Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana; capoluogo di regione e città metropolitana (Comune di 1.287,4 km2 con 2.813.365 ab. nel 2021).
Il problema dell’etimologia del nome di Roma si era presentato [...] la seconda volta Roma (455) e contestarono il dominio del Mediterraneo alla flotta romana. La fine di Ezio e ValentinianoIII vide il precipitare della situazione dell’Impero occidentale: passò fugacemente sul trono (455-474) una serie di imperatori ...
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Figlio (n. 401 - m. 450) di Arcadio, fu incoronato nel 402 e successe al padre nel 408. Lodato per la sua religiosità, T. promosse (15 febbr. 438) la pubblicazione del grande Codice teodosiano, raccolta [...] il 438 e il 468, applicate in Occidente. In essa sono contenute costituzioni di Teodosio II e di ValentinianoIII, posteriori alla compilazione del Codice teodosiano, e costituzioni dei loro successori Marciano, Maggioriano, Severo, Antemio. Ne sono ...
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Giurista romano (sec. 3º d. C.). Si conoscono di P. ottantasei opere (in 319 libri), oltre le note a opere altrui. Fra le maggiori sono i commenti ad Edictum e ad Sabinum. Grande fu la fama che godette [...] e i posteri: fu uno dei cinque giuristi indicati nella cosiddetta legge delle citazioni di Teodosio II e ValentinianoIII, alle cui opinioni i giudici dovevano attenersi nel decidere; e nell'Occidente postclassico fu uno degli autori preferiti ...
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Storia del diritto. - Donatio era nel diritto romano l'atto col quale una persona diminuiva volontariamente il proprio patrimonio e aumentava il patrimonio di un'altra. Requisiti del negozio erano, pertanto, [...] , 5, de spons., 13; Cod. VIII, 53, de don., 34 pr., 36, § 3) si esentano le donazioni nuziali dall'insinuazione. 3. ValentinianoIII nel 452 stabilì il diritto del padre o della madre del marito defunto di lucrare la metà della donazione, e l'obbligo ...
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Parola latina («diritto») che si usa anche in contesti italiani; seguita da particolari determinazioni, serve a indicare speciali istituti giuridici.
Al plurale, nell’esperienza giuridica postclassica, [...] leges e iura, mentre la citazione in giudizio delle opere classiche era stata sottoposta dall’imperatore ValentinianoIII a una regolamentazione estremamente semplificativa (➔ citazioni), che sarebbe rimasta in vigore fino a Giustiniano, stante anche ...
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Denominazione con cui, dall’età medievale in poi, si indica la grande compilazione giustinianea del diritto romano, opera di capitale importanza per la scienza giuridica di ogni tempo. Esso oggi si presenta [...] il Codice, che ancora prescriveva di citare in giudizio i iura secondo i rudimentali criteri previsti dalla legge di ValentinianoIII (➔ citazione), che vi era infatti ricompresa. Una nuova edizione del Codice (l’unica che oggi possediamo) fu quindi ...
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Giurista romano (m. 228). Praefectus praetorio assieme a Paolo, è uno dei cinque giuristi indicati dalla cosiddetta legge delle citazioni (426) di Teodosio II e ValentinianoIII, come coloro alle cui dottrine [...] dovevano attenersi i giudici nella decisione delle controversie. Le sue opere maggiori sono i due commentari ad edictum in 81 libri e ad Sabinum in 51 libri.
Vita
Nativo di Tiro in Fenicia, fu con Paolo ...
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Costituzione emessa nel 426 a Ravenna dall’imperatore romano d’Occidente ValentinianoIII e diretta a disciplinare in giudizio le modalità con cui le parti, al fine di vincere la lite, potevano richiamare [...] i pareri forniti sul caso di specie, o su casi simili, dai giuristi di età classica. La legge si prefiggeva di limitare la discrezionalità dei giudici, i quali avrebbero dovuto pronunciare sentenza ...
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Opera («Sentenze di Paolo») della giurisprudenza postclassica romana, che un tempo si riteneva ispirata ad altra precedente del giurista classico Paolo Giulio, ma che oggi si fa per lo più risalire, almeno [...] imperiale ne sancì la piena validità, autorizzandone la citazione in giudizio: in tal senso si espressero, per esempio, sia Costantino, in una costituzione del 327, sia ValentinianoIII, circa un secolo dopo, nella celebre legge delle citazioni. ...
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Giurista romano (n. metà sec. 2º d. C. - m. 212), oriundo forse della Siria. Discepolo, secondo la tradizione, di Scevola, ebbe fama di giurista principe, dovuta, oltreché alle sue opere (principali, tra [...] per essersi rifiutato di giustificare il fratricidio di Caracalla. La cosiddetta legge delle citazioni di Teodosio II e ValentinianoIII (426) stabilì che P. fosse uno dei cinque sommi giureconsulti dei quali soli si potevano allegare in tribunale ...
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