RISO (XXIX, p. 424; App. II, 11, p. 720; III, 11, p. 618)
Produzione mondiale del riso. - Facendo seguito ai notevoli progressi già registrati negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, la produzione mondiale del r. tra gli anni 1960 e 1977 è notevolmente aumentata (oltre 50%) per effetto sia del miglioramento delle rese unitarie (27-28%), sia dell'ampliamento della superficie agraria ad esso destinata (19,7%). Ciò è senza dubbio da ascriversi agl'imponenti sforzi che i paesi asiatici del Terzo Mondo (la produzione asiatica copriva nel 1977 il 91% del totale mondiale) hanno compiuto, anche con l'aiuto di organismi internazionali, per provvedere al soddisfacimento dei propri fabbisogni alimentari. All'espansione della risicoltura nei paesi dell'Africa e dell'America Centrale e Meridionale, dove risultano particolarmente pressanti le esigenze alimentari, fa riscontro il notevole apporto dell'economia agricola dei paesi sviluppati. In effetti la produzione dell'URSS, che nel 1960 non rappresentava neppure lo 0,1% del totale mondiale, è passata, nel 1974, a rappresentarne lo 0,5%, e quella degli SUA è salita dall'1,0% all'1,6%, con incrementi rispettivi di produzione pari al 900% e al 109%. Si può del resto affermare che i risultati ottenuti dal continente asiatico sarebbero stati ben più consistenti se la capacità produttiva di alcuni paesi, tradizionalmente tra i maggiori produttori, non fosse stata pesantemente ridotta dagli eventi bellici che li hanno funestati per lunghi anni.
Principale produttore mondiale resta tradizionalmente la Cina Popolare, dove le coltivazioni più estese e redditizie sono nella parte meridionale del paese e lungo i grandi fiumi, che copriva, nel 1977, oltre il 35% del totale mondiale e che ha registrato nel periodo considerato incrementi di produzione di circa il 54%. Segue la produzione indiana con incrementi più modesti, dell'ordine del 40%, e quella indonesiana che ha registrato invece un aumento sensibilissimo di oltre il 75%. Al di fuori del continente asiatico si distinguono, oltre alle citate produzioni statunitensi e sovietica, quella brasiliana, malgascia ed egiziana.
Commercio internazionale. - Il commercio mondiale del r. ha conservato la caratteristica, che gli è stata tradizionalmente propria, di rappresentare solo una minima parte del totale prodotto. Il commercio d'esportazione del r. lavorato non ha mai superato, infatti, nel periodo considerato, la quota del 5% della produzione mondiale, ridotta anch'essa a equivalente di r. lavorato. Resta egualmente confermata l'ovvia caratteristica di un commercio internazionale a diffusione esclusivamente asiatica anche se a questo proposito si assiste a una certa inversione di tendenza, per cui sempre maggiori quote di correnti commerciali si originano e si dirigono anche da e verso altri continenti.
Mentre è rimasto sostanzialmente immutato il grado di partecipazione dei principali paesi importatori, costituiti in genere dalle aree asiatiche di maggiore concentrazione demografica, è interessante rilevare come dal lato dell'esportazione siano mutati notevolmente i preesistenti rapporti quantitativi. In sostanza paesi come la Birmania e in parte la Thailandia, tradizionali esportatori di r., hanno contratto notevolmente le loro quote, mentre è più che quadruplicata l'esportazione di r. da parte della Cina, diretta verso paesi ad essa vicini politicamente e a cui il governo di Pechino garantisce il proprio appoggio economico. L'esportazione statunitense, infine, conserva sostanzialmente la quota registrata agl'inizi del periodo considerato anche se allo stato risulta il secondo paese esportatore e in alcuni anni intermedi figura al primo posto, con circa il 30% del r. commerciato.
Risicoltura italiana. - La produzione italiana di r. è caratterizzata, com'è noto, da un'elevata produttività tecnica della coltura, oltre che da un'eccellente qualità che, compensando il costo elevato di produzione e la conseguente non competitività, ne facilita il collocamento sul mercato internazionale il quale assorbe peraltro una quota rilevantissima del totale prodotto. Proprio perché indirizzata prevalentemente all'esportazione, e quindi soggetta alle alterne vicende della concorrenza dei grandi produttori dell'Asia sud-orientale, la coltura italiana di r. subisce continue variazioni sia della quantità prodotta che della superficie agraria ad essa destinata. Infatti dopo la punta di 174.000 ha di superficie investita a r., registrata nel 1954, si è assistito a una continua contrazione fino al minimo di 115.000 ha nel 1963. Negli anni successivi, tuttavia, la superficie risicola è stata di nuovo costantemente riampliata fino a raggiungere nel 1973 i 190.000 ha, con un incremento, in soli dieci anni, del 65%. Per quanto concerne i rendimenti unitari, mutamenti sostanziali non si sono verificati, se si considerano i notevoli livelli già raggiunti negli anni del secondo dopoguerra. Va tuttavia rilevato che le oscillazioni annuali di resa, nel periodo in esame, sono notevolmente aumentate rispetto agli anni precedenti. Malgrado ciò dalla tab. 4 risulta evidente che le variazioni di quantità totale prodotta, pari a un aumento di circa il 50%, rispetto alla produzione del 1960, derivano essenzialmente dalle variazioni della superficie destinata alla risicoltura, che a sua volta risulta influenzata dalla domanda internazionale di r. italiano, come potrà essere confermato dall'analisi della tab. 5.
A proposito delle esportazioni del r. di produzione italiana, bisogna notare che queste sono dirette, piuttosto che verso gli altri paesi membri della CEE, verso i paesi terzi. In particolare risulta assai carente l'assorbimento del r. italiano da parte della Rep. Fed. di Germania, dove pure non mancherebbe una ben più consistente possibilità di sbocco. Altrettanto modeste sono state le quantità di r. esportate verso i paesi del Benelux, mentre la Francia, seconda produttrice di r. della CEE, è la nostra principale cliente in Europa. Le ragioni di tale situazione, che peraltro tende a migliorare con l'allargamento della Comunità, sono dovute in parte all'attività di società a capitale statunitense, operanti in paesi della Comunità, che importano r. dagli SUA eludendo il meccanismo dei prelievi all'importazione, oltre che alla preferenza, di molti esportatori, per i mercati dei paesi terzi consentita dalle cospicue restituzioni alle esportazioni.
Bibl.: Da consultare le seguenti pubblicazioni periodiche: Ente Nazionale Risi, Il riso, rassegna trimestrale di studi, Milano; FAO, Production Yearbook, Roma; id., Trade Yearbook, ivi; id., The state of food and agriculture, ivi; ISTAT, Annuario di statistica agraria, ivi; Annuario del commercio con l'estero, ivi; INEA, Annuario dell'agricoltura italiana, ivi; D.H. Grist, Rice, Londra 1965.