Scrittore ungherese (Budapest 1950 - ivi 2016). Tra i maggiori rappresentanti della letteratura magiara contemporanea, ha sempre prediletto uno stile colto e ricco di raffinate sottigliezze linguistiche, [...] propria della più recente letteratura del suo paese. In Italia sono apparsi i romanzi A sziv segédigéi (1984; trad. it. I verbi ausiliari del cuore, 1986) e Hrabal könyve (1990; trad. it. Il libro di Hrabal, 1991), Hahn-Hahn grófnő pillantása. Lefelé ...
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GUALTIERO DI ASCOLI
GGiuseppina Brunetti
Il nome del maestro G. giunge dall'unica sua opera sopravvissuta e a lui attribuita concordemente dalla tradizione manoscritta, le Derivationes. Il titolo corretto [...] Morpurgo, 1999, p. 249). I codici sembrano peraltro aver avuto un'utilizzazione concreta, come si evince dalle liste di verbi, dai paradigmi o dalle declinazioni appuntati sui margini (nel codice bolognese alla c. 131v è accostato anche un distico di ...
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Stato insulare dell’Estremo Oriente. Il nome in lingua locale (Nippon-koku nella forma classica; Nihon-koku nella parlata comune) deriva dalla lettura giapponese del nome cinese del G., Jih Pen Kuo («il [...] da posposizioni. La distinzione tra nomi di esseri animati e nomi di oggetti inanimati regola la scelta del verbo di esistenza; i verbi, costituiti da una radice e da una parte flessiva, sono divisi in due gruppi principali: a radice consonantica ...
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Sincope (dal gr. synkopḗ, lett. «atto del tagliuzzare») in ➔ fonetica storica è il fenomeno che consiste nella scomparsa di un suono o di una ➔ sillaba all’interno di una parola (per la caduta in posizione [...] per effetto di sincope di [g], in italiano guaina.
Nei verbi, in diacronia, si è conosciuta una oscillazione: ad es. a quella sincopata morrò, mentre la vocale tematica di alcuni verbi, soprattutto al futuro o al condizionale, subisce sincope, come ...
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Giacomo Leopardi (Recanati 1798 - Napoli 1837) ricevette nell’infanzia un’educazione tradizionale, affidata a istruttori ecclesiastici. L’analisi linguistica degli scritti del periodo 1809-1810 non a caso [...] , ecc.) o la morfosintassi (per es., l’ordine dei clitici in se gli «gli si», l’enclisi facoltativa con i verbi di modo finito del tipo narrasi, ecc.): gli aspetti più propriamente strutturali della lingua leopardiana rimangono infatti legati all’uso ...
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L’ipallage (gr. hypallagē´ «scambio, commutazione»), o enallage (vedi più avanti) dell’aggettivo, nella retorica classica è una figura che consiste nella diversione dell’orientamento sintattico dell’aggettivo, [...] della comunicazione pubblica e della pubblicità. Da Beccaria (1989) desumiamo esempi relativi all’uso di un nome come verbo (27), di un verbo intransitivo come transitivo (28), di un nome femminile al maschile (29):
(27) chi vespa mangia le mele
(28 ...
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(o neerlandese) Lingua sovraregionale, denominata ufficialmente Algemeen Beschaafd Nederlands («nederlandese colto comune») o, in forma abbreviata, ABN. È lingua ufficiale dei Paesi Bassi (in n. Nederland), [...] la riduzione dei generi del sostantivo, l’assenza pressoché totale di declinazioni e una minore differenziazione nella flessione dei verbi forti. Il sistema ortografico, con 35 fonemi e 26 grafemi, ha tendenza fonologica ed è regolato da criteri di ...
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Poeta, narratore, critico e pittore statunitense, nato a Cambridge (Massachusetts) il 14 ottobre 1894, morto a North Conway (New Hampshire) il 3 settembre 1962. Laureatosi ad Harvard, nel 1917 si arruolò [...] da un capo all'altro di una poesia), al trasferimento della parola da un ruolo grammaticale all'altro (i verbi sono spesso trattati come sostantivi e viceversa), alla curiosa invenzione di parole composte. Le parole diventano, allora ''oggetti ...
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INAMA, Vigilio de (la particella nobiliare fu gradualmente abbandonata)
Guido Gregorio Fagioli Vercellone
Nacque a Trento il 2 dic. 1835, quartogenito del nobile Vigilio, magistrato, e di Carlotta Martini [...] di un aoristo "terzo" derivato dal sanscrito), e Prospetti della coniugazione regolare dei verbi greci (Milano 1873, e Prospetti della coniugazione regolaredei verbi greci e latini, ibid. 1874); Osservazioni sulla teoria della coniugazione greca, in ...
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L’antifrasi (lat. contrarium e, in senso allargato alle figure di pensiero, ironia) è nella tradizione retorica l’uso di una parola o un’espressione con l’intento di negarne il significato, sia per riprendere [...] ).
Il Venerabile Beda nel VII secolo fa notare, in modo lapidario, che l’antifrasi riguarda solo la singola parola (unius verbi ironia) e, in questo senso, distingue la figura dal tropo. Il medioevo più tardo fisserà questa concezione, ad esempio con ...
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verbo
vèrbo s. m. [dal lat. verbum «parola», e nei grammatici «verbo»]. – 1. a. Parola. Con questo sign., è com. ormai soltanto in alcune espressioni (per es., ripetere a verbo a verbo, parola per parola), e soprattutto in alcune frasi negative...
verbo-visivo
agg. Che si avvale della parola e dell’immagine. ◆ Siccome invece [Hugo] Pratt è stato grande artista soprattutto in quanto narratore a fumetti (e se a qualcuno l’espressione può parere ancora riduttiva, «narratore verbo-visivo»),...