Il termine koinè (meno diffusa la variante grafica coinè) proviene dal greco koinē´, femminile dell’agg. koinós «comune» accordato con diálektos s.f. «lingua», indicante la lingua letteraria usata dai [...] di contenuti linguistici e in termini di sua vigenza nello spazio» (Vàrvaro 2004: 205).
Diversamente dai numerosi episodi trecenteschi koinè di tipo cancelleresco. Con il progredire del tempo l’uso del volgare locale registra un costante incremento ...
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Agrimensura
L. Speciale
Conosciuta sin dall'Antichità, la pratica della limitatio (da limes, letteralmente 'confine') nacque probabilmente in Egitto, dove le periodiche inondazioni del Nilo rendevano [...] un complesso bagaglio professionale, nel quale trovavano spazio nozioni di geometria applicata, elementi di sapere conoscenza dell'a. romana risiedeva sino a poco tempo fa quasi esclusivamente nella tradizione manoscritta medievale degli ...
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scuola
Termine derivante dal lat. schŏla (dal gr. scholé), che in origine significava (come otium per i latini) tempo libero, piacevole uso delle proprie disposizioni intellettuali, indipendentemente [...] insegnamento obbligatorio del greco e si diede più spazio agli insegnamenti moderni e scientifici; in Italia (1747). Però l’esigenza di una s. pratica sì, ma nello stesso tempo di cultura, fu espressa dapprima da F. Gabriel Resewitz e poi da L. ...
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La corrispondenza epistolare comincia a diffondersi nella prima metà del Duecento, in concomitanza con la diffusione degli usi scritti del volgare, in seguito a due mutamenti di carattere materiale: l’inizio [...] oggi caratteristici dell’italiano colloquiale: a passo di formica, a tempo perso, chiudere bottega, darsi la zappa sui piedi, prendere due sul rapporto fra testo e paratesto, fra spazi bianchi e spazio per la scrittura, in una retorica
ancora ...
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La lingua del testo teatrale è un tipo di ➔ lingua scritta in cui gioca un ruolo primario la dimensione dell’oralità: il testo si realizza infatti nel divenire di un evento, lo spettacolo teatrale, caratterizzato [...] e in generale di tutti i tratti del parlato (➔ lingua parlata) che attualizzano l’enunciato collocandolo nello spazio e nel tempo. I dialoghi scritti e le didascalie contengono già alcuni di questi elementi, altri vengono introdotti mediante la ...
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A rigore, la lingua letteraria è definita e distinta da quella non letteraria soltanto dal fatto di essere scritta (anche se è esistita ed esiste una letteratura solo orale) e dalle finalità estetiche, [...] letteraria va anche oltre, in un certo senso, lo spazio della scrittura, ma sempre in modo scritto, attrezzando la volgare «magis apta ad litteris», come dice il padovano Antonio da Tempo già ai primi del Trecento. La differenza tra i volgari è ...
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Culto
Enrico Comba
Il termine deriva dal latino cultus (participio passato di colere, "coltivare"), il cui primo significato è "coltivazione, cura", e poi "addestramento, educazione, cultura", "venerazione, [...] preghiera e della contemplazione, e a ciascuna delle quali viene attribuito un determinato valore simbolico.
Il tempo degli dei e il tempo degli uomini
Non soltanto lo spazio viene delimitato e definito attraverso la pratica del culto, ma anche il ...
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Self-organized criticality
Alessandro Vespignani
Il comportamento critico autoorganizzato (self-organized criticality) si riferisce alle proprietà di una classe di sistemi, spontaneamente attratti dalla [...] l'energia accumulata sulla cella medesima. A ogni istante di tempo t, misurato in intervalli discreti, un'unità di materia aggiunta-dissipazione di energia. Teorie di rinormalizzazione in spazio reale sono capaci di calcolare in maniera approssimata ...
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Il melodramma è un genere teatrale nato in Italia a cavallo tra Cinquecento e Seicento che, sulla base della riflessione teorica sulla musica (e sul suo rapporto con la poesia) svolta nel tardo Rinascimento, [...] sempre fiero, l’amato che non riama è barbaro, la chiesa è un tempio, la casa le soglie, ecc. Si tratta cioè d’un codice infarcito di pucciniani migliori, La Bohème (1896), nel quale trovano spazio il gioco linguistico (aringhe per arringhe: «è un ...
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Dal punto di vista linguistico il fascismo riveste grande interesse, perché il regime si propose di disciplinare l’intero repertorio linguistico italiano, non limitandosi al controllo della lingua nazionale [...] designare idee e cose nuove»; concesse quindi un certo spazio ai forestierismi, pur segnalandoli tra parentesi quadre: babà fonetici (indizio della coscienza delle difformità dell’italiano del tempo): non règime ma regìme, non rùbrica ma rubrìca, non ...
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spazio
spàzio s. m. [dal lat. spatium, forse der. di patēre «essere aperto»]. – 1. Con valore assol., il luogo indefinito e illimitato in cui si pensano contenute tutte le cose materiali, le quali, in quanto hanno un’estensione, ne occupano...
tempo
tèmpo s. m. [lat. tĕmpus -pŏris, voce d’incerta origine, che aveva solo il sign. cronologico, mentre quello atmosferico (cfr. al n. 8) era significato da tempestas -atis]. – 1. L’intuizione e la rappresentazione della modalità secondo...