La lingua del testo teatrale è un tipo di ➔ lingua scritta in cui gioca un ruolo primario la dimensione dell’oralità: il testo si realizza infatti nel divenire di un evento, lo spettacolo teatrale, caratterizzato [...] e nelle farse cavaiole del salernitano Vincenzo Braca. Il più importante esponente di questa linea dialettale fu il del teatro goldoniano era ancora viva nei testi diGiovanni Giraud, in quelli di Alberto Nota e soprattutto in Paolo Ferrari che, ...
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A rigore, la lingua letteraria è definita e distinta da quella non letteraria soltanto dal fatto di essere scritta (anche se è esistita ed esiste una letteratura solo orale) e dalle finalità estetiche, [...] sincronica, come si vede esemplarmente nel Decameron di ➔ Giovanni Boccaccio; la lingua della poesia preferisce la della lingua italiana. Analisi di testi dalle origini al secolo XVIII, Roma, Bonacci.
Mengaldo, Pier Vincenzo (1991), La tradizione del ...
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L’espressione italiano popolare, attestata già nell’Ottocento (si trova, per es., negli Opuscoli sulla lingua italiana diGiovanni Romani, Milano, Silvestri, 1827, p. 407), deve il suo successo negli studi [...] dei testi orali.
Paolo D’Achille
Rabito, Vincenzo (2008), Terra matta, a cura di E. Santangelo & L. Ricci, Torino of Toronto Press.
Lo Piparo, Franco & Ruffino, Giovanni (a cura di) (2005), Gli italiani e la lingua, Palermo, Sellerio
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L’uso letterario del dialetto va considerato in rapporto alla scrittura nella lingua letteraria comune, così come la stessa nozione di dialetto è complementare a quella di lingua. Nella storia linguistica [...] altre varietà da un punto di vista letterario. Esemplare è l’Epistola napoletana di ➔ Giovanni Boccaccio (Sabatini 1996: II , 14 voll.
Mengaldo, Pier Vincenzo (1994), Il Novecento, in Storia della letteratura italiana, a cura di F. Bruni, Bologna, il ...
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Il bisticcio è la figura formata dall’accostamento (immediato o a breve distanza, nello stesso verso o nello stesso periodo) di due o più parole fortemente rassomiglianti dal punto di vista fonico.
Bisticcio [...] che va inteso l’uso del termine con cui Vincenzo Cardarelli sottolinea una figura etimologica: «Infatti, mi sapreste coinvolgono la lettera o le lettere iniziali, come nel verso diGiovanni Boccaccio «e par che per pregar tu facci peggio» (Ninfale ...
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Il termine neologismo giunse in Italia dalla Francia, dove néologisme, formato non più tardi del 1735 su elementi del greco classico significanti «nuova parola», completati dal suffisso -isme (it. -ismo), [...] della lingua), di esagerare, intruso, presidiato, vagire, ecc. Ancora due secoli dopo, mentre ➔ Vincenzo Monti rimproverava europeo, col suo Osservatorio neologico della lingua italiana diGiovanni Adamo e Valeria Della Valle, sono stati elaborati ...
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Col termine burocratese si indicano, con accezione negativa, lo stile comunicativo e il linguaggio inutilmente complicato utilizzati da amministrazioni e istituzioni pubbliche nelle comunicazioni (prevalentemente [...] l’anno successivo Vincenzo Monti, nella Prolusione al suo corso di eloquenza all’Università di Pavia, non si di posizione più ponderate, come la raccolta di Voci italiane ammissibili benché proscritte dall’Elenco del sig. Bernardoni (1812) diGiovanni ...
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Il termine classicismo, che appare all’inizio dell’Ottocento, deriva dell’aggettivo sostantivato classico, a sua volta prosecuzione del lat. classicus, nell’accezione di «autore eccellente, da imitare». [...] linguistiche di ➔ Ludovico Antonio Muratori e Gian Vincenzo Gravina, i quali, pur nelle diversità di finalità e di vanno ricondotte le due principali grammatiche italiane di fine Ottocento, quella diGiovanni Moise (1878) e la Sintassi italiana ...
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La punteggiatura (lat. interpunctio) è un sistema di segni convenzionali impiegato nello scritto per segnalare le relazioni logiche e sintattiche tra le diverse parti della frase, le pause della lettura [...] Lessicografia italiana o sia maniera di scrivere le parole italiane … (1883) diGiovanni Gherardini, come l’esclamativo pp. 138-158.
Mengaldo, Pier Vincenzo (1994), Il Novecento, in Storia della lingua italiana, a cura di F. Bruni, Bologna, il Mulino ...
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MANZONI, Giacomo
Fabio Zavalloni
Nacque a Lugo, in Romagna, il 24 ott. 1816 da Giambattista, proprietario terriero appartenente a una distinta famiglia dell'aristocrazia locale, e da Caterina Monti, [...] Vincenzo.
Ricevuta una prima formazione da due ecclesiastici, nel 1830, un anno dopo la morte del padre, fu inviato nel collegio Carlo Ludovico di l'edizione della traduzione di D. Albanzani del De claris mulieribus diGiovanni Boccaccio (Bologna 1881 ...
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gazawi s. m. e f. inv. e agg. Chi, che vive a Gaza; chi, che è nativo o originario di Gaza. ♦ Le apparizioni di Ismail Haniyeh sullo schermo sono seguitissime dai palestinesi della Striscia. Non si può parlare di tregua senza contemporaneamente...
rampelliano agg. e s. m. (f. -a) Che o chi si richiama alla linea politica di Fabio Rampelli. ◆ Riassunto delle precedenti puntate: il sindaco della capitale Gianni Alemanno qualche giorno fa aveva portato in consiglio comunale la delibera per...