La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] e della retorica. All’inizio della sua grammatica Fortunio enuncia la «prima regola del nome»: «li nomi li quali in alcuna di queste vocali e overo o finiscono il loro minor numero, in questa vocale i il maggior harran terminato» (Fortunio 2001: 3 ...
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Si può definire gesto qualsiasi movimento fatto con le mani, le braccia o le spalle. Ma esistono gesti pratici (quelli che si fanno per afferrare o per costruire un oggetto, aprire una porta, appoggiarsi [...] del metacarpo, movimento.
Ogni parametro può assumere un certo numero di valori, per cui in quel sistema ogni gesto è più noto come gesto dell’ombrello) e la mano a tulipano.
Il primo è in realtà diffuso in tutto il mondo: il gesto fallico di battere ...
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In italiano i nomi (chiamati anche, con termine tradizionale, sostantivi) sono una delle ➔ parti del discorso variabili (anche se esistono nomi invariabili) e, come accade in tutte le lingue, occupano, [...] essi sono variabili per ➔ genere; quasi tutti, per ➔ numero (salvo i nomi invariabili: caffè, città, virtù, cinema, ecc struttura di macchina a vapore, ha una diversa semantica: nel primo caso a indica una peculiarità operativa, nel secondo un tipo ...
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Il sintagma nominale è un tipo di sintagma (➔ sintagma, tipi di) il cui elemento principale – quello che determina l’➔accordo e la funzione sintattica dell’intera combinazione – è un nome. In termini tecnici, [...] Nella lingua parlata, i nomi di questa lista sono ancora più numerosi:
(22) il discorso che non vuoi più partire non mi convince d’oro
b. New York la grande mela
c. Per primo Agamennone, signore di popoli, sbalzò dal carro il capo degli Alizoni ...
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Galileo Galilei nacque nel 1564 a Pisa, dove trascorse l’infanzia fino al 1574 e dove tornò dopo sette anni di studio nel monastero di Santa Maria di Vallombrosa, per i corsi universitari (1581-1585) e [...] eventuali plagi. In una lettera del 1640 (due anni prima della morte) indirizzata al principe Leopoldo di Toscana lo cose son determinate da tre, principio, mezo e fine, che è il numero del tutto? (VII, 34)
Salviati, quando riprende la parola, cambia ...
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Tradizionalmente prosodia è un termine della metrica classica, dove designa lo studio del verso (gr. prosōidía «accento, modulazione della voce», comp. di prós «accanto» e ōidḗ «canto»). Inizialmente indicante [...] o F0), percepita come altezza tonale e corrispondente al numero di aperture e chiusure della glottide (area compresa tra , in italiano la sillaba forte all’interno del piede è la prima, benché in altre lingue possa essere l’ultima); il piede può ...
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L’idea di subordinazione rimanda a una struttura di frase complessa, nella quale uno o più costituenti sono a loro volta frasi, formate da un predicato (tipicamente, un verbo; ➔ predicato, tipi di) saturato [...] congiunzione:
(48) dopo che è piovuto il fiume è straripato
(49) prima che piovesse il livello del fiume era basso
(50) sebbene sia piovuto, il reggere una completiva:
(56) controllato che il numero legale fosse stato raggiunto, il presidente aprì l’ ...
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Tradizionalmente l’articolo è considerato una parte del discorso (➔ parti del discorso). In termini moderni, fa parte di quella classe di parole che operano come modificatori del nome (o del sintagma nominale; [...] creare situazioni di varia complessità. La flessione per genere e numero, ad es., può espandere il novero degli articoli, come anaforica di un elemento già introdotto nel testo le prime tracce dell’articolo romanzo: un elemento dimostrativo (ipse o ...
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Analfabetismo indica la condizione di chi non conosce e non sa usare l’alfabeto né per leggere né per scrivere, e dunque dispone solo della lingua parlata. Alfabetismo indica, all’opposto, la conoscenza [...] non solo sulla capacità di scrivere (dei coscritti nel primo caso, di tutti i cittadini e le cittadine nel Frascadore 1991).
Per il Settecento gli studi sono un po’ più numerosi, anche se le fonti non sono universali, standard e dirette. Nel ...
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Le semivocali sono suoni di tipo vocalico che, nei dittonghi (➔ dittongo) e nei trittonghi (➔ trittongo), si combinano alle ➔ vocali propriamente dette. Una suddivisione più fine oppone le semivocali alle [...] formantiche (cfr. Maddieson & Emmorey 1985 e il numero monografico di «Lingua» 2008).
Per altri, le semivocali sono dalle semivocali vere e proprie, che sono lunghe: la durata media delle prime è di 50 ms, mentre quella delle seconde è di 80 ms ...
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numero
nùmero s. m. [dal lat. numĕrus; cfr. novero]. – 1. Ciascuno degli enti astratti che rappresentano insiemi di unità, ordinati in una successione infinita (serie naturale dei n.) nella quale ogni elemento conta un’unità in più rispetto...
primo
agg. [lat. prīmus, superl. dell’avv. e prep. ant. pri «davanti», da cui anche il compar. prior]. – 1. Numerale ordinale (indicato con 1° se si utilizzano cifre arabiche, oppure con il numero romano I) che, con il suo normale uso di agg.,...