sacro
In contatto con la divinità
La nozione di sacro è di grande importanza in molte religioni. Luoghi, oggetti e persone sacri, secondo molte credenze religiose, mettono in comunicazione il mondo degli uomini con l’aldilà. Il carattere peculiare del sacro nasce da una speciale relazione con la divinità o con le potenze del mondo sovrannaturale
Sacro è un termine di largo uso ma di difficile definizione. Un utile punto di partenza può essere quello di elencare ciò che, in una specifica società o religione, viene considerato tale. Sacri possono essere alcuni luoghi – come la cima di un monte, una moschea, un santuario, una pozza d’acqua – oppure periodi di tempo, come il mese di Ramadan per gli islamici, il giorno di Natale per i cristiani, il momento dell’iniziazione per una società africana. Sacri possono anche essere alcuni oggetti (come la croce o una bandiera), determinate persone (sciamani, sacerdoti, guaritori), certi testi (la Bibbia, il Corano o composizioni orali, come i miti delle origini) e infine alcune azioni o performances (come riti, canti, danze).
Che cosa hanno in comune tutte queste manifestazioni del sacro? Il sacro è stato anzitutto definito come qualcosa di separato o proibito: in questo senso esso si oppone al profano. Un tempio, per esempio, si distingue da un luogo profano – un’abitazione, una piazza – perché si può accedere a esso soltanto adottando particolari comportamenti, come purificarsi lavandosi nell’acqua benedetta oppure togliendosi le scarpe. Vi sono luoghi sacri in cui è del tutto proibito entrare, o il cui accesso è permesso soltanto a persone particolari, come i sacerdoti.
Il carattere speciale del sacro nasce dalla credenza secondo cui esso ha una relazione particolare con divinità, potenze o forze del mondo sovrannaturale. Il sacro si trova in una posizione intermedia tra il nostro mondo e l’aldilà: adottando comportamenti appropriati come riti, sacrifici, preghiere è possibile porsi in relazione con antenati e divinità. L’accesso a luoghi, tempi e oggetti sacri è insieme desiderato e temuto: in molte religioni la violazione dei divieti concernenti il sacro è all’origine di malattie e disgrazie. Al contrario, accostarsi al sacro mediante riti e comportamenti corretti può fornire benefici al credente.
Riflettendo sul sacro occorre tenere distinto il punto di vista dei credenti – ossia di coloro che aderiscono a una religione – da quello degli studiosi. Per i credenti le manifestazioni del sacro sono per lo più indiscutibili. Gli studiosi delle religioni invece si pongono in una prospettiva analitica: essi si chiedono, per esempio, se l’opposizione sacro/profano sia presente in tutte le culture umane. Se è vero che in molte religioni questa distinzione esiste, è altrettanto vero che è molto variabile il grado di proibizione o interdizione verso gli oggetti sacri. Inoltre, in molte religioni il sacro non rinvia a un mondo sovrannaturale bensì a esperienze più profonde e significative appartenenti al mondo umano.
Gli studiosi si sono chiesti anche perché alcuni oggetti diventino col tempo sacri. A questo proposito si è parlato di processi di sacralizzazione, per descrivere quelle fasi della vita religiosa in cui luoghi, tempi, oggetti o persone si trasformano da profani a sacri. Alla morte di una persona venerabile, per esempio, il corpo subisce un processo di sacralizzazione, e le ossa diventano reliquie, cioè oggetti di venerazione.
Gli studiosi hanno spiegato in molte maniere la diffusa presenza del sacro nelle società. Da un punto di vista psicologico, le manifestazioni del sacro possono offrire fiducia e infondere coraggio al credente; da un punto di vista sociologico, il sacro e le credenze a esso legate servono a creare solidarietà e unione tra i membri di un gruppo. I simboli sacri sarebbero l’incarnazione dei valori fondamentali di una società.
Alcuni autori considerano il sacro come l’espressione di un sentimento religioso proprio di tutti gli esseri umani: esso sarebbe la manifestazione di una fede nell’esistenza di un ordine, di un significato profondo dell’esistenza che si nasconde dietro il caos apparente del mondo. In ogni caso occorre osservare che l’identificazione di un oggetto – luogo, persona e così via – come un simbolo sacro è legata all’educazione e alla cultura di un individuo.