RAVENNA
R. Farioli Campanati
Città dell'Emilia-Romagna, situata nella bassa pianura padana, nell'area meridionale del delta del Po, a poca distanza dal litorale adriatico.In epoca tardoantica R. fu [...] , CARB 39, 1992, pp. 691-742; M.G. Maioli, Il complesso archeologico di via D'Azeglio a Ravenna: gli edifici di epoca tardoimperiale e in Classe (Ravenna, Mus. Naz.).Il numero e la varietà degli oggetti preziosi, e dei loro committenti, ricordati dal ...
Leggi Tutto
CRIPTA
M.T. Gigliozzi
Il termine c. deriva dal gr. ϰϱύπτη e, più direttamente, dal lat. crypta, impiegato nell'Antichità a indicare un ambiente naturale o artificiale, sotterraneo o semisotterraneo [...] . 8° e per tutta la prima metà del 9°, una notevole varietà di c., che si svilupparono anche su scale assai più vaste di , di Saint-Philbert-de-Grand-Lieu (Bretagna), quella assai complessa, con corridoio a U che immette in una struttura a tre ...
Leggi Tutto
PAVIMENTO
A. Bagnera
Lungo tutto il corso del Medioevo si perpetuarono in larga misura le tecniche tradizionali di pavimentazione degli edifici pubblici e privati ereditate dall'Antichità e la decorazione [...] del Sole, affiancato da oggetti liturgici e in particolare dalla Tōrāh e dalla mĕnorāh. Alla varietà iconografica e ai complessi schemi geometrici si contrapponeva una resa stilistica semplificata e bidimensionale, specialmente delle figure umane e ...
Leggi Tutto
CLASSICISMO
F. Pomarici
Il fenomeno del c. nell'arte medievale è una vicenda articolata e ricca di sfaccettature, che si snoda non solo all'insegna dell'alternanza fra sopravvivenze, recuperi, copie [...] presente" (Romanini, 1984, p. 674).La questione è estremamente complessa già in quanto le diverse categorie in cui può essere ordinato Parigi, BN, Cab. Méd.), si dispiega con grande varietà di soluzioni nelle lastre di recinzione di Santa Sofia a ...
Leggi Tutto
BASILICA
M. Cecchelli
Il termine b. per qualificare l'edificio di culto cristiano si trova menzionato a partire dal sec. 3° (Recognitiones pseudo-clementinae, X, 71, PG, I, col. 1453; pseudo-Giustino, [...] tipologica, ma peculiari di ciascun insieme monumentale. Per altro una tale varietà di risultati e di tecniche costruttive si offrì quale esempio per la creazione di molti complessi cristiani che, specie in questa regione, ma anche nella vasta area ...
Leggi Tutto
DELLA ROBBIA, Luca
Giancarlo Gentilini
Nacque fra il luglio del 1399 e il luglio del 1400, terzogenito di Simone di Marco e di Margherita (1362-1433/1442), presumibilmente a Firenze (dove la famiglia [...] uso per la maiolica nella scultura fittile. Considerando la varietà di applicazioni e di, significati che quest'arte ben cappella. Per quanto la maiolica, di una delicata e complessa policromia, abbia già una qualità ben superiore a qualsiasi altro ...
Leggi Tutto
ARTIGIANATO
M. Bernardini
Nell'accezione linguistica moderna il termine a., applicato alle diverse epoche della storia, indica un'attività di produzione di oggetti prevalentemente legati all'uso quotidiano, [...] tappe preliminari dell'esecuzione degli arazzi o dei grandi complessi scultorei: si possono citare i chiostri costruiti dalle di attrezzature meccaniche raffinate, che implicava invece una varietà formale e materiale persino tra oggetti prodotti per ...
Leggi Tutto
ARCHEOLOGIA MEDIEVALE
S. Tabaczynski
L'a. medievale è l'applicazione delle tecniche archeologiche allo studio del periodo che, nell'Europa mediterranea e occidentale, ebbe inizio con la caduta dell'Impero [...] 9° o subito dopo e, mentre la qualità e la varietà delle ceramiche usate nei centri urbani crebbe rapidamente nel corso del ha rivelato che la storia dell'insediamento rurale è assai più complessa e meno uniforme di quanto fosse stato supposto. Tra l ...
Leggi Tutto
BOBBIO
S. Lomartire
(lat. Bobium)
Comune in prov. di Piacenza, sulla sponda sinistra del fiume Trebbia. Nella zona sono attestati insediamenti già nel Paleolitico e nell'età del Bronzo; ne sono prova [...] 186). Altri codici del sec. 7° danno conto della varietà di moduli decorativi applicata all'interno dello scriptorium; a titolo sostanzialmente immutato: a deboli richiami ai più complessi intrecci nastriformi del secolo precedente, eseguiti per ...
Leggi Tutto
CANDELABRO
C. Barsanti
Il termine c. (lat. medievale candelabrum, cereostata, cerostatum) designa un sostegno di grandi dimensioni per candele o ceri, la cui tipologia veniva di norma adottata - sia [...] 1200 (Homburger, Deuchler, 1988, pp. 268-270). In esso, alla complessità iconografica, tesa a sottolineare il ruolo della Vergine nella storia dell'umanità, fa riscontro una varietà di soluzioni plastiche e decorative del tutto nuove, benché talora ...
Leggi Tutto
complèsso2 s. m. [dal lat. complexus -us, der. di complecti (cfr. la voce prec.); il sign. psicanalitico è un calco del ted. Komplex]. – 1. Il tutto, l’insieme, in quanto costituito di più parti o elementi: un c. di persone, di cose; la cittadinanza...
numero
nùmero s. m. [dal lat. numĕrus; cfr. novero]. – 1. Ciascuno degli enti astratti che rappresentano insiemi di unità, ordinati in una successione infinita (serie naturale dei n.) nella quale ogni elemento conta un’unità in più rispetto...