Drammaturgo e narratore italiano (Caltanissetta 1887 - Lido di Camaiore 1956). Il suo teatro, al quale è soprattutto legato il suo nome, ha un notevole significato polemico e storico, costituendo, con quello di Pirandello (da cui deriva più di un motivo), e con quello del "grottesco", la negazione e dissoluzione del teatro verista e borghese dell'Ottocento.
Di nobile famiglia, si trasferì a Roma dove studiò giurisprudenza. Risentì, nelle sue prime prove narrative (Elegie a Maryke, 1914; Ponentino, 1916, il suo libro forse più genuino), del gusto frammentistico del tempo, all'insegna di un lirismo immaginoso che è caratteristico anche delle numerose opere di teatro. Gli eroi delle sue commedie non hanno infatti nulla del personaggio propriamente detto: sono grumi di sensazioni, proiezioni trasognate o allucinate di quel contrasto fra ragione e istinto che è al centro della sua ispirazione; e le commedie stesse (Marionette, che passione!, 1918, la più famosa; La bella addormentata, 1919; L'ospite desiderato, 1921; La roccia e i monumenti, 1923; Lazzarina tra i coltelli, 1923; La danza su di un piede, 1923; L'avventura terrestre, 1925; Il delirio dell'oste Bassà, 1925; Le esperienze di Giovanni Arce filosofo, 1926; Tra vestiti che ballano, 1927; ecc.) sono piuttosto "avventure colorate", "incubi", "deliri", dove più che la "costruzione" vale la scena, l'episodio, l'atmosfera. Il suo teatro (oggi raccolto in Teatro, 3 voll., 1976: I vol. a cura di L. Ferrante, II e III a cura di R. Jacobbi) ha un notevole significato polemico e storico, costituendo, con quello di Pirandello (da cui deriva più di un motivo), e con quello del "grottesco", la negazione e dissoluzione del teatro verista e borghese dell'Ottocento. Autore di numerose altre opere narrative (La morsa, 1918; Le donne senza amore, 1920; C'era il diavolo o non c'era il diavolo?, 1929; Luce del vostro cuore, 1932; ecc.), si dedicò anche al giornalismo.