Generale italiano (Filettino 1882 - Roma 1955). Dopo aver partecipato alla guerra del 1915-18, fu a lungo in Libia, dove condusse la campagna per la riconquista della Tripolitania e della Cirenaica. Generale di corpo d'armata dal 1932, nel 1935 fu nominato governatore della Somalia; quale comandante designato d'armata, nel conflitto italo-etiopico comandò vittoriosamente le forze del fronte sud, guadagnando il grado di maresciallo d'Italia e il titolo di marchese di Neghelli. Dal giugno 1936 al nov. 1937 fu viceré d'Etiopia, dopo il maresc. Badoglio, caratterizzando in senso dispotico il suo governo. Nel 1939 divenne capo di Stato Maggiore dell'esercito; allo scoppio delle ostilità contro l'Inghilterra assunse il comando delle operazioni nell'Africa settentr., e guidò le truppe fino a Sīdī el-Barranī (sett. 1940). Costretto alla ritirata dall'offensiva del gen. A. P. Wavell, fu sostituito dal generale I. Gariboldi nel comando e nella carica di capo di S. M. (marzo 1941). Ritiratosi per circa due anni a vita privata, dopo l'armistizio dell'8 sett. 1943 assunse il ministero della Difesa della Repubblica Sociale Italiana. Consegnatosi agli Alleati (1945), fu poi processato (1948) e condannato per collaborazionismo. Liberato per l'amnistia (1950), partecipò alla vita politica come presidente onorario del MSI, dal quale però uscì nel 1954.