Nel linguaggio comune si dice che una frase, un discorso, una lingua hanno una propria ‘musicalità’. Naturalmente, questa è un’affermazione tutt’altro che chiara e rigorosa. Probabilmente, è ispirata da [...] del nome che in linguistica si adotta per indicare il vertice di una gerarchia. Così, ad es., il nucleo sillabico (➔ sillaba) è prominente rispetto ai margini; ma anche la testa di un composto (➔ composizione) è prominente, in quanto obbligatoria e ...
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Il friulano ha un ruolo peculiare tra le varietà dialettali dell’Italia. Si tratta di un idioma romanzo, che ha caratteri comuni con gli altri dialetti settentrionali, ma anche fenomeni originali che gli [...] la pronuncia nettamente più bassa e centralizzata ([ɪ] e [ʊ]), rispetto all’italiano, delle vocali alte quando sono brevi, specialmente in sillaba chiusa, come in [ˈfrɪtːo] o [ˈbrʊtːo].
Nella morfologia (Scalco 1986) si osserva tra l’altro che:
(a ...
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Una delle funzioni dell’➔accento grafico è quella di indicare quale tra le sillabe di una parola sia accentata, cioè abbia prominenza rispetto alle altre. L’accento può essere distintivo coi monosillabi: [...] evidenza): àncora ~ ancóra, càpitano ~ capitàno. È però obbligatorio segnarlo sui polisillabi che abbiano l’ultima sillaba accentata (ossitoni o, secondo la terminologia tradizionale, tronchi): capitanò (passato remoto di capitanare).
Il gruppo dei ...
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ONOMATOPEE
Le onomatopee (chiamate anche fonosimboli) sono parole o gruppi di parole invariabili che riproducono o evocano un suono particolare, come il verso di un animale o il rumore prodotto da un [...] plin, din don, eccì, brr
Spesso si usano in serie ripetute
bau bau, plin plin, crac crac
o in un’unica sillaba
patapum, taratatà, patatrac
Le onomatopee possono essere usate anche come sostantivi
il tic tac della sveglia, i chicchirichì dei galli, un ...
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CE O CIE, GE O GIE, SCE O SCIE?
Ci sono casi in cui, nella grafia, si usa una i superflua, che non solo non si pronuncia, ma non ha neanche la funzione di determinare la corretta pronuncia della lettera [...] punto di vista del suono e non va resa nella pronuncia.
In generale, la i superflua non è ammessa in sillaba non accentata (tranne qualche caso: scienziato, coscienzioso; d’altra parte: *pasticcieria, *leggierezza ecc.) e tende a sparire rispetto a ...
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Un inveterato luogo comune vuole l’italiano come la più adatta tra le lingue al canto, soprattutto per una ragione fonetica e una sintattica: la ricchezza di suoni vocalici, specie in fine di parola, e [...] dal novero delle lingue eufoniche e ben cantabili (Boilès 1977). Le lingue a toni, infatti, assegnano all’altezza delle sillabe non soltanto un valore espressivo, o tutt’al più sintattico e pragmatico in certi contesti, bensì propriamente semantico e ...
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L’espressione parola macedonia, introdotto nella linguistica italiana da Bruno Migliorini (1949: 89), denota formazioni che risultano da «una o più parole maciullate», le quali «sono state messe insieme [...] la seconda parola che partecipa alla parola macedonia, o a concatenare parti iniziali, in formazioni al confine con le sigle sillabiche, mentre è meno sfruttato l’uso di pezzi ricavati dalla parte finale di una parola di base» (Thornton 2004: 571 ...
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L’➔elisione è il fenomeno per il quale in italiano si cancella (si elide), all’incontro di due vocali (specie se identiche) appartenenti a parole diverse successive, quella con cui termina la prima delle [...] , l’elisione va distinta dal ➔ troncamento, che produce sì identico risultato (cioè la caduta di una vocale o di un’intera sillaba), ma opera quando la parola seguente non comincia per vocale, e non colpisce solo una vocale: qual(e) buon vento!, fan ...
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saṃprasāraṇa Nella terminologia dei grammatici indiani, l’emergenza di una vocale omorganica al posto di una consonante (y, v, n, m, r) quando per ragioni morfologiche è soppressa la vocale immediatamente [...] a quatio; tigillum < *tigin-lom < *tign̥-lom, rispetto a tignum), nonché estensivamente, per indicare lo sviluppo di una vocale di sostegno alle sonanti r̥, n̥ ecc., che divengono consonanti (per es., la -i- della seconda sillaba di tigillum). ...
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I suoni sibilanti sono una sottoclasse di ➔ consonanti (➔ fricative), suoni rumorosi e intensi, articolati mediante un forte restringimento del condotto orale.
La differenza tra fricative sibilanti (ingl. [...] es.ca), che in posizione iniziale (lo sposo > los.po.so); in ambedue i casi la sillabazione diverge da quella ortografica che assegna a una stessa sillaba l’intera sequenza /s/+ C (ro.spo).
Lo scenario non è tuttavia esente da problemi; cruciale è ...
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sillaba
sìllaba s. f. [dal lat. syllăba, gr. συλλαβή, der. del tema di συλλαμβάνω «prendere insieme, riunire»]. – La minima unità fonica (autonoma e distinta sotto l’aspetto dell’articolazione) in cui si possono considerare divise le parole...
sillabare
v. tr. [der. di sillaba] (io sìllabo, ecc.). – Dividere in sillabe una o più parole; in partic., pronunciarle o scriverle distinguendo le varie sillabe di cui sono composte con una pausa della voce o, nella scrittura, con un trattino...