L’area linguisticamente meridionale d’Italia comprende in realtà anche zone che, dal punto di vista geografico, sono ancora centrali, come una parte della provincia di Ascoli Piceno, a sud del fiume Aso, [...] zii (papà, mi sentite?), anche se in Abruzzo resiste l’antico uso latino di dare del tu quasi sempre, lasciando il voi (e, oggi, 568-607.
Cirese, Eugenio (1997), Oggi domani ieri. Tutte le poesie in molisano, le musiche e altri scritti, a cura di A.M ...
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Il termine ortografia (dal gr. ortographía, comp. di orthós «retto, corretto» e -graphía «scrittura») identifica l’insieme delle convenzioni normative che regolano il modo di scrivere una lingua considerato [...] è saltuariamente presente, mentre è frequente l’uso etimologico di ‹x›, dei nessi latini ‹ti› e ‹ci› e di combinazioni quali ‹ct›, ‹nct›, ‹pt›, imitare per scrivere in volgare: Petrarca per la poesia, Boccaccio per la prosa. Il secondo, collaborando ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] a poco i diversi volgari riescono a trovare spazio: è il latino a fornire agli scriventi (e poi agli scrittori) modelli linguistici, scelta e nella classificazione dantesca delle parole adatte alla poesia lirica, da cui sono scartate, oltre ai ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] , se non proprio esclusiva: Cicerone e Virgilio, l’uno per la prosa, l’altro per la poesia.
Veniva proposta insomma, in riferimento alla lingua latina, la cosiddetta teoria dell’imitazione, poi applicata da Bembo al volgare, indicando come modelli ...
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Si intendono per volgari medievali d’Italia le varietà linguistiche diverse dal latino scritte in Italia nel medioevo e nel primo Rinascimento prima dell’imporsi del fiorentino, chiamato ben presto toscano [...] tra questo primo episodio e un uso stabile, questa volta alternato a quello del latino, del volgare siciliano. Non si tratta più di poesia, ma di testi amministrativi, compresi quelli del Regnum Siciliae, in volgare palermitano, conservati dal ...
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L’area umbro-marchigiana, anche a causa della sua conformazione geografica, è stata interessata da vicende storiche piuttosto complesse, sebbene la geografia non le abbia assegnato confini naturali rigidamente [...] a sostantivi che non ammettono una forma plurale, e che spesso erano neutri già in latino: [lu ˈmunːu] «il mondo» (lat. mundus), ma [lo ˈfer , ancor oggi, la raccolta antologica La poesia dialettale marchigiana pubblicata nel 1934 da Giovanni Crocioni ...
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La Sicilia, buona parte della Calabria e il Salento (la parte meridionale estrema della Puglia) formano l’area linguistica definita meridionale estrema. Tale territorio trova proprio nella sua posizione, [...] quale mancano le vocali chiuse /e/ ed /o/, e diversi suoni vocalici latini originariamente distinti si sono fusi tra loro: [ˈfilu] «filo» < a partire dal Cinquecento, quella di un ritorno alla poesia d’amore, sia pure in un contesto culturale ...
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La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; [...] la quale era prerogativa di quelle regolate e letterarie, come il latino stesso e il greco. Alberti non aveva letto il De vulgari l’imitazione di modelli, identificati in primo luogo nella poesia di ➔ Francesco Petrarca e nella prosa più elevata del ...
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Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 dalla figlia di Cesare Beccaria, Giulia, moglie presto separata del ricco possidente Pietro Manzoni. Dopo un decennio trascorso in collegio dai padri somaschi [...] e forme della tradizione lirica (Serianni 2009).
La poesia giovanile antecedente la conversione (1801-1809) è dominata dal gusto neoclassico, elaborata retoricamente e ricca di aulicismi, ➔ latinismi e ➔ arcaismi nel lessico (come l’ultrice / fiamma ...
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La produzione in prosa e in poesia del XVII secolo è concepita all’insegna del barocco, ispirata cioè all’abnorme e tendente all’iperbole e alla ‘maraviglia’. Il senso dispregiativo del termine si estese [...] Ogni voce era accompagnata da esempi di uso letterario in poesia o in prosa, mentre proverbi e modi di dire erano bergamasco, milanese o napoletano per i servi. Il latino serviva a caratterizzare il pedante. La camaleontica transizione caricaturale ...
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poesia
poeṡìa s. f. [dal lat. pŏēsis, che è dal gr. ποίησις, der. di ποιέω «fare, produrre»]. – 1. a. L’arte (intesa come abilità e capacità) di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri...
rima1
rima1 s. f. [prob. lat. rhythmus «ritmo»]. – 1. L’identità di suono nella terminazione di due parole, dalla vocale tonica in poi, che si sente soprattutto quando le due parole sono a poca distanza l’una dall’altra nel discorso, e in...