I primi esempi di uso letterario dell’italiano da parte di uno scrittore straniero sono i due componimenti del trovatore provenzale Raimbaut de Vaqueiras (che tra il 1180 e i primi del Duecento vive e [...] del giovane poeta, che non si limitano affatto al solo Petrarca, ma coinvolgono autori quali ➔ Pietro Bembo in rovuma e fe’ ciò che fe’? Sì, lo so, e po’ appresso? Lava pulito e non sbrodolare! Rimboccamaniche e scioglilinguagnolo. Ma la zucca ...
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Il termine ortografia (dal gr. ortographía, comp. di orthós «retto, corretto» e -graphía «scrittura») identifica l’insieme delle convenzioni normative che regolano il modo di scrivere una lingua considerato [...] ➔ Pietro Bembo e Aldo Manuzio (laziale d’origine) sono concordemente ritenuti le figure trainanti del conguaglio impropria dei monosillabi (come sà, fù e pò, sempre più raramente scritto correttamente po’, in forma apocopata) e l’incertezza nell ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] Le Prose della volgar lingua di ➔ Pietro Bembo, pubblicate nel 1525, sono il . Anche Boccaccio aveva adoperato, in certe parti del Decameron (per es. quelle dialogiche) un linguaggio lingua, estranea al radicalismo un po’ superficiale di Verri, è senz ...
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Si intendono per volgari medievali d’Italia le varietà linguistiche diverse dal latino scritte in Italia nel medioevo e nel primo Rinascimento prima dell’imporsi del fiorentino, chiamato ben presto toscano [...] fine dell’XI secolo, e si moltiplicano nei secoli successivi. Un po’ più tardi (XII sec.), ma sempre precoci rispetto al resto arcaizzante di ➔ Pietro Bembo, che appoggiava la lingua letteraria all’uso degli autori fiorentini del Trecento, soprattutto ...
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Il vocabolario è uno dei pochi prodotti culturali che si siano sviluppati in autonomia in epoca moderna (cfr. Auroux 1992: 33). È vero che dizionari e glossari esistevano già in epoca classica, simili [...] mille pagine, era dedicato alla sezione alfabetica A, il secondo, un po’ più piccolo, alle sezioni alfabetiche B-Z. Tra il 1829 e Rigutini e Pietro Fanfani, del 1875, e il Nòvo dizionàrio universale della lingua italiana del pistoiese Policarpo ...
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Si definiscono frasi infinitive quelle frasi (sia principali che subordinate) in cui il predicato è costituito da un verbo all’infinito. La frase infinitiva può comparire in varie costruzioni, e cioè: [...] Ma prenderne nota, e riderne, questa volta era stato un po’ più difficile delle precedenti (Giorgio Bassani, Il giardino dei (Maraini, L’età del malessere, p. 18).
Per i dettagli su questa struttura, ➔ infinito.
Aretino, Pietro (1990), Lettere, a ...
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La produzione in prosa e in poesia del XVII secolo è concepita all’insegna del barocco, ispirata cioè all’abnorme e tendente all’iperbole e alla ‘maraviglia’. Il senso dispregiativo del termine si estese [...] e si stabilizzò la norma elaborata nel Cinquecento da ➔ Pietro Bembo per la lingua letteraria, che si riconvertì in parte delle culture dialettali (➔ dialetto, usi letterari del). Si teorizzava un po’ dovunque la dignità delle varie ‘lingue’ locali ...
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Tra le varietà regionali italiane, quella di Roma presenta alcune caratteristiche specifiche: da un lato si tratta, ormai da molti decenni, della varietà con cui tutti gli italiani vengono più spesso a [...] stato») e dalla capitale la tendenza si va espandendo un po’ dovunque; in molte zone del Lazio si ha invece la palatalizzazione in [ʃ] di /s . 83-110.
Trifone, Pietro (1992), Roma e il Lazio, Torino, UTET.
Trifone, Pietro (2008), Storia linguistica di ...
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Le preposizioni sono ➔ parti del discorso invariabili, che hanno la funzione di mettere in relazione un costituente della frase con altri costituenti della stessa frase (metti il libro sul tavolo; la macchina [...] po’ (Ligabue 2005: 124).
La semantica delle preposizioni può essere affrontata da due punti di vista: quello del (1a ed. 2004).
Dardano, Maurizio & Trifone, Pietro (1997), La nuova grammatica della lingua italiana, Bologna, Zanichelli ...
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Si può definire gesto qualsiasi movimento fatto con le mani, le braccia o le spalle. Ma esistono gesti pratici (quelli che si fanno per afferrare o per costruire un oggetto, aprire una porta, appoggiarsi [...] e diviene visibile a tutti. Un uso ironico del gesto è quello di Antonio Di Pietro, pubblico ministero nel processo Mani pulite (1992 in una certa regione un gesto ha un significato un po’ diverso da quello che ha nel resto d’Italia: lisciarsi ...
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uòvo (pop. òvo) s. m. [lat. ōvum, lat. volg. ŏvum] (pl. le uòva). – 1. In biologia, il gamete femminile costituito da una cellula di varie dimensioni (detto perciò anche cellula uovo), di forma per lo più sferica, ellissoidale o cilindrica,...
manettismo s. m. Nel linguaggio giornalistico e politico, in senso polemico, tendenza ad assumere posizioni fortemente colpevoliste in àmbito giudiziario. ◆ Anche Enzo Carra torna indietro con la memoria. A quando lui, all'epoca portavoce della...