L’uso letterario del dialetto va considerato in rapporto alla scrittura nella lingua letteraria comune, così come la stessa nozione di dialetto è complementare a quella di lingua. Nella storia linguistica [...] non italiani (➔ Castiglione, Baldassarre; ➔ koinè). La curiosità verso forme diverse suggerisce tra l’altro le parodie di Luigi Pulci o Benedetto Dei (Folena 1991), o la ripresa del bergamasco, imitato dal veronese Giorgio Sommariva o citato a Genova ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] è pratico accostese alla latina (de’ docti parlo). Et volemo tucto il tusco idioma imitare per havere Dante, Boccaccio et Pulci non dico da imitare, ma robare? Cosa de imbecillo ingegno! Che, se dicti auctori si deperdissero, paricchi muti ad dito ...
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I nomi di parentela (detti anche, raramente, singenionimi, dal gr. syngenḗs «parente, consanguineo») sono nomi che indicano legami di parentela (ma non, necessariamente, di consanguineità) tra le persone, [...] per rivolgersi direttamente a un parente; è da notare infine che padre vale anche, per estensione, «antenato, ascendente» (cfr. Luigi Pulci, Morgante maggiore, I, 25, 1-3: «Gli antichi padri nostri nel deserto, / se le loro opre sante erano e giuste ...
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Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] popolaresca nella quale la naturalità del fiorentino si esalta. Così nel poema cavalleresco Morgante di Luigi Pulci (1460-1470 circa): lessico basso, comico, espressionistico, gergale (truogo «trogolo», scuffiare «sbruffare», ciuffalmosto «ubriacone ...
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Il verbo volgarizzare (attestato dal 1268) significa, in senso stretto, volgere un testo latino in lingua volgare (secondo un processo di traduzione ‘verticale’, dalla lingua più prestigiosa a una meno); [...] della Mulomedicina di Vegezio e poi della Vita e favole di Esopo; nel 1481, sempre a Firenze, Bernardo Pulci tradusse le Bucoliche virgiliane.
Un capitolo a parte spetta ai volgarizzamenti della Bibbia, molteplici e ininterrotti a partire dal ...
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L’anagramma (dal gr. aná «sopra» e grámma «lettera») è la condizione per cui due (o più) parole o due (o più) altre sequenze linguistiche sono costituite dallo stesso insieme di lettere (più raramente, [...] / «le cerve un dì traevano») o due endecasillabi rispettivamente del Burchiello («e ’invetriato par ciascun suo osso») e di Luigi Pulci («se tu trovassi a caso un pecorino»).
L’espressione «leopardy of words» impiegata nella sua poesia “The Poem” da ...
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La grammaticalizzazione è il fenomeno per cui forme linguistiche libere (per es., parole) perdono gradualmente l’autonomia fonologica e il significato lessicale, fino a diventare forme legate con valore [...] tutto il mondo qua in aiuto
[…] venga a mia vendetta […]
non riarò però quel ch’ho perduto
(Luigi Pulci, Il Morgante XX).
Una delle questioni più dibattute a livello teorico, relative alla grammaticalizzazione, riguarda l’unidirezionalità, ovvero ...
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L’italiano di oggi ha ancora in gran parte la stessa grammatica e usa ancora lo stesso lessico del fiorentino letterario del Trecento. Nella Divina Commedia, a cominciare dal I canto dell’Inferno, un italiano [...] (che egli lasciassi). Questi tratti, insieme con un lessico più popolaresco ed espressivo, possono essere ritrovati nel Morgante di Luigi Pulci (dove si trova -ano o -an per -iamo alla prima persona plurale del presente indicativo o che voi campassi ...
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pulce
s. f. [lat. pūlex -lĭcis]. – 1. Nome delle varie specie di insetti dell’ordine afanitteri, e in partic. di quelle appartenenti al genere Pulex, tra cui la pulce dell’uomo (lat. scient. Pulex irritans), ectoparassita anche di varî animali...
ventura
s. f. [lat. ventūra, neutro pl. di venturus (v. venturo): propr. «le cose che verranno», quindi «il futuro»]. – 1. a. Sorte, destino: predire, indovinare, leggere la v. (pop. dare, fare la v.); avvegna ch’io mi senta Ben tetragono...