Qualsiasi cosa (segno, gesto, oggetto, animale, persona), la cui percezione susciti un’idea diversa dal suo immediato aspetto sensibile. L’originaria funzione pratica, prevalente ma non esclusiva, è sostituita [...] di C.G. Jung. Né va dimenticato E. Cassirer, la cui Filosofia delle forme simboliche (1923-29) trasforma la kantiana ‘critica della ragione rappresentazione quasi pittorica di certi particolari, la tendenza, poi, è stata sempre più indirizzata verso ...
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Rapporto che collega, in maniera essenziale o accidentale, due o più cose, fatti, concetti.
Esposizione, orale o scritta, con cui si danno informazioni intorno allo statodi una questione, ai risultati [...] inviante o la sua espulsione da parte dello Stato ricevente per ragionidi carattere politico). La disciplina consuetudinaria della materia è stata codificata con la Convenzione di Vienna del 18 aprile 1961 sulle r. diplomatiche. R. esterne dell ...
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Filosofia
L’azione di considerare pensando e ripensando con attenzione e scrupolo. Nel linguaggio filosofico, il termine è andato storicamente caratterizzandosi in accezioni più specifiche. In J. Locke [...] sostanzialmente legato alla realtà sensibile, incapace di elevarsi al grado della ‘ragione’.
Fisica
In ottica, r. della luce alle leggi anzidette, informazioni sull’intensità e sullo statodi polarizzazione delle onde riflesse. Così se si considera, ...
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Matematico e filosofo (La Haye-en-Touraine 31 marzo 1596 - Stoccolma 11 febbraio 1650). Nel collegio dei gesuiti di La Flèche, seguì per nove anni (1605-1614) il consueto curriculum delle classi di grammatica, [...] per la conoscenza del mondo fisico, quanto un modello diragionamento deduttivo: le leggi della natura, la genesi e la del principio d'inerzia ("ogni parte della materia conserva lo stesso stato, fino a quando le altre, urtandola, non la costringano a ...
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Filosofo e scienziato (Lipsia 1646 - Hannover 1716). Dopo aver studiato filosofia a Lipsia, matematica a Jena e diritto a Altdorf, entrato in rapporto con i Rosacroce conobbe Johann Christian barone di [...] percezioni (la percezione è definita da L. "stato passeggero che comprende e rappresenta una molteplicità nell'unità e non vale per Dio, per cui anche le verità di fatto sono verità diragione, e quindi universali e necessarie. Le verità eterne, che ...
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Filosofo (Röcken, presso Lützen, 1844 - Weimar 1900). Nella sua opera convivono una violenta critica distruttiva verso il passato (la tradizione filosofica, morale e religiosa dell'Occidente da Socrate [...] di curare i mali dell'uomo con la ragione e con la dialettica, ossia "dicendo di no" alla vita invece didi verità, di veridicità, di sincerità) che da ultimo gli si è rivoltato contro e che porta a scoprire come il cristianesimo quale è stato ...
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Medico e filosofo (Pergamo 130 circa - ivi, probabilmente, 200 circa). Avviato agli studî di medicina dal padre Nikon, architetto, G. ricevette una completa preparazione culturale, in primo luogo basata [...] da un lato riducono tutte le malattie a due stati principali, la costipazione e il rilassamento, e dall' ., si produca qualche improvviso e "divino" mutamento. L'uomo di scienza e diragione dovrà difendersi da questo mondo, e dalla sua stessa anima, ...
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Diritto
C. del negozio giuridico Intesa da alcuni in senso soggettivo come l’ultimo motivo determinante della volizione negoziale, viene rappresentata oggi dalla dottrina prevalente quale la ragione e [...] dell’illiceità del motivo determinante.
C. petendi Espressione latina («ragione del domandare») con la quale si indica l’insieme dei le leggi causali sarebbero state rimpiazzate da relazioni matematiche funzionali. La previsione di Russell non si è ...
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Poeta e pensatore tedesco (Marbach, Württemberg, 1759 - Weimar 1805). Figlio di un medico militare, seguì il padre nei continui cambiamenti di residenza, finché (1773), per iniziativa del duca del Württemberg, [...] dell'accordo tra volontà e ragione, tra libertà e necessità nell'"anima bella". L'ideale di una nuova "umanità" estetica è frutto di un'armonia spontanea tra l'uomo e la natura dentro e fuori di sé; l'uomo moderno è invece in uno statodi intima ...
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razionalità Facoltà propria degli esseri dotati diragione.
Economia
La r. è una caratteristica dell’homo oeconomicus. Nella teoria economica tradizionale e moderna si distinguono due approcci alla r.: [...] ha posto nella individuazione di «buone ragioni» (cioè motivazioni soggettive plausibili) a fondamento del comportamento la possibilità di spiegarlo in termini di r. o, meglio, di ragionevolezza. Il concetto di r. è stato ampiamente dibattuto anche ...
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ragione
ragióne s. f. [lat. ratio -onis (der. di ratus, part. pass. di reri «fissare, stabilire»), col sign. originario di «conto, conteggio»]. – 1. a. La facoltà di pensare, mettendo in rapporto i concetti e le loro enunciazioni, e insieme...
stato2
stato2 s. m. [lat. status -us «condizione, posizione, stabilità» (der. di stare «star fermo»)]. – 1. Lo stare, lo star fermo (in contrapp. a moto, movimento), nelle espressioni del linguaggio grammaticale: complemento di stato in luogo;...