segno Fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono trarre indizi, deduzioni, conoscenze ecc. Qualsiasi oggetto o più spesso figura che sia convenzionalmente assunta come espressione e rappresentazione [...] norma, una legge; l’esempio più ovvio è il s. linguistico). In rapporto all’interpretante il s. può essere un rema ( , il s. della radice quadrata, il s. d’uguaglianza ecc. I segni + e − indicano anche la positività o negatività di un numero; con ...
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Semantica
Giulio Lepschy
(XXXI, p. 334; App. III, ii, p. 692; IV, iii, p. 298)
Ciò che caratterizza gli studi di s. negli ultimi decenni del 20° secolo è la convergenza di due filoni di ricerca precedentemente [...] capovolta, da R. Barthes, per il quale la semiologia finisce con l'appartenere alla linguistica, in quanto i segni vengono presentati e analizzati linguisticamente, e per es. il sistema della moda finisce col risolversi nel linguaggio della moda ...
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Biologia
In biologia molecolare, la produzione, mediata dai ribosomi, di un polipeptide la cui sequenza di amminoacidi è derivata dalla sequenza di codoni di una molecola di RNAm (➔ proteine).
Informatica
Conversione [...] seguente: box→‘scatola’→scatola e viceversa, dove ‘scatola’ è la rappresentazione concettuale che funge da cerniera fra i due segnilinguistici.
Gli studi avviati in Europa già a partire dal 19° sec. sui rapporti fra lingua, pensiero e realtà, ma ...
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toponomastica Studio fondamentalmente linguistico dei toponimi o nomi di luogo, sotto l’aspetto dell’origine, della formazione, della distribuzione, del significato ecc. Nella t. si possono distinguere [...] o toponimia) e della antroponimia, che ha per oggetto lo studio dei nomi di persona. Le caratteristiche comuni sono fornite da un analogo segnolinguistico rappresentato dal solo significante, il quale ‘non significa’ (cioè è opaco), ma ‘identifica’. ...
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Dottrina elaborata da L. Hjelmslev come particolare indirizzo dell’orientamento strutturalista, di cui porta alle estreme conseguenze i presupposti teorici. Considerando fuori dei limiti scientifici della [...] (in quanto costituita da fatti fisici sul piano sia dell’espressione sia del contenuto), essa definisce il segnolinguistico in termini puramente relazionali, come rapporto cioè di mutua dipendenza (o ‘solidarietà’) tra una forma di espressione ...
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In linguistica, in contrapposizione a polisemia, il fatto che un vocabolo, un’espressione o un segnolinguistico in genere, abbia un significato unico. ...
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Forma di condotta comunicativa atta a trasmettere informazioni e a stabilire un rapporto di interazione che utilizza simboli aventi identico valore per gli individui appartenenti a uno stesso ambiente [...] di carattere fonico-acustico. La vocalità non è una caratteristica necessaria del l. verbale. Il fatto che i segnilinguistici possano essere e siano in effetti realizzati graficamente, a volte anche mimicamente e spesso endofonicamente, prova che la ...
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Il linguaggio dei segni
William C. Stokoe
Gli animali comunicano in molti modi assai complessi. Per esempio, i nostri parenti più vicini nel regno animale, gli scimpanzé, in alcuni momenti gesticolano [...] un milione di anni di evoluzione, gli scimpanzé non hanno trasformato queste poche coppie concetto-segno in segnilinguistici di livello superiore: i loro segni non possiedono la distinzione in classi richiesta dalle frasi e, quindi, le loro coppie ...
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Nei protocolli della linguistica moderna per linguaggio poetico si intende un particolare uso della lingua finalizzato a ottenere la comunicazione attraverso l’evidenza e la valorizzazione degli strumenti [...] serve a costruire la successione» (Jakobson 2002: 192).
La funzione poetica del linguaggio non è dunque solo un segnolinguistico orientato su sé stesso (può esserlo anche quella metalinguistica, in cui la lingua parla di sé stessa), ma anche ...
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Si intende con toponimo il nome proprio geografico (o nome locale, o nome di luogo). Si adoperano anche altri termini a seconda del tipo di toponimo: per es., agiotoponimo è quello che trae origine dal [...] ‘opachi’, non si intravvede quel significato che solitamente avevano quando si sono formati. Il toponimo infatti è un segnolinguistico che coincide con l’oggetto designato, con il referente: un nome come Roma fa pensare alla città così chiamata ...
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segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono...
registro
s. m. [lat. tardo regesta -orum, neutro pl.; v. regesto]. – 1. Libro, quaderno, fascicolo o volume formato da un certo numero di fogli (per lo più numerati progressivamente, contrassegnati e forniti di suddivisioni e indicazioni varie),...