Teologo, benedettino (Liegi 1075 circa - Deutz 1130), abate di S. Eriberto di Deutz (1120). Rappresentante, accanto a Bernardo di Chiaravalle, della tendenza antidialettica, la sua vasta opera ha carattere prevalentemente esegetico (il De sanctissima Trinitate et eius operibus), anche quando affronta problemi schiettamente teologici (De voluntate Dei e De omnipotentia Dei, scritti in polemica con Anselmo di Laon e Guglielmo di Champeaux; De victoria verbi Dei, esposizione della sua filosofia della storia). Variamente interpretata la sua dottrina eucaristica per la quale sosteneva la simultanea presenza, nell'Eucarestia, dell'umanità di Cristo e della sostanza del pane (impanazione); tuttavia questa dottrina, che può trovarsi nel De divinis officiis (1111), sembra superata nelle successive opere teologiche.