Antropologia visiva
Cecilia Pennacini
Il rapporto tra antropologia visiva e mezzo cinematografico
Adottando la definizione semiologica introdotta da C. Geertz (1975) e largamente accettata, si intende [...] e dei movimenti, l'abbigliamento, gli ornamenti, le pitture e le deformazioni del corpo, la cinesica, la prossemica, la danza, il rito, il teatro, costituiscono altrettanti veicoli visuali dell'espressione culturale. Analogamente, il paesaggio viene ...
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Ullmann, Liv (propr. Liv Johanna)
Stefano Boni
Attrice e regista norvegese, nata a Tokyo il 16 dicembre 1939. Chiamata nel 1966 da Ingmar Bergman per il ruolo dell'attrice, chiusa in un assoluto mutismo, [...] non comuni nel caratterizzare un personaggio femminile complesso e contraddittorio, rinunciando alla parola e ricorrendo soltanto alla prossemica. Il regista si legò profondamente al volto e alla fisicità dell'attrice, che scelse come protagonista di ...
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Olivier, Laurence Sir (propr. Laurence Kerr)
Guido Fink
Attore e regista teatrale, cinematografico e televisivo inglese, nato a Dorking (Surrey) il 22 maggio 1907 e morto a Steyning (West Sussex) l'11 [...] fra madre e figlio, l'importanza di elementi scenografici quali le scale o il letto nuziale, la distanza non solo prossemica della figura di Ofelia: una lettura che, almeno per chi non conosceva l'edizione Guthrie-Olivier del 1937, doveva apparire ...
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Architettura
Alessandro Cappabianca
Il rapporto tra architettura e cinema
Spazialità del cinema e spazio dell'architettura
Il rapporto tra a. e cinema, ricco di implicazioni, scambi e sfumature, non [...] corrispondere ai percorsi dello sguardo le suggestioni tattili, motorie (corporee) di una vera e propria scienza delle relazioni spaziali (prossemica). Si è in presenza cioè di uno sguardo, quello della macchina da presa, che tocca e sente, in grado ...
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Svezia
Stefano Boni
Cinematografia
Il cinema svedese si sviluppò con qualche ritardo rispetto a quello di altri Paesi nordici come la Danimarca. Intorno al 1913, tuttavia, entrò nel suo periodo aureo, [...] di una nuova generazione di interpreti, più duttili e meno formali, completamente slegati dalla tradizione del muto che imponeva una prossemica elaborata e poco adatta al sonoro. La coppia formata da Hasso e Lagerwall interpretò, tra gli altri, due ...
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prossemica
prossèmica s. f. [dall’ingl. proxemics, der. di prox(imity) «prossimità», prob. col suff. -emics di phonemics «fonemica» e sim.]. – Parte della semiologia che studia il significato assunto, nel comportamento sociale dell’uomo, dalla...
spazio
spàzio s. m. [dal lat. spatium, forse der. di patēre «essere aperto»]. – 1. Con valore assol., il luogo indefinito e illimitato in cui si pensano contenute tutte le cose materiali, le quali, in quanto hanno un’estensione, ne occupano...