Giambattista Vico nacque a Napoli il 23 giugno 1668, in una famiglia di modeste condizioni (il padre era libraio). Intrapresi gli studi di filosofia come esterno presso il collegio dei gesuiti di Napoli [...] frequente e sintomatico ricorso alla ripresa del soggetto dopo un inciso o un sintagma interposto, e al «gioco di richiami reciproci fra , rist. anast. dell’ed. di Napoli 1725, a cura di T. Gregory & A. Duro, Roma, Edizioni dell’Ateneo, 2 ...
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Per variazione diatopica (dal gr. diá «attraverso» e tópos «luogo») si intende la ➔ variazione linguistica su base geografica. L’espressione è stata, se non creata, certo diffusa negli studi linguistici [...] 106); in molte varietà centrali e meridionali è reso con [jj] o anche con [j], che a volte costituisce un tratto caratterizzante anche ), Corso di linguistica generale, introduzione, traduzione e commento di T. De Mauro, Roma - Bari, Laterza (1a ed. ...
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Niccolò Machiavelli nacque a Firenze il 3 maggio 1469. Sulla sua formazione dà notizie il Libro dei Ricordi del padre Bernardo, dottore in legge. Il 19 giugno 1498 divenne segretario della seconda cancelleria [...] contro -ano in paiano «paiono» (3 h.); la prima persona dell’imperfetto indicativo in -o, ero (1 a.), e non in -a come nel fiorentino «aureo»; fussi (1 con introduzione di L. Russo, a cura di M.T. Lanza, Milano, Feltrinelli (1a ed. 1950).
Dionisotti, ...
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Il termine predicato (lat. praedicātu(m) «ciò che è affermato [di qualcosa]») compare per la prima volta all’inizio del medioevo nel commento di Boezio al De interpretatione aristotelico. Aristotele aveva [...] al possesso di una qualità (1), all’appartenenza a una classe (2) o all’aver luogo di un’azione (3):
(1) il sole splende
(2 di Linguistica Italiana (Madrid, 21-25 febbraio 1995), a cura di T. De Mauro & V. Lo Cascio, Roma, Bulzoni, pp. ...
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L’italiano di Milano si può definire come una sottovarietà galloitalica dell’➔ italiano regionale settentrionale (che esclude cioè l’italiano regionale del Triveneto). La sua fisionomia va collegata ai [...] costo, [ˈskor-ʤere] scorgere, [skleˈrozi] sclerosi (e suffissati dotti in -osi); e dove la o è pronunciata aperta come in [ˈdɔtːʃa] doccia, [ˈpɔsto] posto, [kwaˈtːɔrdiʧi] quattordici, e nei suffissati in -oio: [korːiˈdɔjo] corridoio, [ˌinːafːjaˈtɔjo ...
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In ambito linguistico e letterario, con purismo si intende ogni dottrina e atteggiamento critico-normativo, a carattere tradizionalista, che rifiuta e condanna con intransigenza ➔ neologismi, tecnicismi, [...] pescare ne’ Padri di questa lingua e raccoglierne le voci, o dimesse, o da’ compilatori del Vocabolario dimenticate, sarà un vero arricchirla (Cesari , fra i quali ricordiamo quelli di G. Bernardoni, di T. Azzocchi, di Puoti e, a fine secolo, di P ...
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L’alfabeto italiano è l’insieme dei segni grafici o ➔ grafemi (o in termini usuali, lettere) che servono a trascrivere la lingua italiana. L’alfabeto italiano prosegue l’alfabeto della lingua latina, che [...] si può dividere. come a b c e le altre dall’ALFABETO: che sono ventidue, a b c d e f g h i l m n o p q r s t u x y z (Dolce 2004: 260).
L’inclusione di alcune lettere e il loro impiego rimasero, infatti, oscillanti per secoli. Ad es., sull’uso della ...
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Gli scambi dialogici scritti mediante più computer collegati in rete (posta elettronica e chat) rientrano nel sistema dei nuovi media (➔ Internet, lingua di). Alcune caratteristiche della posta elettronica [...] posta elettronica e le chat assomiglino di più a un testo scritto o a uno parlato, quel che è evidente è che gli interlocutori C. Bazzanella, Milano, Guerini, pp. 253-267.
Canobbio, Andrea T. (2005), Blog: la lingua che uccide, «Lingua italiana d’oggi ...
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L’uso letterario del dialetto va considerato in rapporto alla scrittura nella lingua letteraria comune, così come la stessa nozione di dialetto è complementare a quella di lingua. Nella storia linguistica [...] , come nel terzo verso («Tràgemi d’este focora se t’este a bolontate»), citato nel De vulgari eloquentia come esempio per i testi di lingua.
Di Giacomo, Salvatore (2009), “’O Funneco verde” secondo il testo del 1886, edizione critica a cura ...
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Le varietà italo-albanesi (arbëresh) sono parlate in 50 comunità (di cui 41 sedi comunali), distribuite in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia (fig. 2). Gruppi albanofoni [...] , mancano di una forma verbale di infinito. Nelle frasi subordinate che nelle lingue romanze o germaniche hanno l’infinito, il verbo ha forma finita, introdotta dalla particella tə (Part) come negli esempi della parlata di Firmo in (6) a. e b.:
(6 ...
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t, T
(ti, ant. o region. te 〈té〉) s. f. o m. – Diciannovesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma deriva da quella del tau greco, identico nella maiuscola (che a sua volta è una modificazione del segno dell’alfabeto fenicio, dove aveva...
t.p.l.
(o T.P.L.). – Nella marina mercantile, abbrev. di tonnellate portata lorda, insieme dei pesi mobili (in tonnellate metriche o inglesi), ivi compresi i passeggeri, le merci, l’equipaggio, l’acqua, i viveri, il combustibile, ecc., che...