico su un altro e agli effetti provocati dal contatto tra lingue, e si usa in una duplice accezione: per indicare i ➔ prestiti di elementi [...] fonema /y/, così come il ted. Länder (plur. di Land) non arricchisce la flessione nominale dell’italiano del morfema plurale -er.
La storia dell’evoluzione del ➔ lessico italiano può essere letta come il risultato della progressiva sedimentazione e ...
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La derivazione è un processo morfologico che consiste nella formazione di una parola nuova tramite l’aggiunta di un affisso (➔ affissi), cioè di un elemento non libero (tecnicamente, un morfo legato), [...] derivate sono più complesse di quelle di base, in quanto di norma risultano dall’aggiunta di morfemi derivazionali; la derivazione per retroformazione (➔ retroformazioni), consistente nella sottrazione di affissi, costituisce un processo marginale ...
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La prima poesia macaronica nasce come ‘genere’ a Padova alla fine del XV secolo, caratterizzata dallo scontro di elementi linguistico-culturali popolareggianti e rusticali con la tradizione latino-umanistica; [...] pur mantenendo una morfologia superficiale latina, si conserva l’ordine volgare della sequenza con: l’inserzione immediata di morfemi latini in lessemi dialettali (del tipo bachetas, cagavit); il comparativo latino di un lessema volgare: «Non est in ...
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Il termine rianalisi abbraccia fenomeni linguistici di varia natura, per lo più in prospettiva diacronica, e con riferimento a livelli d’analisi diversi (morfologia, sintassi). Il termine evidenzia una [...] ciste.
(h) Formazione del singolare a partire da lessemi in /-i/: in altri casi la finale in /-i/ è reinterpretata come morfema plurale da cui si ricava il singolare: per es., francone *wai > fr. ant. guai > it. guai!, interiezione, circa 1224 ...
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Medicina
Complesso di strutture che mantiene in reciproca contiguità due o più superfici ossee.
Classificazione
Gli elementi scheletrici che costituiscono le a. possono essere mobili, semimobili o fissi; [...] diversi, ciascuno individuato da una specifica forma lessicale (lessema) o grammaticale (morfema); un secondo livello di a. è dato dallo strutturarsi di lessemi e morfemi in fonemi. Gli elementi dotati di significato si dicono perciò unità di prima ...
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Vicino Oriente antico. L'origine della scrittura e del calcolo
Denise Schmandt Besserat
Jean-Jacques Glassner
Jöran Friberg
Robert Englund
L'origine della scrittura e del calcolo
Le registrazioni [...] sistema, chiamato generalmente 'sistema logo-sillabico' (Gelb 1963), i logogrammi rappresentano i morfemi liberi, mentre i sillabogrammi rappresentano i morfemi non liberi (ricorrendo alla polivalenza; per es., il segno SU rappresentava al tempo ...
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HITTITI (XVIII, p. 510)
Walter BELARDI
Hittito geroglifico. - Con questa espressione (anche ittito o eteo geroglifico) si intende designare la lingua usata nelle iscrizioni che sono redatte in scrittura [...] luvia e geroglifica è sostanzialmente identica; l'uso delle particelle congiuntive -ḫa, -pa, -wa coincide. Per alcuni morfemi della declinazione, invece, luvio e geroglifico si differenziano (vedi sopra). Nel lessico il geroglifico in molti casi va ...
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morfema
morfèma s. m. [der. del gr. μορϕή «forma», sul modello di fonema] (pl. -i). – In linguistica, elemento formale che conferisce aspetto e funzionalità alle parole e alle radici, definendone la categoria grammaticale e la funzione sintattica....
morfemica
morfèmica s. f. [dall’ingl. morphemics, der. di morpheme «morfema»]. – Settore della linguistica strutturale che studia i morfemi sia in quanto elementi lessicali, unità minime significative (m. lessicale, corrispondente approssimativamente...