BENE da Firenze
Nacque, a quanto affermò egli stesso, a Firenze, in data imprecisata, ma sicuramente dopo la metà del sec. XII. È probabile che compisse gli studi a Bologna, dove negli anni intomo agli [...] distingue per l'indipendenza di giudizio su varie questioni assai discusse nel Medio Evo come, per es., quella del participio assoluto e dell'ablativo assoluto; notevole anche la sua trattazione dei modi.
Nel codice pisano segue alla Summa grammatice ...
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Semiti Gruppo linguistico del Vicino Oriente che in origine occupava la regione compresa fra i monti Tauro e Antitauro a nord, l’altopiano iranico a est, l’Oceano Indiano a sud, il Mar Rosso e il Mediterraneo [...] le varie modalità dell’azione. Ogni tema ha, nella maggior parte delle lingue semitiche, accanto a forme nominali (participio e infinito), due coniugazioni, dette impropriamente tempi (in realtà aspetti): una a prefissi e suffissi per l’azione ...
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I verbi di percezione sono ➔ verbi che denotano processi percettivi (vedere, sentire, fiutare, ecc.) che hanno luogo in un soggetto esperiente. Rimandando alla sfera sensoriale (specialmente visiva o uditiva), [...] (➔ aspetto). Talvolta, coi verbi passivi e con alcuni verbi intransitivi, in opposizione all’infinito, si può avere un participio passato dal valore aspettuale perfettivo:
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a. ho visto una mosca morire
b. ho visto una mosca morta.
Nella ...
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I diminutivi sono un tipo di alterati (➔ alterazione) per derivazione il cui significato è genericamente attenuativo. L’attenuazione ha esiti diversi a seconda della base di derivazione. Rainer (1990: [...] , e in particolare quelli in -ino, sono molto produttivi con gli astratti deverbali costruiti sulla forma del participio passato femminile: fumatina, telefonatina (cfr. Gaeta 2004: 338-346). Quanto alle basi aggettivali, sono ammessi in genere ...
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Con il termine diatesi (dal gr. diáthesis, lett. «disposizione»; in inglese è in uso il termine voice, reso in italiano con voce) si intende una categoria propria dei ➔ verbi che serve a esprimere le correlazioni [...] del si passivante si colloca accanto alla più diffusa costruzione passiva, formata da un ausiliare (generalmente essere) e dal participio passato, per la quale si veda la voce apposita (➔ passiva, costruzione).
Accanto a quella attiva (non marcata) e ...
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GRAMMATICA GENERATIVA
Giulio Lepschy
. La g. g. (di cui la g. trasformazionale è il tipo più importante) costituisce la maggiore novità nella linguistica teorica contemporanea. È stata ideata e costruita [...] 'essa un frase grammaticale (i valori di Aus serviranno a coniugare essere, e -to indica che V andrà al participio passato). Questa è la trasformazione passiva. La g. ha una componente sintagmatica e una componente trasformazionale; le trasformazioni ...
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Il lessico è l’insieme dei lessemi (o, con termine non tecnico, delle parole) di una lingua. Come altre lingue nazionali, che vengono usate da secoli per molte delle principali funzioni comunicative, anche [...] i cambi di categoria dovuti a ➔ grammaticalizzazione di lessemi latini o già italiani, come la preposizione durante (< participio presente) o l’avverbio di negazione mica (< nome).
Rinviando alle voci relative alle varie parti del discorso per ...
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Tradizionalmente prosodia è un termine della metrica classica, dove designa lo studio del verso (gr. prosōidía «accento, modulazione della voce», comp. di prós «accanto» e ōidḗ «canto»). Inizialmente indicante [...] interno della parola (è la sillaba accentata o tonica) rispetto alle altre (dette atone: per es., /pi/ in capìto, participio passato di capire). In questi casi si tratta di accento lessicale (ingl. stress o word accent) e primario, poiché rappresenta ...
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Il perimetro del linguaggio della moda è difficilmente definibile. Il termine moda (dal fr. mode, connesso al lat. modus «maniera») è attestato per la prima volta in italiano nel trattato moraleggiante [...] corpo (ginocchiera, panciera, ventriera);
(b) denominali e deverbali con ➔ conversione o retroformazione e suffisso del participio passato (borchiato, bottonato, cinzato), cui si connettono molti neologismi in -tura (calandratura 1962);
(c) deverbali ...
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Le varietà italo-albanesi (arbëresh) sono parlate in 50 comunità (di cui 41 sedi comunali), distribuite in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia (fig. 2). Gruppi albanofoni [...]
mbulɔhen mbulɔhʃin u mbuluan
Nella maggior parte delle varietà italo-albanesi, nelle formazioni aspettuali con il participio, l’ausiliare kam «avere» caratterizza i costrutti transitivi, intransitivi (5) a. e b., e medio-riflessivi (5 ...
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participio
particìpio s. m. [dal lat. participium, traduz. del gr. μετοχικόν «partecipante»]. – Modo nominale del verbo, così chiamato dai grammatici greci perché partecipe, da un lato, della categoria dei nomi, di cui segue la flessione distinguendo...
composto
compósto agg. e s. m. [part. pass. di comporre]. – 1. Messo insieme, risultante dall’unione di più elementi (contr. di semplice): corpi c.; moti c.; parole c., risultanti da composizione; tempi c., in grammatica, quelli formati con...