Filologo e critico letterario italiano (Chieti 1879 - Padova 1947), fratello di Maria. Insegnò (dal 1913) lingua e letteratura italiana nell'univ. di Bucarest; dal 1933 lingue e letterature neolatine a [...] . Ha contribuito largamente alla conoscenza in Romania della cultura italiana e in Italia della cultura romena. Oltre a un Manualetto rumeno (1946) e a saggi di linguistica e di letteratura, notevole è il suo Francesco da Barberino e la letteratura ...
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L’alfabeto italiano è l’insieme dei segni grafici o ➔ grafemi (o in termini usuali, lettere) che servono a trascrivere la lingua italiana. L’alfabeto italiano prosegue l’alfabeto della lingua latina, che [...] ).
Come l’italiano, sono trascritte in alfabeto latino le altre lingue neolatine (francese, provenzale, spagnolo, catalano, portoghese e rumeno, per il quale l’alfabeto latino è adottato dal tardo XVIII secolo in luogo del cirillico) e anche lingue ...
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L’accusativo preposizionale (detto anche oggetto preposizionale) è il fenomeno, diffuso in diverse parlate italiane e in varie aree romanze, per cui il complemento oggetto (➔ oggetto, costituito tanto [...] 30) los días siguen a las noches «i giorni seguono le notti»
(31) visitamos a Valencia «visitiamo Valencia»
In rumeno, dove un caso nominativo-accusativo si oppone a un genitivo-dativo, l’accusativo preposizionale è obbligatorio con i nomi propri (32 ...
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Le varietà italo-albanesi (arbëresh) sono parlate in 50 comunità (di cui 41 sedi comunali), distribuite in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia (fig. 2). Gruppi albanofoni [...] del dativo e del genitivo caratterizza anche il neogreco e il rumeno. Il ricorso a verbi di forma finita nelle frasi dipendenti esaminata (6) caratterizza il neogreco, il bulgaro, il rumeno, il serbo.
La classificazione delle varietà arbëreshe deve ...
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Betacismo (dal greco bētakusmós, all’incirca «il parlare usando il suono corrispondente alla lettera beta») è il processo fonetico in cui un suono fricativo labio-dentale sonoro /v/ o vocale alta posteriore [...] : verbex = vervex (Corp. Gloss. Lat.), VII, 193 o berbex (Petronio), che diventa in rumeno berbece e in francese brebis; corvus ~ * corbus, da cui il rumeno corb, il francese corbeau, e l’italiano toscano corbo; nervus ~ nerbus, in italiano nerbo (ma ...
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Con bilinguismo si intende genericamente la presenza di più di una lingua presso un singolo o una comunità. Il bilinguismo in senso lato costituisce la condizione più diffusa a livello sia individuale [...] antico insediamento (ad es., l’albanese) o una lingua di minoranza di recente immigrazione (ad es., il rumeno).
Quando in una comunità siano compresenti due lingue non differenziate funzionalmente e perciò utilizzabili sena distinzione in qualunque ...
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Si chiamano dimostrativi tutti quegli elementi ➔ deittici la cui interpretazione presuppone necessariamente il riferimento a componenti della situazione comunicativa (➔ contesto). Della categoria dei dimostrativi [...] legato alla seconda persona, prende il posto lasciato vuoto da hic, lasciando a sua volta una casella vuota. Francese e rumeno non riempiono il vuoto, mentre spagnolo, sardo e alcune varietà italiane centro-meridionali utilizzano, in questo ruolo, i ...
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Lingua degli Ebrei ashkenaziti, nata intorno al 10° sec., quando Ebrei provenienti dalla Francia e dall’Italia settentrionale si stabilirono in Renania. Il termine deriva dal ted. jiddish, alterazione [...] lo stile musicale praticato dai musicisti ebrei dell’Europa centro-orientale; contiene elementi del folclore tedesco, polacco, ungherese, rumeno, ai quali si uniscono antiche formule di canto e preghiera ebraiche, una base tonale che mescola modi ...
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Il dittongo è una sequenza di suoni formata da due vocali appartenenti alla stessa ➔ sillaba (tecnicamente, tautosillabiche): contengono dittonghi, ad es. le parole piede, fuoco, fiato, euro, baita, pausa. [...] 139).
Nelle lingue del mondo sono attestati anche elementi vocalici asillabici di media apertura; ad es., nei dittonghi ascendenti del rumeno, oltre a [j] e [w], si trovano anche [e̯] e [o̯]: beata [ˈbe̯ata] «ubriaca»; coarda [ˈko̯arda] «corda» (cfr ...
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slavismo
s. m. [der. di slavo]. – 1. Quanto è proprio del mondo slavo, usanza venuta dal mondo slavo. In linguistica, parola o locuzione propria delle lingue slave o di una lingua slava, considerata in sé o in quanto introdotta in un’altra...
babesia
babèṡia (o babeṡièlla) s. f. [lat. scient. Babesia o Babesiella, dal nome dello scopritore, il medico rumeno V. Babeş (1854-1936)]. – Genere di protozoi piroplasmidi, parassiti del sangue dei bovini e degli ovini.