ROSHEIM
Città della Francia nordorientale, situata in Alsazia (dip. Bas-Rhin).
Le prime notizie certe sull'insediamento di R. risalgono al 1051, quando papa Leone IX (1049-1054) confermò al monastero di Hesse, in Lorena, il possesso della chiesa di R. Saint-Pierre-et-Saint-Paul (Will, 1965, p. 215): a questa data doveva già essere in via di formazione, raccolto intorno alla chiesa stessa, il primitivo nucleo della città, che si sviluppò poi nel secolo successivo sotto la protezione degli Hohenstaufen, e che fu cinto da mura, probabilmente intorno al 1220 (Salch, 1978, p. 252) ma certamente entro il 1267 (Himly, 1970, p. 102). Di questo primo recinto, che delimitò l'area centrale (definita ville moyenne) e che era circondato da un fossato, sono visibili rari tratti inglobati in edifici che gli vennero successivamente addossati, in particolare lungo il lato meridionale, mentre le due torri-porte che sbarravano la via principale al centro dei lati brevi furono profondamente rimaneggiate nel sec. 18° (Salch, 1979).Un secondo recinto, scandito da torri semicircolari, circondò tra 1361 e 1363 la notevole estensione che la città aveva avuto verso E (ville basse) e in particolare verso O (ville haute). Di esso rimangono numerosi tratti lungo l'intero perimetro e due torri-porte: la Porte des Lions sul lato settentrionale e la Porte Inférieure sul lato orientale, molto simili fra loro, conservano nella parte inferiore la struttura originaria del sec. 14°, a pianta quadrata con ampia apertura ad arco acuto protetta da una saracinesca scorrevole in spessore di muro, mentre la parte superiore, munita di bertesca a filo con il varco di ingresso e coronamento sporgente su arcature cieche, fu ricostruita in entrambe tra la fine del sec. 14° e il corso del successivo.L'edilizia privata è rappresentata a R. da un gruppo di almeno venticinque costruzioni databili tra il sec. 12° e il 14°, alcune delle quali conservate solo al livello delle fondazioni e del piano inferiore, poi inglobati in strutture successive. Si tratta per lo più di abitazioni a pianta quadrangolare, di due o tre piani, con terminazione a timpano, costruite in piccoli conci irregolari di arenaria rossastra dei Vosgi, proveniente dalle cave circostanti la città. Alcune di esse, comprese nella ville moyenne, sono state addossate al lato interno del primo recinto urbano (case in rue des Cigognes e in rue des Lions). Tra tutte la Maison des Païens (o Heidenhaus), situata nell'estensione occidentale di R., è quella che ha conservato maggiormente la struttura originale risalente alla seconda metà del sec. 12°: a pianta quadrangolare, si sviluppa in elevato per tre piani, con l'ultimo corrispondente al frontone; la porta d'ingresso, ad arco a tutto sesto, immetteva direttamente nella parte residenziale dell'edificio collocata al secondo piano ed era raggiungibile tramite un corpo ligneo esterno non più esistente.Al centro della ville moyenne e presso la chiesa di Saint-Pierre-et-Saint-Paul si trova un importante complesso di edifici organizzati intorno a una corte interna, chiamato Meyerhof, che, nonostante grossi rimaneggiamenti databili al 1620 e al principio del sec. 18°, conserva ancora elementi originali dei secc. 12°-14°, in particolare una struttura rettangolare di m 23,15 × 8,05, con terminazione a timpano, identificata come corpo residenziale e datata al sec. 12° (Poinsot, 1988).Della chiesa di Saint-Etienne, documentata nel sec. 11° e ingrandita nel 1137 (Will, 1965, p. 215), non rimane che il campanile di fine sec. 12°-inizi 13°, essendo stata totalmente ricostruita nel 1788.
