L’espressione lingua parlata identifica un insieme di caratteristiche strutturali e funzionali che si manifestano primariamente, ma non in modo esclusivo, quando si usa la lingua attraverso il canale fonico-uditivo [...] Benjamins.
De Mauro, Tullio (1971), Tra Thamus e Theuth. Uso scritto e parlato dei segni linguistici, in Id., Senso e significato. Studi di semantica teorica e storica, Bari, Adriatica Editrice, pp. 96-114.
De Mauro, Tullio et al. (1993), Lessico di ...
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Medioevo: la scienza siriaca. Le scienze del linguaggio
Riccardo Contini
Le scienze del linguaggio
La grammatica
Gli inizi
Come per altre tradizioni linguistiche, l'origine, nella cultura siriaca, [...] sembra essere stata un'altra opera di Ḥunayn, su Parole simili tra loro ma non nel significato, che doveva comprendere anche vocaboli di significato affine, ma non sinonimi.
Un diverso genere lessicologico è costituito dalle raccolte di glosse a ...
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L’accusativo preposizionale (detto anche oggetto preposizionale) è il fenomeno, diffuso in diverse parlate italiane e in varie aree romanze, per cui il complemento oggetto (➔ oggetto, costituito tanto [...] ). Quindi, a prescindere dall’ordine dei due sintagmi, il ruolo di soggetto e oggetto in questo caso è definito dal significato del verbo. Inoltre, nella frase (9) l’intonazione non sarà neutra, ma marcherà il primo sintagma con una particolare curva ...
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La legge Tobler-Mussafia (così detta dal nome di Adolf Tobler e Alfredo Mussafia, i quali, rispettivamente nel 1875 e nel 1886, per primi osservarono nella distribuzione dei ➔ clitici in francese e in [...] faceva rifuggire dall’incominciare la proposizione […] con un monosillabo privo di accento, e quindi di suono e di significato soverchiamente tenue».
Nella storia degli studi si sono tentate altre spiegazioni che attribuiscono il fenomeno a cause di ...
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L’accento melodico (o accento musicale) è un accento di parola (➔ accento) in grado di dare rilievo alla sillaba prominente per mezzo di una particolare configurazione melodica, cioè una variazione di [...] si distinguono invece per la presenza di toni lessicali, cioè di particolari configurazioni melodiche che distinguono il significato delle parole in misura indipendente dall’intonazione di frase. Diversamente da queste lingue (dette lingue tonali) e ...
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Ciò che è riferito al popolo, inteso sia come collettività dei cittadini, senza distinzione di classi sociali, sia come insieme delle classi sociali meno elevate, socialmente e culturalmente svantaggiate.
Antropologia
Secondo [...] p. ecc.), ma non tanto la poesia del popolo, quanto la poesia d’autore di tono popolare. D’impostazione marxista sono il significato reale e il valore dialettico che ha assunto il concetto di p. nel pensiero di A. Gramsci, da cui hanno preso avvio ...
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Diritto
A. del giudice Soggetto che svolge attività complementari a quelle del giudice nell’esercizio della funzione giurisdizionale. Talvolta si tratta di un professionista che, avendo ricevuto un formale [...] .) e alcuni altri (nascere, morire, crescere ecc.); talvolta è possibile l’uso di entrambi gli a., con sensibili differenze di significato (per es.: sono corso a casa e ho corso per tre ore). I verbi riflessivi, o con coniugazione pronominale, hanno ...
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Insieme alle ➔ consonanti, le vocali (dal lat. (litteram) vocālem «lettera provvista di voce») sono una delle due fondamentali categorie di foni linguistici (➔ fonetica; ➔ fonologia).
Per definire le vocali [...] tribù). Solo per le toniche ossitone (cioè, perché, andò) o nei casi in cui sia necessario disambiguare il significato (còrso «abitante della Corsica» ~ córso «participio passato di correre»), le vocali semiaperte sono trascritte con l’accento grave ...
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Le frasi relative (dette anche semplicemente relative) sono frasi subordinate (➔ subordinate, frasi) che hanno la peculiarità di modificare un elemento nominale (detto antecedente o, meno spesso, testa [...] La relativa è infatti perlopiù collocata subito dopo il suo antecedente. La sua diversa posizione non comporta differenze di significato. La relativa incassata (11) però è considerata più complessa, soprattutto se è lunga, perché impone a chi legge o ...
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L’indicativo è uno dei modi della coniugazione del verbo (➔ modi del verbo; ➔ coniugazione verbale). Con i suoi otto tempi, quattro semplici (presente, imperfetto, passato remoto, futuro; ➔ tempi semplici) [...] vista semantico l’indicativo soffre di minori restrizioni degli altri modi, ai quali tende a sostituirsi assumendo anche significati modali non fattuali (ad es. nelle forme colloquiali del ➔ periodo ipotetico dell’irrealtà: Gianni partiva, se poteva ...
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significato
s. m. [dal lat. significatus -us «senso, indizio», der. di significare «significare»]. – 1. Termine variamente inteso nella filosofia antica e moderna (e variamente definito nelle relative teorizzazioni), che nella interpretazione...
significante
agg. e s. m. [part. pres. di significare (già presente nel lat. tardo significans -antis, come agg.); il sign. 2 è dal fr. signifiant]. – 1. agg., letter. Ricco di significato; espressivo, efficace: «Ohe!» disse [Renzo], guardando...