Matematico e filosofo (Leopoli 1883 - Boston 1953), fratello di Ludwig. Professore di tecnologia in varie univ. tedesche, poi di matematica all'univ. di Berlino; con l'avvento di Hitler al potere passò all'univ. di İstanbul (1933) e quindi (1939) alla Harvard Univ., dove insegnò matematica applicata e aerodinamica. Fondò la Zeitschrift für angewandte Mathematik und Mechanik. Fu membro, fra i più attivi, del "Circolo di Berlino", strettamente legato all'altro centro rappresentativo del pensiero neopositivistico, il "Circolo di Vienna". Autore di studî e di trattati sulla teoria delle equazioni differenziali e integrali della fisica matematica, di aerodinamica, di criterî di resistenza dei materiali. Nel suo testo filosofico più significativo (Kleines Lehrbuch des Positivismus: Einführung in die empiristische Wissenschaftsauffassung, 1939) M. mostra la tendenza a inserire il neopositivismo nell'arco di sviluppo del positivismo ottocentesco, pur insistendo sull'importanza dell'analisi linguistica, specie per l'indagine filosofica. Il contributo più originale M. lo ha dato però con i suoi scritti sulla probabilità, in cui presentò quella che è comunemente chiamata una concezione frequenziale della probabilità (Grundlagen der Wahrscheinlichkeits rechnung, 1919; Wahrscheinlichkeit, Statistik und Wahrheit, 1928). Secondo M. l'uso del termine probabilità è in primo luogo legato all'esistenza di un collettivo, ovvero di una successione di eventi uniformi che differiscono per certi attributi osservabili. Una volta così ristretto il campo di applicazione della nozione di probabilità, questa è poi definita da M. in modo tale che la probabilità di un attributo equivale al limite al quale tende la frequenza relativa dell'attributo in questione con il crescere del numero delle osservazioni. La concezione frequenziale della probabilità di M. è analoga per certi aspetti a quella propria di H. Reichenbach e si distingue da quella di tipo logico, sostenuta, tra gli altri, da R. Carnap.