Bibl. - R. Will, L'Alsace romane (La nuit des temps, 22), La Pierre-qui-Vire 1965, pp. 215-228; F.J. Himly, Atlas des villes médiévales d'Alsace, Nancy 1970, pp. 102-103; C.L. Salch, L'Atlas des villes et villages fortifiés de France (Moyen Age) (Atlas de la France médiévale, 2), Strasbourg 1978, pp. 250-252, 389; id., Dictionnaire des châteaux et des fortifications du Moyen Age en France, Strasbourg 1979, p. 991; G. Poinsot, Maisons médiévales en pierre (XIIe-XVe siècles) à Rosheim: nouvelles données, Cahiers alsaciens d'archéologie, d'art et d'histoire 31, 1988, pp. 113-138.N. Bernacchio
Si tratta di un edificio di particolare rilevanza, una parrocchiale a pianta basilicale, con transetto leggermente sporgente sul quale si aprono una campata di coro terminante in un'abside e un'absidiola a N. Al posto dell'absidiola meridionale si innalza, su due livelli, la base di una torre. Le navate minori del corpo longitudinale presentano cinque campate voltate a crociera, cui corrispondono, nella navata centrale, una campata semplice e due campate doppie coperte da volte ogivali. I supporti sono costituiti alternatamente da pilastri cruciformi e da colonne monolitiche. L'esterno, in arenaria gialla, è caratterizzato da una decorazione ricca e raffinata che sviluppa il motivo delle fasce lombarde.La torre ottagonale di incrocio venne ricostruita in seguito a un incendio nel 1385. Questa data è la sola nota della storia dell'edificio, per il quale sono state proposte datazioni anche assai diverse. Esse variano tra il 1135-1160 (Polaczek, 1894) e il 1170-1190 (Dehio, 1911), ma la costruzione viene più spesso collocata nel secondo terzo del sec. 12°, agli anni 1140/1145-1150/1160 (Kautzsch, 1944; Will, 1965) o 1135-1150 (Colsman, 1991). Secondo alcuni studiosi la base della torre del transetto sarebbe appartenuta a una chiesa precedente, databile al terzo decennio del sec. 12° (Colsman, 1991); secondo altri essa sarebbe testimonianza di un edificio iniziato intorno al 1150/1160 e abbandonato in favore di un progetto più ambizioso, portato a compimento nel 1170/1180 (Meyer, 1977).Nonostante la sua grande omogeneità, la chiesa presenta alcune differenze in funzione delle quali si è tentato di definire le campagne costruttive. Basandosi sull'esame formale, Kautzsch (1944) e Will (1965) hanno distinto tre fasi che si sarebbero succedute dal coro agli alzati della zona settentrionale, in seguito a quelli del settore meridionale, per terminare poi con le parti alte. Secondo Colsman (1991), che ha basato la sua analisi sullo studio della scultura e del taglio delle pietre, lo svolgersi dei lavori sarebbe stato più complesso. Nel cantiere sarebbero stati attivi quattro maestri, di cui i due più importanti, quello che eseguì le decorazioni a palmette e quello delle sculture, avrebbero lavorato per un breve periodo contemporaneamente.Nel complesso, l'abbondante scultura figurata risulta essere in stretto legame con l'architettura. Tra le opere più notevoli devono essere citati il Tetramorfo dell'abside, il Cavaliere e il drago sul frontone settentrionale del transetto, i due personaggi a tutto tondo seduti alla base del campanile, il capitello del corpo longitudinale con ventuno teste e i Gemelli raffigurati su di un culot dell'incrocio.Si è tentato di definire le influenze che avrebbero segnato la chiesa di R. ricordando soprattutto la Lorena o la cattedrale di Worms, ma nei suoi elementi essenziali essa si inserisce in primo luogo nel panorama dell'arte alsaziana del sec. 12°, di cui costituisce una delle realizzazioni più rappresentative e compiute.
Bibl.: F.X. Kraus, Kunst und Alterthum in Elsass-Lothringen, I, Strassburg, 1877, pp. 256-262; E. Polaczek, Der Übergangsstil im Elsass, Strassburg 1894, pp. 33-39; G. Dehio, Handbuch der Deutschen Kunsdenkmäler, IVb, Elsass-Lothringen, Berlin 1911, pp. 63-64; C. Kuntz, L'église romane St. Pierre et St.Paul de Rosheim, Saverne 1923; R. Kautzsch, Der romanische Kirchenbau im Elsass, Freiburg im Brsg. 1944, pp. 214-232; R. Will, L'Alsace romane (La nuit des temps, 22), La Pierre-qui-Vire 1965, pp. 215-228; J.P. Meyer, La tour-choeur de l'église Saint-Pierre-et-Saint-Paul à Rosheim, Annuaire de la Société d'histoire et d'archéologie de Rosheim et environs, 1977, pp. 13-24; E. Colsman, St. Peter und Paul in Rosheim, Köln 1991.R. Lehni