Poeta greco (sec. 4º-3º a. C.), forse di Siracusa (siracusano lo dice in un epitafio la poetessa Nosside di Locri), ma vissuto a Taranto; ritenuto creatore della ilarotragedia, che i grammatici latini chiamarono da lui fabula rhinthomica (o rhintonica), R. in realtà diede dignità alle parodie mitologiche frequenti nella farsa fliacica. Travestimenti di miti si erano già avuti anche nella farsa megarese di Epicarmo, affine alla fliacica; tuttavia, a differenza di Epicarmo, R. non muove direttamente dal mito, ma dalla forma letteraria che il mito aveva assunto nella tragedia, specialmente euripidea. Abbiamo nove titoli delle 38 ilarotragedie a lui attribuite, fra cui un Anfitrione, che potrebbe essere il modello dell'omonima commedia di Plauto, e poi Eracle, Dulomeleagro (Δοῦλος Μελέαγρος), ecc., e 28 frammenti. Il dialetto usato è il dorico di Taranto.