La pragmatica è il settore degli studi linguistici e semiotici che si occupa del rapporto fra i segni e i loro utenti, ovvero dell’uso dei segni, che ha sempre luogo in un contesto. Preannunciata dal filosofo [...] reciproca comprensione.
Altri sociologi, sociolinguisti, antropologi hanno reso viavia più complesso e sfumato il panorama delle metodologie adatte ad affrontare sul campo il linguaggio orale e la pratica della conversazione: da ricordare, oltre al ...
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Le lingue dei segni nel mondo
Mauro Mottinelli
Virginia Volterra
A differenza delle lingue vocali, che usano il canale acustico-vocale, le lingue dei segni si servono della modalità visivo-gestuale. [...] e sulla base del significato che il segno è andato viavia acquisendo nel corso del tempo. Per es., ritroviamo la traduce in lingua dei segni quanto viene proposto in lingua orale, docenti udenti che utilizzano prevalentemente la lingua parlata, ...
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Con il termine origini ci si riferisce convenzionalmente alla fase aurorale delle lingue romanze (o neolatine), quando testi (o frammenti di testi) scritti in volgare cominciarono a essere conservati su [...] il periodo in cui si passò da una cultura volgare prevalentemente orale a una cultura volgare anche scritta:
(a) lo «stato di circa gli enti che promossero il volgare e le forme viavia assunte dalle scritture. L’elenco che segue, pertanto, serve ...
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Il soggetto (dal lat. subiĕctu(m) «che sta sotto», calco del gr. hypókeímenon) indica una funzione grammaticale fondamentale nella frase, insieme a quelle di ➔ oggetto e di predicato (➔ predicato, tipi [...] plurisecolare della lingua solo per via scritta. I doppioni furono viavia sfoltiti, dapprima negli usi nella lingua della commedia, più ancorata alle esigenze della comunicazione orale; ecco un esempio tratto da La locandiera di ➔ Carlo Goldoni ...
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Pronuncia è il termine correntemente usato, anche dai non specialisti, per designare il modo di articolare i suoni di una lingua (si parla infatti di pronuncia della erre, di difetto di pronuncia, ecc.) [...] da altre lingue: le poche parole entrate per tradizione orale sono state adattate alla fonologia dell’italiano (lanzichenecco da Landsknecht), mentre quelle penetrate per via scritta hanno mantenuto le strutture fonotattiche della lingua d’origine ...
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In pochi casi, come in quello dell’italiano moderno, nel fare la storia di una lingua ci si imbatte in un termine cronologico preciso che abbia segnato un cambiamento netto di situazione ambientale generale [...] in ogni caso c’era la loro maggiore esposizione all’uso orale dell’italiano, nei comizi e nelle adunate, ormai dominate dall in cui la comunicazione contava più dell’espressione, dava il via a una «nuova questione della lingua» (Parlangeli 1971).
Sul ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] di fatto), praticata nell’uso concreto, scritto e orale, e una norma esplicita, proposta dalle grammatiche dette corretta è egli, anche se parlando si dice lui, e così via), che continua ad avere pessimi effetti sulla capacità di gestire con ...
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Un enunciato contiene tipicamente (ma non necessariamente) informazioni di due tipi; una parte indica qualcosa che parlante e ascoltatore sapevano già: dà cioè un’informazione data; un’altra indica qualcosa [...] ø] facciamo una torre? [ø] giochiamo insieme? dài // [ø] tiriamo via? [#] ecco // [ø] disfiamo ... questa torre che hai fatto tu e preciso identico // (E. Cresti & M. Moneglia, C-Oral-Rom, Amsterdam - Philadelphia, Benjamins, 2008)
(15) ENI: alle ...
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La sociolinguistica è il settore delle scienze del linguaggio che si occupa dei rapporti fra lingua e società. Pare che il termine sociolinguistics sia stato usato per la prima volta all’inizio degli anni [...] 125) avutesi durante l’ultimo secolo, l’italiano si è viavia esteso a fasce della popolazione che di fatto non lo conoscevano da situazione a situazione) del dialetto, tipica varietà orale. Anche se alcuni dialetti vantano una tradizione di scrittura ...
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Comunicazione
Raffaele Simone e Lucio D'Amelia
Derivato dal latino communis, "comune a molti o a tutti", il termine comunicazione indica in generale l'attività del comunicare: esso si applica a ogni [...] le parole si collegano in frasi, le frasi in periodi e così via). Queste possibilità sono esaltate dal più importante dei canali di cui l' si presenta sotto forma di conversazione, cioè di scambio orale diretto tra un emittente e un ricevente) è ...
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via2
via2 s. f. [lat. via, affine a vehĕre «trasportare»]. – 1. a. Spazio di uso pubblico, di larghezza più o meno limitata e di varia estensione in lunghezza, attraverso il quale si svolgono il transito e la circolazione delle persone e dei...
orale1
orale1 agg. [der. del lat. os oris «bocca»]. – 1. Della bocca, che ha attinenza con la bocca: cavo o cavità o. (o boccale); arco o. o mandibolare (v. questa voce); in zoologia, polo o estremità o., la parte del corpo in cui si apre...