FALSI ALTERATI
I cosiddetti falsi alterati (o alterati lessicalizzati) sono parole che presentano i suffissi tipici dell’➔alterazione, ma hanno un significato proprio, del tutto autonomo e diverso da [...] casualmente la seconda parola della coppia termina come se avesse un ➔suffisso alterativo.
Storia
In questi casi, come si è accennato, c’è più che altro un rapporto diderivazione con la parola originaria:
– fattorino è un lavoratore (nell’accezione ...
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In italiano i nomi (chiamati anche, con termine tradizionale, sostantivi) sono una delle ➔ parti del discorso variabili (anche se esistono nomi invariabili) e, come accade in tutte le lingue, occupano, [...] si hanno allora nomi variabili e invariabili, nomi derivati, di varia natura, nomi composti, nomi sintagmatici, ecc , nomi; ➔ deaggettivali, nomi) e hanno desinenze costituite da suffissi tipici (-mento, -zione, ecc.). È interessante notare che l ...
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Insieme a nomi, verbi e aggettivi, gli avverbi costituiscono una delle classi aperte di parole nel lessico dell’italiano.
Uno degli aspetti più difficili nell’analisi degli avverbi riguarda la loro definizione [...] tale forma, sebbene l’aggettivo sia sopravvissuto solo nella forma in -ento.
Oltre a -mente, un altro suffisso frequentemente usato per la formazione di avverbi derivati è -oni, che si aggiunge a basi nominali (come in a tentoni) o verbali (come in a ...
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Il termine sandhi indica i processi fonetici che intervengono tra segmenti contigui al confine di morfema o di parola: nel primo caso, si tratta di sandhi interno (alla parola) o sandhi morfologico (per [...] ➔ derivazione. In italiano, i nomi deverbali in -zione mostrano un’alternanza sistematica in corrispondenza di una consonante dentale finale, per cui organizzare → organizzazione, ma cedere → cessione. Analogamente, l’aggiunta del suffisso avverbiale ...
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Si chiama conversione la formazione, ottenuta senza aggiunta di affisso derivazionale, di una parola appartenente a una parte del discorso diversa da quella della base: per es., piacere verbo → (il) piacere [...] segnalato da marche affissali.
Alcuni studiosi usano, invece di conversione, le denominazioni derivazione zero o suffissazione zero, ritenendo che la formazione del derivato sia dovuta all’aggiunta di un affisso con funzione e significato analoghi ad ...
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I modi del verbo sono sottoinsiemi di forme della ➔ coniugazione verbale caratterizzati da un complesso intreccio di proprietà semantiche, sintattiche e pragmatiche. Nel sistema verbale italiano si distinguono [...] 49-69.
Luraghi, Silvia (1999), Il suffisso “-ante/-ente” in italiano: fra flessione e derivazione, in Fonologia e morfologia dell’italiano e dei dialetti d’Italia. Atti del XXXI congresso della Società di Linguistica Italiana (Padova, 25-27 settembre ...
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Il termine genere indica un fenomeno morfologico riguardante i nomi (e le parole ad essi riconducibili: aggettivi, pronomi, participi), per il quale in alcune lingue (tra queste l’italiano) ciascuno di [...] / leonessa, gallo / gallina. Proprio l’impiego per la codifica di relazioni di genere disuffissi come -essa o -ina, la cui natura pare prossima ai suffissi derivazionali (➔ derivazione), offre lo spunto per affrontare la questione della posizione ...
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Sono chiamati suffissoidi gli ➔ elementi formativi usati prevalentemente o esclusivamente come costituenti finali di composto (➔ suffissi), le cui caratteristiche si avvicinano a quelle dei suffissi della [...] richiede l’incorporazione della vocale iniziale nella forma dell’eventuale suffisso per giustificare la formazione di parole come liberticida, o posturologia, che possono essere formate per derivazione solo a partire da libertà e -icida, e postura e ...
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La derivazionedi nomi da verbi è uno dei processi formativi che generano un alto numero e varietà di forme, usate con grande frequenza. I due significati principali dei nomi deverbali sono quello di azione [...] nomi deverbali cfr. Rainer 1996). Nel caso in cui assuma il valore di oggetto risultante, il nome derivato perde la possibilità di avere argomenti.
Il suffisso usato in u n maggior numero di parole e più produttivo è -zione, che forma nomi femminili ...
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La dissimilazione è un processo per il quale due suoni situati nella stessa parola o in parole contigue, e aventi uno o più tratti in comune, mutano al fine di differenziarsi tra loro. Diversamente dal [...] . levanda ~ it. lavanda
calabr. pilazzu ~ it. palazzo
Casi di applicazione più regolare del mutamento dissimilatorio riguardano la derivazionedi aggettivi da nomi mediante l’aggiunta del suffisso -ale che, se preceduto da una base contenente una ...
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suffisso
s. m. [dal lat. suffixus «attaccato sotto», part. pass. di suffigĕre: v. suffiggere]. – 1. In linguistica, elemento formativo di una parola, con funzioni di derivazione e di determinazione morfologica e semantica, costituito da uno...
derivazione1
derivazióne1 s. f. [dal lat. derivatio -onis, der. di derivare «derivare1»]. – 1. L’atto, l’operazione, il fatto di derivare o di essere derivato, e il modo o il processo attraverso cui si deriva (nel sign. trans. e intr. di derivare1):...