Poeta latino (Sulmona 43 a. C. - Tomi, sul Mar Nero, 17 d. C.). Venuto giovanissimo a Roma, vi studiò retorica, ma passò presto alla poesia. Fu a contatto con i maggiori letterati e poeti del suo tempo, come Messalla, Cornelio Gallo, Properzio, Orazio, e frequentò la corte di Augusto, conducendo vita brillante. Esercitò magistrature minori, dopo un viaggio d'istruzione in Grecia, Egitto e Asia, e una ...
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Poligrafo (Bologna 1601 - ivi 1671); dal 1625 prof. nell'univ. di Bologna, si occupò di scienze naturali, di letteratura e di storia, soprattutto della sua città; autore di una Bibliotheca bononiensis (1641), l'opera sua più interessante è lo studio del dialetto bolognese nel Vocabolista bolognese (1660) ...
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Filologo e letterato (Campobasso 1849 - Napoli 1925), fratello di Enrico, fu prof. di lingue e letterature neolatine all'univ. di Napoli (dal 1876), senatore dal 1905, socio nazionale (1897) e presidente (1916-20) dell'Accademia dei Lincei. Studioso dei problemi di storia della cultura, pubblicò importanti lavori sulle lingue romanze (Sull'origine dell'unica forma flessionale del nome italiano, 1872; ...
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Poeta latino, contemporaneo di Ovidio; scrisse Cynegetica, poema sulla caccia di cui ci restano i primi 541 esametri, oltre la metà dei quali riguardano i cani. ...
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Canzoniere amoroso del poeta latino Ovidio Nasone, in distici elegiaci. L'opera, composta a partire grosso modo dal 23 a.C., venne pubblicata in una prima edizione più ampia, in cinque libri, nel 14 a.C. [...] e poi, in quella giunta a noi, ridotta a tre libri, pochi anni dopo. Quasi tutta di argomento erotico, la raccolta comprende elegie in cui il poeta canta il suo amore per Corinna, ma anche un componimento ...
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(lat. Metamorphoseon libri) Poema mitologico di Ovidio in esametri, in 15 libri, in cui il poeta, in una vasta successione di racconti collegati talvolta solo da un leggero legame di ricordi, somiglianze [...] trasformazione. Prima dell'esilio a Tomi (8 d. C.) l'opera era ultimata e aveva già avuto una sua diffusione, anche se Ovidio (Tristia I, 7) si lamenta di non averle potuto dare l'ultima mano. La fortuna di essa fu enorme; fu inesauribile fonte ...
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(lat. Lara) Ninfa del Lazio, di cui parla Ovidio (Fasti II, 583 seg.); rivelò a Giunone l’amore di Giove per Giuturna, perciò il dio le fece mozzare la lingua e l’affidò a Mercurio che la portasse negli [...] Inferi; Mercurio le fece violenza e nacquero due gemelli, gli dei Lari ...
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ADALBERTO di Samaria (Alberto di Samaria, Adalberto Samaritano)
Ovidio Capitani
È il primo "magister"di ars dictandi della scuola bolognese che si possa identificare con una certa sicurezza. Pur non [...] conoscendosi né la data della sua nascita né quella di morte, si può supporre che sia vissuto tra la fine del sec. XI e la prima metà del sec. XII, perché di lui parla come di uomo già adulto Ugo di Bologna, ...
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Poeta epico romano (1º sec. a. C.), amico di Ovidio, fu da lui esaltato, mentre Quintiliano lo dice più versificatore che poeta. Fu autore di un Bellum Siculum, non pervenutoci, sulla guerra contro Sesto [...] Pompeo ...
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Poeta romano (fine 1º sec. a. C.); lodato da Ovidio, esaltato fra i massimi da Velleio Patercolo, meno apprezzato invece da Quintiliano, fu autore di un poema perduto sulla battaglia di Azio e la morte [...] di Cleopatra; a lui può probabilmente ricondursi un anonimo frammento (67 versi) in un papiro ercolanese ...
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moralizzazione
moraliżżazióne s. f. [der. di moralizzare]. – 1. L’azione e l’effetto del moralizzare: intensa, efficace m.; m. della vita pubblica. 2. Procedimento ermeneutico – praticato soprattutto nella cultura medievale – attraverso il...
anguipede
anguìpede agg. e s. m. [dal lat. anguĭpes -ĕdis, comp. di anguis «serpe» e pes pedis «piede»]. – Propr., che ha serpenti per piedi; epiteto dato già da Ovidio ai giganti che tentarono la scalata al cielo, immaginati con i piedi tortuosi...