Teologo (Laon 1050 circa - ivi 1117); visse dapprima a Parigi e fu quindi a capo, col fratello Rodolfo (m. 1134-36), della scuola teologica di Laon; maestro di Gilberto Porretano e di Guglielmo di Champeaux. Nelle collezioni di Sententiae, tra le "non sistematiche" che precorrono le Quaestiones della scolastica, varie sono sue (fonte principale è il Liber Pancrisis), tra le "sistematiche", che preludono alle Summae, quelle a lui attribuite sono piuttosto frutto dell'insegnamento di A. che redatte da lui; le Sententiae Anselmi, certo posteriori alla morte di A., sono forse opera del fratello. Legato a posizioni tradizionali, alieno da ogni razionalismo (Abelardo, insoddisfatto, lo lasciò presto), A. tratta argomenti teologici secondo criteri "monografici" (la creazione, il peccato originale, i sacramenti), che tuttavia indicano già una certa sistematicità e permettono d'individuare le linee di una definita teologia. Per questo, e per la sua opera di esegesi (specie per il concorso alla formazione della Glossa interlinearis e della ordinaria), si ravvisano oggi nella scuola di A. gli inizî della teologia scolastica.